Venerdì 19 dicembre ho partecipato alle celabrazioni per il gemellaggio tra i Comuni di Chivasso e di Ventotene. Potrebbe sembrare una manifestazione di routine, ma in realtà è stata una cerimonia densa di significato per tutti i federalisti e gli europeisti convinti come me.
Chivasso e Ventotene sono infatti i luoghi dove sono state firmate due importanti carte che hanno dato il via al processo che ha formato l’attuale Europa, un processo certo incompiuto, ma su cui tutti dobbiamo costantemente lavorare.
Negli anni bui della Seconda guerra Mondiale, un gruppo di prigionieri politici, reclusi nella piccola isola di Ventotene si ritrovava di nascosto nelle grotte per dare vita a quello che allora appariva poco più di un sogno: un’Europa libera e unita, una federazione europea dotata di un Parlamento e di un governo con intenti comuni nell’economia e nella politica estera, dove gli Stati appartenenti non sarebbero più stati in guerra gli uni con gli altri.
La Dichiarazione di Chivasso, o Dichiarazione dei Rappresentanti delle Popolazioni Alpine , venne firmata nella cittadina piemontese nel ’43 dai rappresentati della resistenza valdese e della resistenza valdostana. Si tratta di un documento che da una parte rivendica una forte autonomia delle vallate alpine, ma punta anche a un impegno per l’unificazione federale dell’Europa.
Non possiamo quindi che ringraziare quei visionari che buttarono le fondamenta per una casa di pace.