Torino puo' farcela

Torino Film Festival

E’ difficile cercare di fare ordine nel pasticcio che ora circonda il festival del cinema di Torino.

Questo nacque per una benemerita iniziativa del professor Rondolino  e venne poi sostenuto da amministrazioni di destra e di sinistra. Si tratta di una cosa un po’ strana: un’iniziativa privata largamente sponsorizzata dagli enti pubblici. Della qualità del festival nessuno ha mai discusso; si è sempre trattato di un festival di ottimo livello.  Ciò non esclude che si possa fare ancora meglio.

Innanzitutto non sarebbe male chiarire la natura del festival: se si tratta di un’iniziativa privata, dovrebbe davvero comportarsi da tale, preservando la propria indipendenza, rifiutando finanziamenti pubblici. Se si tratta di un ‘iniziativa pubblica, andrebbero definiti i modi di intervento dell’ente pubblico nella conduzione del festival.

Da un lato fa un po’ specie il comportamento degli organizzatori che escludono ogni diritto degli enti pubblici a mettere becco negli affari del festival e peraltro chiedono i denari pubblici.

Gli amministratori pubblici, l’assessore Oliva in testa,  devono fare attenzione a non rompere il giocattolo. Ottima è l’idea di portare un regista vincitore di grandi premi internazionali (Moretti) a Torino,  ma sembra un po’ azzardato farlo, senza avere prima chiarito a chi appartiene il Torino Film Festival.

Le parti dovranno saper scendere a patti. La Città e la Regione dovranno saper riconoscere il contributo fin qui dato dal professor Rondolino e dai suoi collaboratori. Loro dovranno rendersi conto che hanno potuto realizzare certe cose solo grazie al sostegno della città e degli enti pubblici.

Una soluzione definitiva dovrebbe prevedere che il  festival appartenga solo ed esclusivamente alla città, e   che a Rondolino ed ai suoi collaboratori venga riconosciuto per i prossimi cinque anni un ruolo importante nella gestione del festival.

La città ha bisogno di un accordo non di beghe da paese.

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