Lo ricordo come fosse ieri. Era il 25 aprile 2016 e il Napoli perdeva 1-0 a Roma consegnando con tre giornate d’anticipo il trentaquattresimo scudetto alla Juventus (o trentaduesimo se preferite), il quinto consecutivo.
Uno pensa al quinto scudetto di fila e gli viene in mente che sia ormai un’abitudine, che le emozioni siano a zero. E invece…
E invece quell’anno, quel 2016, fu un anno molto particolare. Si, perchè vincere con tre giornate d’anticipo, ad aprile, uno scudetto che a novembre era decisamente perso non è cosa che capita tutti i momenti nè a tutte le squadre.
Se andate a rileggere i titoli dei giornali di fine ottobre e inizio novembre, comprensibilmente, la Juve era morta ed il ciclo concluso. La finale di Champions di pochi mesi prima un caso e il futuro nero, Allegri ad un passo dall’esonero. Del resto la Juve era undicesima con 12 punti e soprattutto a distanze abissali dalle prime. 11 punti dalla Roma, 9 da Napoli, Fiorentina e Inter, 6 dalla Lazio, 4 dal Milan.
Ora lasciate che mi vanti un pochettino. Il 28 settembre, quando la situazione era nera, ma sarebbe ancora peggiorata parecchio, scrissi questo spiegando perchè quella squadra che continuava a perdere mi piaceva lo stesso.
Scrissi che era il caso di aspettare che quella squadra crescesse.
Ora posso rivelarvi serenamente che mi riferivo agli anni successivi e che mai in quel momento avrei creduto che il resto della truppa ci avrebbe aspettato al punto da permetterci di recuperare il terreno e dimostrare che quel gruppo di ragazzini è cresciuto ad una velocità folle.
Dall’anno prossimo ci sarà da divertirsi.