I lockdown e le conseguenti chiusure forzate nelle proprie abitazioni hanno colpito più di tutte alcune categorie particolarmente sensibili, tra cui rientrano senza dubbio gli Over 65.
Improvvisamente, anziani prima abituati ad occupare molto del loro tempo libero in luoghi di aggregazione pubblici (quali, ad esempio le bocciofile) si sono ritrovati chiusi in casa, senza la possibilità di incontrare amici e famigliari e con l’aggravante dell’essere la categoria sociale a più alto rischio di mortalità in caso di contagio. Non sono mancati, dunque, provvedimenti regionali ad hoc per tutelare la salute psico-fisica dei cittadini Over 65, considerando anche l’età media nazionale molto elevata che rende i pensionati una delle categorie più consistenti.
Il primo provvedimento ufficiale per contrastare attivamente il confinamento dovuto all’emergenza sanitaria è arrivato, nell’ottobre 2020, dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. La Regione, la quarta più anziana d’Europa (il 24,7% della popolazione ha più di 65 anni), ha infatti approvato le cosiddette “Leggi anti-solitudine”. Si tratta di un documento atto a “contrastare ogni fenomeno di esclusione, disconnessione e marginalizzazione sociale e civile per origini o cause collegate alla condizione personale anagrafica, socio-sanitaria, economica o culturale”. Una serie di articoli, insomma, che riguardano solo in modo contingente il periodo di emergenza che stiamo vivendo, puntando a mettere in atto percorsi di promozione dell’invecchiamento attivo a prescindere dagli sviluppi dettati dal Covid. Uno dei punti centrali del decreto regionale, infatti, è rappresentato dall’istituzione di percorsi di formazione per anziani al fine di offrire loro le competenze informatiche di base per favorirne l’inserimento a distanza e la creazione e l’implementazione di reti di comunità e di cittadinanza attiva per contrastare la solitudine, vero e proprio pericolo a livello psicologico e fisico soprattutto per questa fascia d’età. Ma le norme contenute nella legge del Friuli sono rivolte soprattutto ma non esclusivamente agli anziani, dato che il lockdown ha creato difficoltà ad ogni fascia d’età (adulti e giovani compresi).
Parzialmente diverso nelle modalità di sviluppo dei progetti d’inclusione, è il discorso della Regione Veneto. Più che su provvedimenti scritti, da attuare nel lungo periodo, la regione di Venezia ha proceduto con finanziamenti intensivi per promuovere iniziative in favore dell’invecchiamento attivo nell’immediato. Sono stati finanziati dal Consiglio Regionale complessivamente 125 progetti, con un budget per progetto generalmente compreso tra i 20 e i 50mila euro, per un finanziamento totale superiore ai 3 milioni di euro. I destinatari di questi finanziamenti sono tutte le associazioni (pubbliche, no profit, di volontariato, religiose ecc.) che si occupano di portare avanti percorsi di integrazione sociale per gli anziani in qualsiasi modo: dalla promozione dell’attività fisica all’implementazione di attività di utilità sociale e promozione di forme di cittadinanza attiva e pratiche di solidarietà sociale; dall’educazione permanente e dall’alfabetizzazione digitale alla promozione e facilitazione nella fruizione del patrimonio culturale delle competenze accumulate dalle persone anziane. Un’iniziativa particolarmente innovativa, elogiata da molti, ad esempio, è stata quella di “Stacco”, il servizio di volontariato che prevede l’accompagnamento degli anziani non autosufficienti “a chiamata” e non soltanto per il trasporto, ma anche per qualsiasi commissione (visite mediche, terapie, pratiche burocratiche ecc.).
Ma se le leggi pensate per gli Over 65 sono nettamente aumentate in un periodo di estrema difficolta come quello in cui siamo ancora immersi, già negli anni precedenti all’epidemia da Covid-19 diverse regioni si erano attivate con provvedimenti ad hoc per gli anziani. Il caso più emblematico è probabilmente quello del Piemonte, che nel 2019 ha approvato la Legge Regionale n.17 dedicata all’invecchiamento attivo e all’inclusione sociale degli Over 65. In soldoni, il provvedimento regionale si propone di favorire la crescita personale degli anziani, attraverso la promozione di tutte le attività utili in tal senso: quelle di volontariato, quelle di cittadinanza attiva, le forme di auto-organizzazione e le varie reti sociali di qualsiasi forma. All’interno di questo disegno, spiccano gli enti locali, le ASL e le strutture residenziali, le istituzioni scolastiche e universitarie, gli organismi di formazione, le associazioni di tutela e di rappresentanza degli anziani. Insomma, un provvedimento lungimirante, soprattutto in una nazione come l’Italia, tra le più vecchie d’Europa. Gli anziani non devono essere un peso, ma una risorsa, anche sotto l’aspetto economico, visto che la cosiddetta Silver Economy, ovvero il mercato economico sviluppato attorno agli Over 65 frutta annualmente nel nostro paese un giro d’affari di più di 4 miliardi di euro.
Provvedimenti volti a favorire l’inclusione degli anziani e l’invecchiamento attivo, che stanno diventando sempre più comuni nei Consigli Regionali italiani, favoriscono non solo la salute fisica e mentale dei nostri nonni, ma anche l’economia del nostro Paese.