E così è arrivato quel punto che mancava per la matematica assegnazione dello scudetto numero 31 (o 29, fate voi). Ne sono arrivati tre in realtà, ancora una volta grazie ad un rigore di Vidal che negli ultimi tempi pare essersi specializzato nel genere.
Però è evidente a tutti che lo scudetto fosse della Juve già da qualche settimana, personalmente ritengo che il gol di Giaccherini al Catania a tempo scaduto sia stato il sigillo che ha tagliato definitivamente le gambe al Napoli (che però, complimenti a loro, a continuato a fare risultati) e soprattutto dato alla squadra la convinzione di avercela davvero fatta. (E personalmente sono felice che sia toccato a Giaccherini questo ruolo simbolico importante – l’anno scorso tocco altrettanto simbolicamente a Del Piero con la sua punizione contro la Lazio).
Un campionato dominato dalla prima all’ultima giornata, mai veramente in dubbio, al punto da sembrare quasi ovvio, quasi semplice… cosa che naturalmente è ben lungi dall’essere stata (che se mi sente Conte poi mi viene a prendere a casa!).
Incapaci però le rivali di opporre la necessaria resistenza.
Troppo fragile il Napoli nei momenti decisivi, troppo smantellato il Milan in estate per pretendere di più di quello che ha fatto, troppo dipendente da Klose la Lazio, troppo zemaniana la Roma di Zeman e troppo Inter l’Inter per impensierire davvero una squadra solidissima e con tanti protagonisti.
Asamoah ha avuto una prima parte di campionato eccellente, così come Pirlo che poi è un po’ calato, ma nel frattempo avevamo scoperto tale Paul Pogba.
Marchisio immenso all’inizio, Vidal parimenti immenso alla fine.
Dietro Barzagli, Bonucci e Chiellini sono ormai il miglior trio difensivo d’Europa e Caceres, Marrone e in fondo anche Peluso si son fatti trovare pronti al bisogno.
Lichsteiner è stato un treno (a volte un po’ affaticato), Giaccherini e Padoin solide colonne da inserire nel momento del bisogno.
Capitolo attaccanti. A mio avviso sono tutti e quattro splendidi per un motivo chiaro: quanti in quel ruolo accetterebbero di veder così limitata la propria possibilità di far gol per mettersi al servizio della squadra? E’ una roba da mediani, non da centravanti!
Ed invece Vucinic, Giovinco, Matri e Quagliarella sono sempre a disposizione, giocano quando sono chiamati, non segnano e fanno segnare i centrocampisti. Sarebbe il caso che non solo Conte riconoscesse questa loro enorme qualità.
La delusione stagionale arriva non tanto da Lucio (che non ha accettato il ruolo da comprimario) o da Bendtner (che prima di rompersi non ha avuto grandi occasioni di mettersi in mostra) quanto da Isla, che reduce dal lungo infortunio non è riuscito a tornare sui livelli dell’Udinese o forse non è pienamente entrato negli schemi del mister. Vedremo se la Juve punterà ancora su di lui il prossimo anno.
Ed ora?
Ed ora naturalmente servono due-tre inserimenti di altissimo valore per rendere questa Juve dominatrice in Italia capace di giocarsela anche con quelle 3-4 squadre che in Europa le sono nettamente superiori.
Ma per questo ci sarà tempo… per ora godiamoci la festa!