Gli 8 mila dipendenti di Generali Country Italia, con il sostegno della compagnia assicuratrice, si dedicano, con progetti diversi, alla comunità e ai più deboli. C’è chi si adatta a viaggiare in seconda classe per donare la differenza all’Associazione italiana contro le leucemie (AIL), chi utilizza le sue competenze informatiche per incontrare gli studenti e parlare di cyberbullismo, chi aiuta nel temporary store natalizio a favore di Telethon e chi coinvolge la famiglia in un atto solidale collettivo nel progetto Bambini che aiutano i bambini. “Piccoli gesti, grandi azioni” appunto, come si chiama il programma, uno dei primi in Italia che coniuga impegno personale e responsabilità sociale di impresa.
Si tratta di un meccanismo virtuoso che sostiene la comunità in cui opera l’impresa coinvolgendo i dipendenti e le loro famiglie. Si supera quindi la donazione benefica, fredda e impersonale, il cui obiettivo spesso risale prevalentemente a motivi di immagine, per costruire un vero e proprio progetto comune a favore dei più bisognosi che accomuna i dipendenti di ogni livello e le loro famiglie. Un’iniziativa che, oltre al beneficio concreto, risulta motivante e aggregante per chi vi prende parte e decisamente più convincente e sincero anche sul piano della comunicazione.
Questa modalità di intervento che sposa profit e non profit, molto diffusa all’estero, sta diventando una realtà comune anche in Italia.