Uguaglianze diverse

Libertà, uguaglianza, solidarietà, parità. Giuridicamente me ne sono fatta una pelle. Di certi principi ho fatto il pieno con trasporto. Equità, ragionevolezza, valori di nobiltà assoluta, di cultura avanzata, di democrazia.

Ma in pratica la storia scrive altre pagine. Fatichiamo a sostenere il disagio in famiglia, sul lavoro, tra gli amici. Figuriamo nel macro cosmo della società allargata.

Lo vediamo ignobilmente nelle relazioni con deboli e bisognosi, lo tocchiamo scioccamente o ipocritamente con l’omosessualità, lo respiriamo angosciosamente con l’immigrazione.

Mi disgusta e mi terrorizza il cinico sprezzo dei duri, degli intolleranti, di quelli che non sopportano le umane sfumature e tanto meno sono disponibili a condividere con tutti luce e cammino. D’altra parte mi preoccupa e mi infastidisce la retorica delle aperture facili, della fratellanza universale a portata di mano, dell’indulgenza totale.

E’ tragicamente più facile che mantengano intenti e promesse i primi dei secondi, accidenti. In questi tempi di egoismo frenetico, di panni sporchi, di spocchie lussuose ed effimere, di impoverimento culturale, di deficit d’amore e di giornate troppo piene di niente per lasciar spazio a qualche alito di autentica umanità quello che urlano i primi è comodo, spaventosamente realistico, tristemente compreso, quello che proclamano i secondi è manciata di parole che non arriva a scaldare la pelle e a convincere.

Ciondoliamo tra i fustigatori delle diversità e coloro che le agitano come bandiere, senza neanche notare quanto la diversità è somiglianza.

Credo che la nostra dimensione spirituale abbia bisogno di potenti iniezioni di saggezza, volontà, passione. Perché dobbiamo affrancarci dalle persuasioni scivolose, dall’arroganza, dalla sciatteria, dalla crudeltà. Dobbiamo ritrovare la fierezza della nostra natura e tirar fuori dalla naftalina il pensiero.

Altro che questioni intellettuali di civiltà. Questa è una grande causa di pura sopravvivenza. Non possiamo più fare sconti ai lupi e lasciar morire gli agnelli. E non dobbiamo più stordirci di chimere vergognose. Se abbiamo imparato che non c’è un mondo del bene che possa cancellare quello del male, dobbiamo imparare però anche che la giustizia, la comunanza, la sensibilità sono scelte obbligate per le persone di buon senso e sani sentimenti. La ruota gira e possiamo sempre ritrovarci a soffrire quello che abbiamo fatto patire agli altri. Ecco, ricordiamoci questo per partire se proprio abbiamo bisogno di qualche stimolo per accendere i motori. 

Non esistono formule magiche, in verità.

Ma esiste il senso di orientamento. E anche qualcosa che non vi piacerà ma è importantissima: la difficoltà. Non possiamo credere che ci sia dato godere di sciolte esistenze, incuranti degli affanni altrui, refrattari alle regole e al buon gusto, apatici alle pene collettive. E’ ora di capire che a maniche rimboccate, con la dignità che gonfia il petto e la carità in testa possiamo fare la rivoluzione.

Coraggio!