Insomma, un’Italia divisa dal… pelo canino! Gli autori di Dog Whisperer operano anche ospitando, in trasmissione, i cani dei canili e, secondo lo staff di Milan, è utile per offrire all’animale una possibilità di adozione, una volta che il pet in questione, dal difficile carattere, sia rieducato e adatto alla vita in famiglia.
Si legge nel comunicato: “Millan si rapporta al cane come se fosse una macchina da domare con la quale il proprietario non ha nessun ruolo relazionale. Negare l’esistenza della cognizione animale ed utilizzare un metodo basato sulla punizione positiva (forza fisica) nega tutto ciò che negli ultimi anni è stato scoperto grazie a studi scientifici, veterinari ed etologici sul cane e sul lupo. Tali metodi sono quindi assolutamente privi di ogni base scientifica e molto pericolosi per il benessere dei cani, ma anche per la sicurezza delle persone. Il grave stato di prostrazione psicologica e fisica in cui versa la maggior parte dei cani protagonisti loro malgrado degli episodi di Dog Whisperer è dannoso per cani di proprietà, ma sarebbe devastante per cani di canile, spesso reduci da situazioni di maltrattamento o interessati da problemi comportamentali”.
Millan, messicano naturalizzato americano, oltre ad essere un personaggio noto al grande pubblico, è uno scrittore di best seller, sempre in ambito animalesco. Ha iniziato la sua carriera come addetto alla toelettatura, poi è passato ad Hollywood in uno dei più importanti centri di addestramento canino e, poco alla volta, grazie a persone facoltose conosciute nella sua vita per ragioni professionali, nel 2007 ha fondato la sua associazione no-profit, la Millan Foundation, la cui missione è la riabilitazione e il soccorso di cani abbandonati e maltrattati.