La denuncia sottolinea anche un altro aspetto molto grave dell’aumento dell’Iva, ovvero meno prevenzione e randagismo fuori controllo, ma anche, in alcuni casi, eventuali prestazioni “in nero”, quindi maggior evasione. Questo dato, invece che portare denaro nelle casse del Fisco, potrebbe avere un effetto dissuasore degli obbligi a cui sono tenuti i cittadini. Il 15,3% di proprietari, che ancora oggi non adempie agli obblighi amministrativi e di prevenzione delle malattie trasmissibili, potrebbe aumentare proprio come aumenta l’Iva. E non sempre è per ragioni egoistiche o di disattenzione, ma anche perché, pur amando il proprio animale, una famiglia media, oggi non riesce a far quadrare il proprio bilancio. Insomma, nei cosiddetti conti della serva, le spese medico-veterinarie non sono tra le voci più importanti quando non si sa cosa portare in tavola o nella ciotola!
Due milioni e duecento mila animali, fra cani e gatti, non vengono mai sottoposti a cure veterinarie, sfuggono alla contabilità delle anagrafi canine e ai conseguenti calcoli del Tesoro. Per firmare la petizione contro lo sfruttamento fiscale degli animali: http://www.anmvi.it/424/petizione-al-governo-contro-lo-sfruttamento-fiscale?#