Un San Valentino sensuale non è da tutti, ma meglio niente che da coatti
Come ogni anno, preparato da innumerevoli inviti agli acquisti, anche questo febbraio è arrivato il periodo della festa degli innamorati coincidente con il giorno del San Valentino, uno dei tanti sfortunati martiri della chiesa cattolica a cui sono attribuiti diversi miracoli che vedono come protagonisti giovani innamorati, fra cui lo stesso santo.
Tuttavia, come per molte altre festività, la chiesa è andata a sostituire festeggiamenti pagani con figure rituali. Si sa, ad esempio, che molte delle feste religiose comunemente celebrate coincidono in maniera più o meno precisa con equinozi e solstizi (inizi di stagioni astronomiche) che hanno da sempre avuto significati simbolici per i cicli naturali corrispondenti.
Non fa eccezione la festività di S. Valentino che la chiesa, per non perdere il seguito del popolo comune senza per questo volere riconoscere culti giudicati peccaminosi, introdusse per sostituire la diffusa festività pagana delle Lupercalia.
Le Origini Pagane
Non tutti ormai sanno che febbraio è il mese in cui si comincia a seminare molte delle piante perché possano iniziare una gestazione che si manifesterà solo con i primi caldi primaverili. Questo periodo dell'anno viene visto dai culti naturalistici anche come la metafora della fertilità e del concepimento. Non è un caso che all'origine dei Lupercali vi fosse un preoccupante periodo di sterilità delle femmine che ricevettero come risposta dalle divinità l'indicazione di venire penetrate ripetutamente dal fauno a cui queste festività si riconducono. Queste semi-divinità dall'aspetto poco rassicurante di caprone avevano la caratteristica di un'erezione inestinguibile cui si rifà anche la medicina attuale che chiama questo sintomo “priapismo” in onore del fauno. Le donne corrono nei boschi nude inseguite dagli uomini-fauni e più o meno così si continuò a fare anche se la versione attenuata vede la loro fustigazione con pelli di capro che avrebbe dovuto indurre la fertilità.
Non è un caso che ci si trovi nello stesso periodo dell'anno famoso come i Carnascialia, giunto a noi come Carnevale, ovvero la liberazione della carne. A Venezia, dove il Carnevale è da sempre famoso e che, ben prima di Parigi, è stata patria del libertinismo di casanoviana memoria, i banditori che annunciavano l'arrivo della Quaresima nel medioevo assieme alle altre notizie si raccomandavano di non abbandonare i feti nei canali per il rischio di pestilenze (nel profondo medioevo le cose andavano così e dove non c'erano i canali c'erano le letamaie).
Ma il S. Valentino che meglio conosciamo è un festeggiamento che è stato coltivato soprattutto nelle culture anglosassoni ed lì il romanticismo ne fece perdere i connotati pagani per portarlo a noi passando per i fidanzatini di Peynet fino a farlo diventare l'orgia consumistica benpensante a tutti nota.
Una festa per tutti i gusti
I modi di festeggiare S. Valentino sono tutto sommato di due o tre tipi.
Il Modo Indifferente. Grazie al cielo una gran parte delle persone, se non ci fosse la televisione e gli SMS pubblicitari o lo spam, non si sarebbe neppure accorta che è passato il 14 bebbraio e se qualcuno al lavoro chiede loro: “che cos'hai regalato per S. Valentino al tuo fidanzato”, rispondono con un “Eh? Coosa? San che?…”. D'altro canto, si tratta della festa dei fidanzati, degli innamorati, degli ormoni in agitazione e, per quanto si cerchi di convincerci che siamo tutti eterni adolescenti, non tutti cadono nella trappola e molti, guardando il comportamento dei figli adolescenti, benedicono il fatto di essere usciti sani e salvi da quel periodo di fragilità irrazionale. Per questo non solo è giustificabile, ma è addirittura salutare che non si sentano coinvolti da questa giggionata.
Modo Ritualista e Distratto. Si tratta in fondo di due faccie della stessa medaglia. Per quanti siano gli indifferenti, per molti le date rituali segnano lo scandire del tempo e aiutano a dare un senso alla vita. Come Natale o Pasqua che hanno dalla loro il fatto che non si lavori, anche quella della mamma, del papà, dei nonni (a dispetto del loro numero conseguente alle famiglie allargate frutto delle tante separazioni), anche la festa degli innamorati è un impegno che ci fa sentire parte di una realtà condivisa. Come ogni impegno, i più organizzati se lo segnano nel calendario o nell'agenda dello smarphone, evitano di andare a casa troppo tardi per trovare ancora un fioraio o un cravattaio aperto così da non arrivare a casa a mani vuote. Cosa che non capita invece alla loro versione distratta, che “accidenti a me ho combinato un guaio, me lo sono dimenticato ma recupero domani”. In fondo, memoria a parte, si tratta di due facce della stessa medaglia, quella dell'uomo e della donna gregari che cercano ogni giorno di non essere troppo diversi dal mondo che hanno attorno. In alcuni casi, anche i loro figli che non devono essere da meno, fanno il regalo di S. Valentino ai genitori che magari ricambiano la cortesia con un pensierino: “prendete questi soldi e andate a divertirvi che mamma e papà stasera sono fuori”.
