Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre di sette anni fa si consumava la tragedia del rogo della ThyssenKrupp, che sconvolgeva non solo Torino, ma l’Italia intera. A quella tragedia seguiva il processo, non ancora terminato, ma la cui decisione in Corte d’Assise d’Appello ha impresso una svolta epocale per quanto riguarda le responsabilità penali nell’ambito degli infortuni sui lavori.
Purtroppo da allora abbiamo assistito ad altre – troppe – tragedie sul lavoro (come l’esplosione del Molino Cordero di Fossano avvenuta poco dopo il rogo Thyssen), a cui si aggiungono tutti quei morti, non solo lavoratori, di Casale Monferrato o dell’Ilva di Taranto e coloro che sono colpiti da malattie professionali.
Di lavoro non si deve morire e il pretendere norme adeguate di sicurezza sul lavoro non può diventare un alibi per delocalizzare le fabbriche. Infatti accade ed è accaduto che i proprietari di multinazionali si siano trasferiti negli Stati dove le norme per la sicurezza sul lavoro erano più elastiche, anche perchè in un momento di grave crisi economica si rischia che ancora di più la salute e la tutela dei lavoratori vengano messi in pericolo.
Ben venga quindi il nuovo “Piano strategico sulla salute e sicurezza sul lavoro” che la Commissione europea ha presentato a giugno di quest’anno e che individua le sfide e gli obiettivi strategici principali per la sicurezza sul lavoro.
Tre sono i macro filoni su cui il quadro strategico si concentra: migliorare l’attuazione delle norme in materia di salute e sicurezza eistenti, in particolare rafforzando la capacità delle microimprese e delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficaci ed efficienti; migliorare la prevenzione delle malattie professionali affrontando i rischi nuovi ed emergenti senza trascurare quelli già esistenti; far fronte al cambiamento demografico
Quello su cui l’Unione europea deve puntare è l’uniformità delle norme per creare condizioni di concorrenza eque per tutte le imprese del mercato unico e nel momento in cui si affronta il tema di apertura ai mercato extra UE imporre il tema nel piano delle trattative agli altri Paesi.