Se ami cucinare e ci riesci bene potresti avere interesse a vendere i tuoi manicaretti. Con qualche accorgimento oggi si può evitare di aprire un vero e proprio laboratorio di gastronomia e utilizzare la cucina di casa. Un investimento molto contenuto permette di avviare la propria impresa in un settore che piace e stando a casa, potendo così seguire i figli piccoli.
Ecco come aprire una microimpresa alimentare domestica in sei mosse. Puoi affrontarle in sequenza cioè una dopo l’altra o in parallelo cioè portando avanti poco per volta i diversi aspetti del tuo progetto.
A) Produzione: cerca di capire dove sei più forte (dolci? pasta fatta in casa? verdure?) e prova a rafforzarti ulteriormente con esperimenti e corsi. Chiedi un parere onesto a parenti e amici.
B) Economia: Prova a ipotizzare un business plan. Per ogni piatto che realizzi, cerca di capire i costi degli ingredienti, ma anche spese meno evidenti come l’energia elettrica per il forno o il gas, l’acqua, il cellulare per prendere le ordinazioni. Occorre conteggiare anche il tempo che impieghi per farlo e che costituirà il tuo compenso. La somma di tutte queste voci ti darà un’indicazione circa la cifra a cui diventa conveniente vendere. Peril business plan fatti aiutare: per esempio in Provincia di Torino funziona bene lo Sportello Mettersi in proprio.
C) Sanità e igiene: segui un corso sull’igiene alimentare e sulle norme Haccp. Adegua la tua cucina secondo i requisiti richiesti dalla tua Regione. Ti servirà una piccola area spogliatoio, forse un frigo dedicato all’attività. Potrai anche utilizzare fonti di micro-credito. Contatta l’Asl per gli adempimenti igienico-sanitari e per le relative autorizzazioni
D) Fisco e legale: decidi quale forma giuridica vuoi dare alla tua impresa e aprila presso il Registro delle imprese della Camera di Commercio della tua provincia. Probabilmente vorrai aprire una ditta individuale. Le pratiche sono relativamente semplici e rapide.
E) Cerca aiuto per partire: corsi di qualificazione professionale, sportelli per le nuove imprese, le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato. Considera che la scelta di partire con un’attività in casa avrà un impatto anche sulla tua vita famigliare, cerca l’appoggio di chi abita con te e che dovrà “subire” il tuo lavoro. Sulla microimpresa alimentare domestica puoi contattare l’associazione di promozione sociale Cucina nostra, particolarmente dedicata a questo tema.
F) Comunicazione: immagina come vendere i tuoi prodotti e a chi. Negozi? privati? feste? Servono strumenti di comunicazione, per raggiungere i tuoi potenziali clienti, come un profilo Facebook, un biglietto da visita, un menu. Ricordati di identificare i metodi di pagamento a fronte dei quali farai le relative fatture.