Un pupazzetto di Superman a cui manca un pezzo di una gamba, nascosto nel suo armadietto del reparto. È questo l’elemento rivelatore, che fa capire che il giovane laureando in medicina è lo stesso che dieci anni prima era stato seguito da DOC, quando gli era stata amputata dal ginocchio in giù, una gamba. Finalmente un personaggio fisso, che è giovane, abile nel suo lavoro e accidentalmente anche disabile. Uno spaccato di realtà. Non so ancora decidere se la nuovissima serie tv della Rai, “DOC nelle tue man” mi piaccia, ma ha sicuramente molti aspetti interessanti. Uno di questi è la presenza di un personaggio fisso con disabilità. Si tratta di Riccardo (Pierpaolo Spollon), il giovane assistente del Dr. Andrea Fanti (Luca Argenterò). Certo è solo l’inizio, ma rispetto alla media dei prodotti tv italiani è già un passo avanti come lo è l’affrontare temi quali l’endometriosi e la prescrizione selvaggia di ansiolitici ai minorenni. Per ora il mio giudizio è sospeso e se non si cade troppo nel melodrammatico, la serie potrebbe anche arrivare a piacermi!
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In Un posto al sole, é comparsa una sedia a rotelle…mi raccomando non demonizzatela!
Oggi sposto l’interesse del mio occhio indagatore dalla realtà alla fiction. In particolare mi sono concessa il piacere di raccontare una storia di gambe disabili, provenienti da Un posto al sole. Questa serie tv va in onda con grande successo su Rai Tre. È stata una delle prime soap opera italiane ed è interamente ambientata a Napoli. Devo confessarlo. Amo moltissimo questa serie. Anche perché gli autori adattano le trame all’attualità e cercano di parlare spesso di tematiche sociali importanti. Nelle ultime settimane si è parlato con delicatezza e serietà di violenze domestiche ora è stato toccato il tema della disabilità, dell’uso della sedia a rotelle e della riabilitazione.
Come potete vedere cliccando qui.Il protagonista della storia è l’invincibile Franco Boschi. La scelta è molto azzeccata perché può fare capire meglio come la disabilità possa entrare nella vita di chiunque, indipendentemente dalla sua prestanza fisica. Però cari sceneggiatori non create troppo ildramma intorno alla sedia a rotelle! Quell’ausilio, per noi disabili diventa spesso un fantastico mezzo di libertà!