Sebbene alle nostre latitudini sia pratica sconveniente, il rutto libero tra giovani goliardi dopo generose libagioni è quasi una trasgressione simpatica. Non può dirsi altrettanto dell’indecenza verbale di “onorevoli” signori nel pieno svolgimento delle loro pubbliche funzioni.
Sdoganato da Beppe Grillo con il V day pure i suoi nemici e detrattori lo fanno ora trionfare a squarciagola. Te c’hanno mai mannato a quel paese di Alberto Sordi è un antenato elegante e illustre del più triviale invito che ha colpito il cuore delle istituzioni.
Ovviamente lo sprezzo della forma e dell’educazione la dice lunga sull’assenza di rispetto per il popolo e per il Paese che persone e luoghi rappresentano o dovrebbero rappresentare. D’altra parte questo non meraviglia, non potremmo aspettarci molto di più dal nostro grottesco contesto politico. Quello che mi sconcerta è che non c’è goccia che faccia traboccare il vaso, sopportiamo tutto, in un’inerzia che traduce tutto il nostro imbarazzante degrado culturale.
Certi scivoloni, si dirà, sono anche la prova di una tensione ingestibile e di un tessuto ormai sfibrato. Ma la verità è che Intemperanze e incontinenze sono manifestazioni di un costume scabroso, irriguardoso, superbo. Il problema non sono le drammatiche pressioni. Anzi. Queste dovrebbero, se mai, generare qualche onesta illuminazione. Macché. Siamo all’insolenza del potere che non sente vincoli di decenza, limiti di ragionevolezza, obblighi di onestà.
Ho tanta voglia di indirizzare l’insulto clou di questi giorni a tutti, a destra e a manca. Giusto perché sia chiaro che mi risulta difficile accusare qualcuno e assolvere gli altri.
Ma il v day appunto non sarebbe più originale. Devo trovare metodi alternativi e decisamente, o rudemente, efficaci per rimandare lo sprezzo al mittente. Magari con lo scatto micidiale di una catapulta. Perché i mezzi soavi, quelli che una volta genialmente (mi sia concesso un lampo di immodestia) mi venne da definire supposte d’autore, temo siano troppo delicati, nobili e dotti per essere colti da una cricca di zoticoni.
Ho sempre odiato le vie cruente, accidenti. Eppure ora mi prudono assai le mani. Devo preoccuparmi del moto rivoluzionario che monta dentro di me come se avessi ingurgitato una tonnellata di lievito?