Voglio che Pia cresca come la figlia di un calciatore riassume, più o meno, il tenore delle dichiarazioni di Raffaella Fico.
Mario Balotelli è il papà che fa fico avere, in estrema, amara sintesi. Qui l’amore di un padre non conta. Sono ben altre le qualità e le possibilità alle quali Raffaella Fico ambisce per la figlia.
Dovrei provare qualche tristezza per lui. Un uomo che vale solo in quanto calciatore di alto rango probabilmente qualche motivo di delusione o infelicità potrebbe provarlo. Il fatto è che non mi riesce di fingere grande comprensione e solidarietà: presumo abbia avuto tutte le opportunità per comprenderla a priori questa realtà ma non ha evidentemente ritenuto di non volerla vivere.
Quello che non posso evitare è il dispiacere per la piccola Pia che, con la sua mamma assai parlante e ingombrante, magari faticherà a sapere che le donne possono anche amare e rispettare, avere dignità e dolcezza, proteggere valori e intimità. Che le donne possono anche essere felici di una serena e autentica seconda classe. Che le donne possono partorire con forza e gioia il frutto di sentimenti senza portafogli, insomma con un Mario padre e non un Mario calciatore.
Ci sarà qualcuno pronto a dirmi che non posso indagare sulle emozioni e sulle scelte di chi non conosco. E potrei convenire se Raffaella Fico avesse taciuto, se potessimo occuparci di una vita e di una società dove le riflessioni di Mario Balotelli non arrivano sui social network, se Pia domani non fosse una di noi tra noi, se non passasse a migliaia o milioni di ragazzini e ragazzine l’idea che fa fico avere una figlia da Balotelli.
Se tutti i tempi vengono verrà anche quello in cui la prima classe non sta nel portafogli o nella notorietà? Magari per potercelo augurare dobbiamo iniziare, almeno, ad esprimere il desiderio.
Ecco, diciamo che io sogno quel momento lì e voglio credere che prima o poi i sogni si avverino.