La scorsa settimana ho partecipato a un convegno dell’Arev, l’Associazione delle regioni vitivinicole europee in cui si esaminavano in particolare le problematiche riguardanti i territori vitivinicoli in forte pendenza.
In un periodo di crisi, occasioni come questa servono a ricordarci delle enormi potenzialità del nostro Paese. Conosciamo infatti tutti l’importanza di un settore come quello della viticoltura per il rilancio della nostra economia.
In un mondo sempre più globalizzato in cui attori come Cile, Argentina, California, Sudafrica incrementano in maniera esponenziale l’esportazione dei loro prodotti vitivinicoli, un’insufficiente tutela dei prodotti della nostra tradizione, è un rischio che oggi l’Italia e l’Europa non possono correre. Le potenzialità, non si esauriscono solo nel valore più immediato che risiede nella qualità e nell’unicità di questi prodotti, ma è molto più ampio: esistono gli spazi per ricadute positive anche nel settore della cultura, del turismo e dell’innovazione che oggi non sono ancora esplorati nella loro interezza. Per meglio tutelare questo patrimonio l’Unione europea dovrebbe offrire ulteriori opportunità di sostegno alla viticoltura e sostenerla in maniera concreta. Diventa quindi fondamentale sapere individuare, per esempio, nella nuova Politica Agricola Comune (PAC) appena riformata tutte le opportunità che si presentano. Il settore enogastronomico e agroalimentare europeo, e in particolare quello italiano, hanno bisogno di introdurre forti elementi di innovazione. Ciò non significa andare a perdere il valore delle nostre tradizioni, ma sapere integrare l’enorme offerta di qualità con le esigenze di un mercato globalizzato che non ammette ritardi nella competitività. Dobbiamo avere ben chiaro che il settore agroalimentare è un valore aggiunto per la nostra economia, da valorizzare competitivamente rispetto ai nostri concorrenti globali. Per questo, nella recente riforma della PAC sono state introdotte nuove priorità che prevedono proprio una forte spinta sul piano dell’innovazione della ricerca. In linea con la strategia Europa 2020, i tre obiettivi generali del sostegno allo sviluppo rurale si traducono in priorità come la promozione e il trasferimento di conoscenze, l’innovazione nel settore agricolo, particolarmente nelle zone rurali e di montagna, nel rafforzamento della redditività delle aziende agricole, nella gestione dei rischi nel settore agricolo, nella protezione e valorizzazione degli ecosistemi. A queste priorità ovviamente corrispondono poi linee di finanziamento. La nuova PAC, inoltre, ha posto un forte accento sulla difesa del territorio e comprende una serie di misure verdi, le cosiddette misure di “greening”, che subordinano i finanziamenti agli agricoltori al rispetto di precise norme per la conservazione degli ecosistemi e la sostenibilità ambientale.