Torino puo' farcela

Museo Egizio: rettifichiamo ed aggiungiamo

Nei giorni
immediatamente precedenti il Natale siamo tornati al Museo Egizio. Benche’
facesse freddo e ci fossero le vacanze di Natale, non c’erano molti visitatori.
In piu’ di due ore di visita non ne abbiano visti piu’ di venti.
Le cuffie con
spiegazioni in italiano, inglese e
francese sono gia’ presenti e funzionanti. Quindi il nostro suggerimento in
merito, su questo stesso sito, era inutile. Mentre ci rallegriamo di quanto
gia’ c’e’ e chiediamo scusa per aver dato un consiglio inutile, notiamo che spiegazioni
in altre lingue potrebbero essere benvenute. 
Bisogna pero’
notare  che alcune vetrine non hanno il
numeretto di riferimento per le spiegazioni audio. Anche solo con le
spiegazioni attuali un visitatore puo’ riuscire a non sentire tutto, perche’
c’e’ gia’ molto da ascoltare. Resta il fatto che spesso al visitatore piace
scegliere; passare davanti ad una vetrina senza spiegazioni genera un po’ di
frustrazione.
Confermiamo che
al primo piano molte bacheche
continuano ad avere spiegazioni solo in italiano o non hanno spiegazioni. La
situazione al piano terra (Egitto pre-dinastico) e’ migliore.
In generale
l’attuale disposizione dei reperti soffre di mancanza di spazio. Il museo e’ molto delicato e sarebbe in
pericolo in presenza di molti
visitatori. Non sappiamo se ci siano molti reperti non esposti, ma
semplicemente con i reperti attuali un piano in piu’ nello stesso palazzo
sarebbe appena sufficiente per proteggere maggiormente i reperti e rendere le
sale accessibili da piu’ persone senza rischi per il patrimonio.
Se i reperti
fossero solidamente difesi, il museo potrebbe anche divenire sede di ricevimenti
di aziende e privati, con  pagamento a
beneficio del museo. Nelle attuali condizioni i rischi sarebbero troppo grossi.
Il problema spazio non
e’ da poco. Da un lato e’ bello vedere il Museo nella sede che lo ospita da
secoli, dall’altro il palazzo puo’ divenire il piu’ grande limite del Museo
stesso. L’ideale sarebbe se oltre ad i locali della Galleria Sabauda si
riuscisse anche a reperire altri vani nello stesso palazzo ed in edifici vicini.
Ce ne sono?
Il personale
dovra’ venire incentivato a formarsi. Benche’ il personale del primo piano sia
stato molto gentile, un semplice problema  con una cuffia sonora (passare da una lingua
all`altra) non ha potuto essere risolto dal personale del piano, ma ha
richiesto uno scomodo ritorno (con coda) alla cassa. La cliente in questione e’
stata richiamata per uso improprio dell’apparecchiatura. L’accusa era probabilmente fondata, ma una turista in vacanza non si aspetta di venire sgridata per una svista in un
posto dove ha pagato piu’ di 11 euro tra biglietto e cuffia sonora.
Il Museo potra’
ancora raccontare mille storie interessanti. Potra’ attrarre gli amanti degli animali,
parlando di mucche, coccodrilli, uccelli e gatti. Anche per certi animali  dovrebbe essere disponibile un servizio di
mummificazione.  Esso potrebbe dare
conforto a sconsolati padroni di gatti, da poco trapassati e potrebbe generare un`interessante fonte di reddito per il museo.
Il Museo Egizio parla di scioperi e relazioni sindacali durante la costruzione delle piramidi, di
contabilita’, di giustizia, di architettura e di sesso; i papiri erotici del
Museo forse potrebbero essere maggiormente reclamizzati.
Apprezziamo che
nel negozio del Museo ci sian gia’ molti libri. Se ci fosse piu’ spazio ci
starebbero bene anche scarpe infradito, parrucche, sedie, tavole incerate per scrivere e
scacchiere. Sarebbe il caso di svilippare un marchio del Museo Egizio, sviluppando
varie serie di prodotti e servizi . Sempre in un museo con piu’ spazio, potrebbe trovare
spazio un’agenzia di viaggi specializzata in viaggi in Egitto. Essa dovrebbe
pagare cospicue percentuali al Museo stesso.
Il sito internet
del Museo dovrebbe divenire un museo virtuale, dove i curiosi australiani,
cinesi o canadesi possano iniziare a pensare a Torino ed al suo Museo ancora
seduti a casa loro.

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