La sopravvivenza dei giornali è legata anche ai ricorrenti articoli di costume sul genere “Ditemi come dormite e ti dirò se avrete un futuro”, oppure “Scoperto il punto K dell’erotismo della Donna!” Coerentemente i lettori sono convinti che in materia d’amore ed erotismo si debba scoprire sempre qualcosa di più.
Il più delle volte invece il rapporto di una coppia è legato ad un perfezionamento della propria particolare personalità di squadra e all’affiatamento del quale la sessualità è un importante sistema di feedback, comunicazione e taratura. Introdurre qualche cambiamento nel modo di amarsi è certamente stimolante e pertanto utile, ma mai quanto le conferme dell’investimento reciproco e lo scambio di informazioni dello stato individuale e relazionale costituito soprattutto dalla continuità della formula affettiva.
Ogni coppia ha una propria particolare ricetta erotica e sentimentale della quale si sente fiera, ma con il passare del tempo (e con le coppie di oggi prima di quanto non si pensi) questa finisce per affievolirsi disperdendosi o trasformandosi in qualche cos’altro che si dimostri maggiormente in grado di resistere all’usura del tempo.
Per esprimere e accordare tutto questo serve decisamente a poco la conoscenza del punto G, la pratica di qualche nuova posizione di contorcimento kamasutrico o la frequentazione di club privé dediti allo swinging. Per questo esiste la pratica più diffusa fra amanti, la più ricorrente, ma anche la meno curata e la più sottovalutata al punto di diventare sempre meno praticata negli ultimi anni.
Sto parlando del caro vecchio Bacio.
Parlarsi d’amore con le labbra
A parte fare da apostrofo rosa fra le parole je t’aime, il bacio è un rituale estremamente complesso, una raffinata danza dei volti in cui entrano in azione tutti i sensi, certamente molto più di quanto molti ragazzi tendano a considerare nella fretta e nella furia di una performance chiacchierata o per seguire i manuali d’uso dettati da qualche scuola infantil-vampiresca.
Intanto il tatto: prima di essere un’esplorazione gastro-esofagea linguale, il bacio è una reciproca carezza di labbra. In maniera simile alle raccomandazioni fatte dal taoismo dell’eros, non è necessario dedicarsi al contatto profondo ogni volta che ci si bacia e comunque la parte più importante è costituita proprio da quei preliminari fatti di contatti, sfioramenti, morsicchiamenti e così via, che costituiscono la parte più poetica del gesto, una specie di corteggiamento delle bocche e un “frammento di discorso amoroso” spesso più ricco di dialogo che non altre pratiche sessuali. Nel bacio entra in causa anche l’udito, con una colonna sonora fatta di mormorii, gemiti, risolini che guarniscono il contatto rendendolo un piatto vivace e colorato.
Ma prima ancora il bacio è uno scambio di respiri, un ascolto del desiderio, la comunicazione dell’attesa fatta appunto dall’avvicinamento. Quasi tutte le culture arcaiche avevano la rappresentazione che l’anima vivesse nel respiro. Non è a caso che quando una persona perde il bene della vita si dice che ha esalato l’ultimo respiro; così come il bambino entra a contatto con la vita quando la levatrice gli sferra la classica sculacciata per fargli prendere il primo respiro. Le anime entrano in unione prima con i sospiri che con il contatto e gli amanti che sanno aspettare, sospirano vicino, mentre si guardano in viso, scrutano le reciproche espressioni degli occhi e si riscoprono innamorati ben prima di entrare in contatto e molto di più.
Quindi nel bacio non è da meno il ruolo della vista. Pertanto non bisognerebbe dedicarcisi troppo al buio e non sempre ad occhi chiusi, ma casomai in penombra o tenendoli socchiusi, salvo nei momenti più intensi in cui si vuole escludere tutto quello che non è l’intimità.
Tuttavia, quello che mi capita di vedere quando passo accanto a degli innamorati sulla panchina sono due ragazzi che mentre sono incollati l’uno all’altro approfittano del fatto che gli occhi dell’altro sono nell’altra direzione per guardarsi attorno annoiati. Nello stesso modo la preoccupazione principale di scambiarsi i respiri nasce dal dubbio che si sia mangiato pesante e se si siano prese mentine e spray in tempo utile. Eppure gli uomini e le donne si baciavano prima che avessero introdotto i dentifrici e, a meno di casi clamorosi, non mi risultano molte pagine nella letteratura erotica in cui gli innamorati titubassero ad unirsi per verificare le reciproche esalazioni alimentari.
L’ultimo bacio?
Con l’aumentare della conoscenza, ognuno di noi sviluppa una propria espressione di carattere attraverso il bacio ed esso diventa distintivo. Se gli innamorati dedicano abbastanza tempo ad ascoltare l’altro non possono non comprendere il linguaggio del suo bacio e quello che comunica, anche se è vero che, come ognuno di noi è più concentrato su quello che vuole dire e su quanto esso sia importante e unico, anche nel bacio è frequente che ognuno faccia più attenzione a quello che fa e magari anche a quanto è bravo nel farlo (“ma come bacia bene lei…!”) di quanta ne presti a quale sia il momento interiore dell’altro.
Sta di fatto che il primo sintomo della caduta di desiderio non sta affatto nel numero di volte in cui la coppia si dedica al coito, ma da quanti baci è disposta a scambiarsi. Come ho detto prima, non importa che siano baci speleologici, ma neppure il bacetto di sfuggita prima di andare al lavoro o al ritorno a casa: un avvicinamento, un istante di titubanza e il contatto creativo delle labbra.
È vero che con la convivenza queste effusioni si scambiano nelle camere da letto, ma non bisognerebbe mai smettere di farlo anche nei parchi, lungo il mare e alle stazioni, ad esempio.
Siamo in un periodo di crisi di relazioni causate da modelli stereotipati che fanno riferimento ad uno stile emancipato estremamente povero e foriero di solitudini. Si va dai sessuologi a farsi insegnare le manovre di ponte e si considera “sfigato” chi si dedichi al bacio invece che ad esperimenti arditi e numerosi.
In questa stagione avanzata della cultura occidentale, non di rado ci si scandalizza solo a vedere due genitori che si baciano appena poco più in là che sulla guancia che la scena dei nonni in preda ad effusioni sentimentali diventa più orripilante di un film dell’orrore fino a spingersi a fare fantasie di dentiere pazze.
Tuttavia, quello che dovremmo provare è una profondissima invidia per delle persone che sono riuscite a conservare, nonostante le tante difficoltà che sicuramente anche loro avranno incontrato nella vita e nel rapporto di coppia, la stessa spontaneità e l’innocenza del primo bacio di ragazzi. Non c’è nulla di più bello e di più dolce e non c’è ragione per non ostentarlo davanti a tutti come una conquista rara ed un bene prezioso: la capacità di amarsi con tenerezza di fronte al mutare delle passioni.
Perché il più delle volte, per molte delle nostre storie, l’ultimo bacio è stato il primo!