Un blog sulla disabilità può essere pericoloso. A qualcuno potrebbe venire il dubbio che sia un modo per circoscrivere, limitare o peggio ghettizzare una realtà infinitamente complessa, cui non si può dare un nome solo. E’ vero: tutte le etichette sono pericolose. Non esistono i “disabili”. Prima di tutto esistono le persone. E le persone devono essere guardate nella loro interezza: il corpo, lo spirito, il cuore, i sogni, i pensieri, le idee, le passioni, i conflitti, gli ideali…
Ci sono persone che nella vita devono fare i conti con alcuni limiti fisici (a volte molto “pesanti”) e che, per convenzione, vengono chiamate “disabili” o “diversamente abili”. Questo piccolo spazio non pretende di essere esaustivo, di risolvere problemi o di andare come Don Chisciotte contro le storture del mondo. L’idea è, più semplicemente, quella di raccontare alcuni fatti e alcune storie di vita. Con semplicità, con onestà, con ironia e anche con un pizzico di esperienza personale.
Il titolo nasce da una considerazione. Chi convive con la disabilità o con la limitazione fisica, spesso si deve comportare come un pioniere, un apripista, un esploratore. Non deve aver paura del rischio e non deve fare troppo caso ai pregiudizi. Le strade ordinarie non sono affatto scontate. Bisogna inventarsi soluzioni personali, a volte molto faticose. Per lavorare, per mangiare, per affrontare i problemi, per costruirsi una vita di relazioni. Questa condizione può portare a guardare la realtà con uno sguardo diverso, entusiasta o arrabbiato, comunque mai banale.
Pionieri, dunque, ma silenziosi. Perché la disabilità di solito non fa molto rumore. I media hanno storie più “importanti” (si fa per dire) da raccontare. Silenziosi, dunque, perché spesso affrontano i loro limiti con grande dignità e senza fare schiamazzi. Ma silenziosi anche perché inascoltati.