Il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha presentato nelle scorse settimane il suo piano di investimenti per i prossimi tre anni.
Si tratta di un piano complesso, che presenta elementi di estrema novità. Certamente non si tratta di una soluzione a tutti i problemi dell’Unione europea, ma di un primo passo avanti.
Il piano prevede la nascita di un Fondo europeo per gli investimenti strategici di 21 miliardi a garanzia degli investimenti che i privati e gli Stati vorranno fare. La Bei (Banca europea degli investimenti) concederà prestiti pari a 3 volte il capitale e questo consentirà il coinvolgimento di privati e Stati (la Germania ha già manifestato l’intenzione di voler investire) moltiplicando il valore per 5, così da arrivare alla cifra di 315 miliardi.
Grazie al gruppo Socialisti e Democratici, di cui faccio parte, si è ottenuto che i soldi usati per gli investimenti non vadano calcolati nel patto di stabilità e crescita. Il gruppo SeD aveva anche chiesto di creare un fondo di investimenti che fosse pari ad almeno 100 miliardi di denaro pubblico 300 di privato per far ripartire l’economia con 800 miliardi di progetti finanziati, infatti è palese a tutti che se non rilanciamo gli investimenti non può ripartire l’economia e se l’Europa non mantiene gli investimenti perderà competitività.
Per arrivare ad ottenere i fondi dei privati credo che gli Stati dovrebbero detassare i fondi che i cittadini investono nei progetti europei. I cittadini avrebbero così una resa sicura (grazie al fondo di garanzia) e detassata e in più contribuirebbero con i loro fondi a generare sviluppo nel proprio territorio.