“Totale disprezzo delle norme, inefficienza, abuso di potere. All’associazione Cittadinanzattiva i mezzi termini e i toni accomodanti proprio non si addicono. Riguardo al delicato tema delle pensioni di invalidità, già oggetto di infinite diatribe nei mesi scorsi, l’associazione prende una posizione dura nei confronti dell’Inps, scagliandosi contro i tempi lunghissimi di attesa, l’eccessiva burocrazia e la scorrettezza di certe procedure. Tutti ostacoli che rischiano di aggravare le condizioni di “estremo disagio in cui versano tutti quei cittadini che, del tutto legittimamente, aspirano al riconoscimento delle indennità economiche correlate alle minorazioni civili”.
“Dopo la visita della commissione Asl integrata con un medico dell’Inps – afferma l’associazione – gli interessati sono obbligati ad ulteriori accertamenti, in contrasto con gli obiettivi di semplificazione e di rispetto della dignità della persona; sono costretti ad attendere a lungo i verbali degli accertamenti sanitari e a fare i conti con procedure di pagamento bloccate da tempo”. Non solo. La denuncia prosegue affermando che le azioni intraprese dall’Inps “riducono arbitrariamente i requisiti previsti dalla legge per l’assegnazione delle indennità e appaiono strumentalizzate per il raggiungimento di un obiettivo non dichiarato, ovvero il massimo contenimento possibile della spesa assistenziale”.
Accuse pesanti, che si concludono con un appello rivolto allo Stato: sarebbe ora di intraprendere “azioni ad hoc anche nei confronti dei propri funzionari che violano le norme e non soltanto controlli, in molti casi vessatori, nei confronti dei cittadini”. Insomma, siamo all’ennesima puntata della saga ‘Inps contro associazioni di categoria’, un contenzioso in cui, ovviamente, non ha nessun senso schierarsi, come allo stadio, per una fazione o per l’altra. Cercando di non generalizzare, ci permettiamo solo un piccolo commento.
La denuncia di Cittadinanzattiva sembra il condensato di mille denunce individuali, quelle che certamente chiunque abbia fatto un giro nei corridoi Inps avrà potuto sentire: denunce di persone esasperate, denunce di disabili gravi (o di loro familiari) che non ne possono più di rimbalzare da un ufficio all’altro, da una commissione all’altra, sempre all’inseguimento dell’ennesimo timbro, dell’ultimo verbale. Denunce di persone che probabilmente non hanno nessuna ragione per mentire o per barare, ma semplicemente vivono un disagio cui sarebbe il momento di dare una risposta.