L’Assessore alla Viabilità ed ai Trasporti Claudio Lubatti ed i suoi colleghi di Milano e Bologna Maran e Colombo hanno scritto al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: nella lettera inviata al Ministro si sollecitano provvedimenti a favore della mobilità ciclabile nell’ambito della revisione del Codice della Strada. Il testo della lettera
La riforma del Codice della Strada è un momento fondamentale per colmare il divario normativo tra il nostro paese ed il resto d’Europa in termini di mobilità nuova. La riforma è l’occasione per introdurre anche in Italia azioni finalizzate a facilitare e rendere più efficaci gli interventi a favore della mobilità ciclabile nell’ambito urbano, che trovano un grande freno proprio nell’attuale corpus normativo, e per armonizzare la normativa nazionale con quella di molte altre realtà europee. Il senso unico eccetto bici, le case avanzate, la svolta continua a destra, l’apertura delle corsie dei mezzi pubblici alle biciclette, le zone 30 sono tutte azioni diffuse da tempo in quasi tutti i paesi europei che hanno dimostrato con la pratica la propria efficacia sia per favorire l’aumento del numero di ciclisti sia, cosa ancora più importante, per garantire la sicurezza di chi si sposta in bicicletta.
Sono questi tra i temi che dobbiamo affrontare ogni giorno come assessori e che abbiamo anche sottoposto al Ministero come ANCI. Rinunciare anche solo a sperimentare queste azioni vuol dire fingere di ignorare una serie di pratiche già ampiamente diffuse nelle nostre città e rinunciare a normarle correttamente affinché siano praticate in piena sicurezza. Perdere l’occasione di innovare la nostra mobilità non può che aumentare il preoccupante ritardo con il quale l’Italia sta perseguendo una delle politiche che la comunità europea riconosce tra le più importanti al fine del raggiungimento degli obiettivi assunti in tema di sostenibilità; ritardo che sappiamo essere imputabile anche all’arretratezza del suo attuale apparato normativo.
Ci auguriamo che la bocciatura del senso unico eccetto bici avvenuta in sede di Commissione della Camera non significhi dover rinunciare al contributo che anche l’Italia è chiamata a fornire per il raggiungimento degli obiettivi comunitari della sostenibilità, ma sia anzi l’occasione per riflettere su questo errore e consentire nei passaggi successivi un voto favorevole maturo e consapevole. Chiediamo pertanto una revisione della decisione, rendendoci disponibili per un audizione specifica dove avremo modo di dettagliare le nostre posizioni e motivarle raccontando la quotidiana rivoluzione culturale che è in corso nelle nostre città in tema di mobilità e che il Parlamento non può ignorare.