E’ iniziato in Senato l’iter parlamentare del cosiddetto disegno di legge Salvaciclisti che prevede delle modifiche all’articolo 148 del codice della strada in materia di tutela della sicurezza deiciclisti, attraverso il “divieto di sorpasso di un velocipede a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo”. Nel 2015 sono stati 252 i morti in bicicletta
Il primo firmatario della proposta è il senatore di Cherasco Michelino Davico, che ha raccolto a Palazzo Madama 62 senatori intorno al disegno di legge e tanti campioni delle due ruote come GVittorio Adorni, Gianni Bugno, Edita Pucinskaite, Alessandra Cappellotto, Paolo Bettini e Alessandro Ballan.
Commenta Michelino Davico: “Sono felice che questo disegno di legge abbia attirato l’attenzione dell’opinione pubblica su di un tema troppo spesso sottovalutato. Qui si tratta di garantire maggior sicurezza a tutti coloro che scelgono di utilizzare la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani e di rendere un po’ più sicure le nostre strade. Mi auguro che questa convergenza sia confermata anche nei prossimi mesi per consentirci di giungere rapidamente alla adozione della modifica all’articolo 148 del Codice della Strada. Si tratterà di un cambiamento importante che necessiterà di essere accompagnato anche da una presa di coscienza da parte degli automobilisti che saranno chiamati a prestare maggiore attenzione alla presenza dei ciclisti sulla carreggiata”.
La norma che prevede il sorpasso di una bicicletta a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo è già in vigore da tempo in molti altri Paesi.
Una giornata particolare – per certi versi unica, certamente indimenticabile: tutti, ma proprio tutti, fianco a fianco con un solo impegno da condividere: salvarne anche uno solo. Chi c’era oggi a sostenere la modifica al codice della strada (amici, famiglie, testimonial, campioni, cicloamatori, operatori della strada, direttori di gara, rappresentanti delle famiglie, protagonisti e familiari di vittime di incidente, Polizia di Stato, ciclisti prof) sapeva in cuor suo che stava sostenendo una battaglia di civiltà che passa da una maggiore consapevolezza quando si guida, sia che si guidi su quattro che su due ruote. Codici di comportamento, prima ancora che codice della strada.