Quello dei bambini di fronte alla separazione dei genitori è tema attualissimo, spesso dibattuto in termini di trauma psicologico, talvolta attraversato come terra di egoismo o immaturità degli adulti e di disperato smarrimento dei figli, qualche volta evocato come occasione di intenso percorso emotivo tra le pieghe dei nonni protettivi, le note non convenzionali delle famiglie “allargate”, l’esperienza di crescita offerta da una realtà che si trasforma.
La verità è complessa. Non esiste rimedio infallibile che eviti il dolore, l’affanno, lo sbandamento, la tristezza. Ma è necessaria la consapevolezza quanto la sensibilità e la determinazione a comprendere e attivare i meccanismi di elaborazione delle difficoltà. Solo così, serenamente, è possibile aiutare i bambini a scacciare la paura, l’insicurezza, la malinconia e a far fiorire energie e risorse.
L’amore è essenziale, ovviamente! E di amore è colmo l’appassionante viaggio di Manuela Mareso nel labirinto di approccio e poi di cammino nell’universo della sua bambina nella tempesta familiare.
Manuela Mareso usa la fiaba come una bacchetta magica. E non vi è nulla di campato in aria, non è una leggerezza frettolosa e semplicistica.
La prima cosa che i bambini si trovano con fatica a dover accettare è che non vi è capriccio o strategia di “seduzione infantile” che riporti nello stesso nido mamma e papà. Allora è ingiusto, e peraltro credo impossibile, mentire, costruire gabbie dorate, trascinare i figli nel balletto osceno delle colpe, pretendere un’improvvisa responsabilità da adulti in erba, ed è invece essenziale cercare la via di accesso alla loro dimensione, sintonizzarsi sulla loro lunghezza d’onda, adottare la straordinaria filosofia dell’autenticità.
La fiaba di Manuela Mareso non è solo conforto ma piccola e chiara lezione di umanità. La più grande saggezza si elargisce con un sorriso denso di speranza e conforto ma anche, o forse soprattutto, di apertura alle opportunità. Ecco, il messaggio delle fiabe può racchiudere la ricchezza delle diversità, la capacità di tollerare la sofferenza o di ricavarne lo stimolo al coraggio e al sogno, la possibilità di esplorare l’esistenza in tutte le sue sfaccettature.
Con fantasia, impegno, affetto Manuela Mareso trova la chiave per dipanare la matassa e trasmettere alla sua piccola segnali di forza, di fiducia, di entusiasmo. Perché il viaggio intrapreso non vuole e non deve negare alla bimba il malessere, gli ostacoli e le ansie, può invece raccoglierli, accarezzarli e condurli nella inevitabile evenienza dell’esistenza e nel bagaglio di sensibilità e di conoscenza che potrà svelarle altre luci e altro calore.
Per la sua bambina, per tutti i bambini, questa è una porta aperta: proprio dalle pene si può uscire “migliori”…
In un panorama editoriale che non mi pare veda trionfare il genere, l’opera di Manuela Mareso appare ancora più audace e intensa. Il libro si legge in un baleno ma resta impresso nel cuore: ottimo stimolo per genitori separati in angoscia da crisi dei loro piccoli, gradevolissimo momento di riflessione gioiosa per tutti. A me ha catturato già dal sottotitolo “fiabe-ombrello per famiglie in trasformazione”.
“La fiaba spezza il silenzio” osserva genialmente e autorevolmente Maria Rita Parsi nella prefazione. E quelle di Manuela Mareso hanno un tratto notevole: veloci, tenere, palpabili, “quotidiane” come l’emergenza pratica della situazione impone. Perfettamente calzanti, stringenti, incisive insomma. Quasi un “manuale” in pillole o una bussola per orientarsi e affrontare le inquietudini dei figli dopo lo strappo familiare.
Felice il tocco di Elena Tammaro con le splendide illustrazioni delle fiabe.
Manuela Mareso, Sotto il temporale, Edizioni Il Gruppo Abele, I BULBI dei piccoli.