L’oro verde della felicità: olio extravergine di oliva- Frantoio Peltristo

Poche sono le colture e i prodotti potentemente radicati nei millenni, e nelle abitudini di tutti noi. L’olio di oliva ha certamente una storia millenaria, i primi olivi risalgono, infatti, a più di 7.000 anni fa, tante sono infatti le tracce lasciate nel corso della storia che ne testimoniano la sua importanza.

 

L’olio di oliva è qualcosa di verace, pregevole, unico, proprio come la verità che emerge sempre, come la caratteristica dell’olio di non mischiarsi con l’acqua quando viene aggiunta.

L’olio umbro è noto per le sue peculiarità organolettiche che gli conferiscono un sapore distintivo, in Umbria infatti si trova il miglior olio EVO. L’olio EVO dell’Umbria è apprezzato a tavola perché è flessibile e adattabile ad ogni tipo di piatto. Ciò è dovuto alla qualità del terreno ed è uno dei motivi, che insieme al clima, rende l’Umbria una regione particolarmente adatta alla coltivazione degli ulivi.

 

 

L’azienda Agricola Frantoio Peltristo è immerso nel cuore dell’Umbria e produce un olio extravergine di oliva dal sapore tipicamente umbro certificato come DOP Umbria. Gli  oliveti vengono concimati da oltre 15 anni esclusivamente con concimi organici e non vengono trattati con prodotti fitosanitari. A partire da ottobre 2009 una parte di questi oliveti sono stati iscritti e vincolati al regime della coltivazione biologica.

Abbiamo avuto la possibilità di degustare i sapori e gli odori tipici delle loro cultivar, che offrono generosamente al palato tutta l’anima del suo frutto trasformato in un tesoro sotto forma di olio dalle proprietà organolettiche eccellenti.

L’estrazione viene prodotta rigorosamente a freddo, le varietà colturali più diffuse sono: frantoio, leccino,  moraiolo e  dolce agogia. L’extravergine  che si ottiene dalle olive di questa zona ha un gusto molto equilibrato e particolare, sprigiona sentori di erba fresca appena tagliata, al gusto rivela una nota piccante con retrogusto amaro che sovente ricorda  il carciofo.

 

 

 

 

 

Chicche di produzione

Dall’anno 2008 hanno iniziato la produzione di condimenti naturali macinando le olive assieme a frutti e altre piante. Oggi producono condimenti a base di olive e limoni, arance, rosmarino, basilico, curcuma zenzero e pepe nero e peperoncino. Tutti gli ingredienti utilizzati in fase di lavorazioni sono naturali e non vengono utilizzati estratti chimici ed essenze.

 

L’Umbria all’improvviso ; hotel scenari e gusto

Dammi tre parole, Natura, cultura, passioni, e ti porto in Umbria a cuor leggero … 

 

L’umbria ha un cuore verde e generoso di fertili ulivi e colline di ombrose boscaglie d’Erica. E i frutti della sua terra sono dolci come un tramonto sul mediterraneo. E se la natura dell’Umbria è prorompente ci sono racchiusi in Borghi arcaici, e in città piene d’arte forgiate nei secoli luoghi umani di grande suggestione, fatto di tradizioni, testimonianze, e autentiche passioni. Nonostante il suo successo l’ Umbria è genuina e conserva tutto il suo carattere schivo e autentico.

Perché ci sono persone che vengono qui da tutti i continenti per visitare

i simboli della natura umbra? ci sono sicuramente le Cascate delle Marmore per scoprire i Paesaggi d’acqua, ai suggestivi itinerari dalle tre isole del Lago Trasimeno all’acqua del borgo di Parrano, vicino Orvieto, con le Tane del Diavolo: territorio caratterizzato da una suggestiva flora e da grotte di origine carsica ideali per escursioni indimenticabili.

