Almeno quello femminile, magari. Già, il burkini, neologismo che coniuga burka e bikini, è il costume integrale per le donne islamiche. Potendo nuotare ma non mostrarsi la soluzione viene da una adeguata creazione di moda.
Chi lancia il burkini evidentemente ha stimato un interesse di mercato, penso.
E allora è anche probabile che il tempo sia portatore di novità, anche per il corpo e la cultura. Che insomma non è poi detto che resti lì, riservato alle fedeli di Allah.
Già. Chissà cosa ci riserva il futuro. Siamo qui a tribolare con l’integrazione, a sfoderare le insofferenze per certe rigidità religiose, a rivendicare la libertà, pure quella del nudo, poi guarda le aziende cosa ti tirano fuori. Il burkini, altro che vedo non vedo, culotte o tanga, lì è solo la fantasia a poter svelare qualcosa.
Sto correndo? No, capisco che il commercio debba badare a tutto e tutti. Incluso il fatto che le acquirenti devote alle coperture possono essere molte, moltissime. Ecco, forse sto solo riflettendo sui numeri. E potrei finire per darli se non metto un punto.
Non è proprio una novità dell’ultima ora anzi, in molte parti del mondo ha già fatto parlare, ridere e piangere. Mi chiedo, se mai, qui da noi che si dice?
Quanti burkini sono stati avvistati sulle nostre piagge o nelle nostre piscine?