L’impresa sociale esiste. Con l’approvazione della riforma del Terzo Settore in Senato (146 voti a favore, 74 contrari e 16 astenuti), dopo due anni di discussione e uno dall’approvazione alla Camera, l’impresa sociale viene definita nelle sue linee generali in attesa dei decreti attuativi dopo il prossimo definitivo passaggio alla Camera, che dovrebbe essere una formalità, dato il testo “blindato”. I contorni dell’impresa sociale sono stati in effetti una delle questioni più spinose della Riforma. E’ passata la soluzione che include anche forme diverse dalle cooperative mutualistiche, come le SRL e le SpA, ammettendo quindi il concetto di remunerazione del capitale per garantire le finalità benefiche perseguite.
Obiettivo dell’impresa sociale sarà infatti la realizzazione di progetti di impatto sociale conseguiti mediante la produzione e lo scambio di prodotti o servizi di utilità sociale e indirizzando i proventi prevalentemente alla realizzazione di obiettivi collettivi. Dare metodo e sistema a un settore che scontava un quadro normativo rigido, obsoleto e contradditorio è infatti il principale merito, ma non l’unico, del testo approvato (relatore Stefano Lepri PD). Apprezzabile l’impegno alla trasparenza. Per esempio il ministero del welfare svolgerà compiti di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico e produrrà linee guida per la redazione del bilancio sociale e dei sistemi di valutazione dell’impatto sociale. All’art. 6 le facilitazioni normative e fiscali riservate alle cooperative sociali sono estese alle imprese sociali.
Si è così riconosciuto il valore dell’impresa sociale come motore di economia e non solo come strumento di coesione sociale. Come ha affermato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti “Si tratta di un provvedimento che punta ad introdurre misure per valorizzare il potenziale di crescita e creazione di occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal cosiddetto Terzo settore”. Perché effettivamente con questa riforma, acquista dignità propria di soggetto giuridico, definito negli obiettivi e nei contenuti, quello che, come disse Renzi, “anche se viene definito il Terzo, è il primo settore”.
La riforma dovrebbe inoltre offrire spunti concreti per la diffusione sempre più nel nostro paese della finanza ad impatto sociale con strumenti di venture philantropy, social impact bond, fondi di equità sociale e altri . Nel decreto novità anche per il servizio civile, l’istituzione di un Registro unico degli enti non profit (oggi sono ben 33), la creazione di una fondazione per lo sviluppo di interventi innovativi (Italia Sociale) e la riforma del 5 per mille.