Modo Narcisista. Dice Woody Allen che la masturbazione in fondo è fare l'amore con la persona che ami di più, e non si può non riconoscergli una discreta ragione. Le cose cambiano quando per fare l'amore con te stesso hai bisogno di usare un altro. Per fortuna spesso queste cose capitano fra persone con gli stessi gusti. Per costoro la festa degli innamorati arriva a proposito e in genere è un'occasione in cui l'amore fa rima con potere. Lei si aspetta dei regali costosi e si darà o meno in funzione dell'afrodisiaco ricevuto della dimensione di un gioiello o di un bene di lusso in genere, sperando che il ricevuto sia superiore alle aspettative di per sé già sufficientemente alte. Lui consumerà più per dimostrare il potere di cui gode suggellato dall'esborso, ma non è improbabile che non si tratti dell'unico regalo del giorno con quanto ne consegue. In definitiva entrambi sperano di essere compiaciuti da se stessi più che dall'altro, ed essendo l'immagine che hanno di sé superiore a quella che gli arriva dall'altro, quando baceranno o si uniranno in realtà lo faranno con il proprio avatar.
Suggerimenti per un S. Valentino alternativo
Per chi si ama veramente, per i fidanzatini di Peynet nostri contemporanei di tutte le stagioni, come canta Battiato, tuttavia questi festeggiamenti possono essere un'occasione in più per lasciarsi andare alle effusioni e qualche regalino, dal fiore al cioccolatino, può non starci male. Tuttavia, il regalo migliore non è la sorpresa che si fa all'altro, ma la complicità nel progettare la festa insieme. Cari fidanzatini appassionati, voglio quindi suggerirvi due proposte semplici semplici per uscire dal S. Valentino dei coatti. Potete ispirarvici oppure prenderle solo in considerazione per inventare qualcosa che piaccia di più a voi, sempre all'insegna della complicità.
Intimità sensuale. Prendetevi tutta la giornata per voi stessi. Se lavorate, mettetevi in ferie, altrimenti datevi per contumaci. Incominciate a cercare insieme della biancheria intima chiedendo all'altro come piace senza lesinare suggerimenti arditi. Nei preparativi andate a ricercare afrodisiaci di ogni genere, da quelli olfattivi, come essenze o incensi, a quelli alimentari, le ostriche, le uova, il prezzemolo, il tartufo, l'aglio (che però devono assaggiare entrambi in misura contenuta), i fichi d'India, la vainiglia… Che ognuno regali a sè stesso un tattamento estetico e rilassante (perché il segreto dell'eccitazione è il rilassamento intimo) e poi compri un olio caldo e sensuale per potere poi dedicare il dopo cena a dei massaggi reciproci molto prolungati. Fate durare a lungo le coccole, perché almeno fino a mezzanotte è sempre festa e vivetela come un modo per rinforzare la vostra intesa intima (invece di disperdervi in feste o discoteche come tutti gli altri giorni) per finire a dormire insieme nella posizione a cucchiaio.
La festa di non-S. Valentino. Come nel paese delle meraviglie di Alice festeggiavano la festa di non-compleanno, il suggerimento che amo di più è quello di festeggiare S. Valentino tutti gli altri 364 giorni dell'anno. Allora come passare la festa degli innamorati? Anche qui con la complicità. Accordandosi entrambi di trascorrere la giornata, il più a lungo possibile insieme, ma negandosi ogni tipo di effusione, dal bacio al contatto, dalla parola innamorata, al regalo, persino agli appellativi come “cara”, “tesoro” e, ovviamente, “amore”. Potete però manifestare all'altro la frustrazione di questa rinuncia, e l'altro giocherà a rinforzare la volonta dell'astinenza amorosa. Fare un po' come il giorno di digiuno che si usava nelle religioni, come il ramadan o come il venerdì senza carne. Potete giocare a fare all'altro le confidenze sui pensieri più reconditi su di lui/lei ma solo in terza persona, come se li raccontaste ad un'amica o a un amico e l'altro dovrà rigorosamente evitare il tranello di entrare nella parte, a rischio di pagare un pegno salato. Trascorrete in questo modo la giornata di non-festa sapendo che allo scoccare della mezzanotte si aprirà il resto dell'anno tutto festivo. Non è un peccato regalare all'altro l'assunzione della pillola blu, non perché non ne sia capace, ma proprio per esagerare, oppure bevete moderatamente degli alcolici il giusto indispensabile per attenuare le barriere inibitorie, guardatevi negli occhi in attesa che lo scoccare della mezzanotte (che avrete impostato nella suoneria del cellulare) vi risvegli, poi, lì dove siete, badando di non incorrere in un arresto per turbamenti al pubblico pudore, denudatevi e rincorretevi e assalitevi, come licantropi o come vampiri, o più semplicemente come primitivi pagani inebriati dalla transe e possedetevi facendo tutte quelle cose amorose che non avreste mai pensato di concedervi. Scappate e poi fatevi riassalire dal desiderio, trascorrendo una notte brava che – attenzione – funzionerà però solo in proporzione a quanto avrete rinunciato durante il giorno e, non ognuno per conto suo, ma indissolubilmente uniti nell'astinenza vogliosa.