BORGHI DA SCOPRIRE PANICALE, BORGO DELLO SPIRITO DI SAN MICHELE ARCANGELO

Panicale è muta, vale a dire silenziosa per l’atmosfera che si incontra, e abbracciata in cima ad una collina a 441 metri sopra il livello del mare, ai piedi del monte Petrarvella nella Val di Chiana romana, situata tra la vallata del lago Trasimeno e la valle del fiume Nestòre. Le sue terrazze panoramiche   sulla vallata umbra permettono di ammirare scorci inattesi che hanno incantato nel tempo pittori, poeti, e semplici viandanti.

Panicale

Entra nel borgo da Porta Perugina li troverai in Piazza Umberto I, una delle piazze principali. Da qui si parte icon le strette stradine che risalgono ad un secondo livello e infine a Piazza Masolino, il punto più alto di Panicale. Nella Piazza non potrai non notare l’imponente Fontana, risalente al 1473.

Da non perdere; La Chiesa di San Sebastiano, datata tra il XIV e il XV secolo, conserva gli affreschi La Madonna in Gloria e soprattutto Il Martirio di San Sebastiano, opera risalente al 1505 di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come il Perugino.

Il Palazzo del Podestà risale al Trecento e costituiva la sede del potere politico locale, mentre ospita oggi l’archivio storico comunale.

La Chiesa di Sant’Agostino, in Piazza Regina Margherita, è oggi una chiesa sconsacrata utilizzata come spazio espositivo e sede del Museo del Tulle.

La grandiosa collegiata di San Michele Arcangelo è una delle più antiche della regione: di origine longobarda, ricostruita in forme barocche nel 1618, racchiude pregevoli opere d’arte, tra cui spiccano la tavola dedicata alla Natività di Giovan Battista Caporali, allievo del Perugino, e l’affresco dell’Annunciazione attribuito a Masolino da Panicale.

MOMENTI DI PURO RELAX VILLA MONTE SOLARE SPA RESORT

Molto più di un resort, nasce all’interno di un’antica villa del fine settecento costruita dalla nobile  famiglia Cherubini, attraverso il recupero strategico delle cascine circostanti, la leggerezza del design contemporaneo e le più innovative tecnologie del benessere del viso e del corpo, rende la panoramica SPA ospitata all’interno della limonaia un vero must per vivere esperienze di vero benessere in un luogo magico, ricco di storia.

 

 

 

Per completare il viaggio sensoriale ci sono anche le piscine esterne tra cultura e avventura all’aria aperta. 25 camere country house all’insegna dello charme e della natura, l’hotel vanta un esteso giardino all’italiana dove limoni e aranci accarezzano lo sguardo.

Interni Villa Monte Solare Spa
Interni Villa Monte Solare

Nel ristorante della villa Monte Solare è possibile abbandonarsi ad un’esperienza enogastronomica completa, che unisce l’antica tradizione della cucina della zona a base di prodotti locali e provenienti direttamente dal territorio all’innovazione del giovane chef Nicolini. Molto ben costruita la carta dei vini che valorizza con sapienza i vini umbri.

Le stanze e suite di varie categorie si distribuiscono sulla Villa, la Limonaia, la Casa dei Gelsi, l’Olivaia e una affascinante casa in pietra.

Villa monte Solare è un luogo di armonie e silenzi, Il Resort è la location perfetta per una fuga dal caos cittadino, perfetta per evadere dalla quotidianità e regalarsi momenti unici di classe, perfettamente in linea  all’unità di corpo, mente, spirito ed emozioni.

 

Villa Monte Solare Wellness & SPA

Indirizzo: via montali, 7, 06068 Colle San Paolo PG

 

Apre a Milano Mancuso Gelati: 100 anni di storia

Il gelato non è solo un’arte che si impara, ma sono tradizione, passione, e ricette antiche, a fare la differenza. C’è una famiglia in Sicilia dove il mestiere del fare il gelato si tramanda dal 1920, un secolo che ci racconta la sapienza di chi il gelato lo produce da cent’anni; Mancuso gelati 1920.

Quando fare il gelato ha una filiera tutta propria, frutto di una passione che si tramanda dalle origini famigliari, Salvatore Mancuso che negli anni’20 giunge dalla Sicilia negli States con il suo irresistibile gelato italiano. Nel 1950, il figlio Vincenzo animato dalla stessa passione si trasferisce con la famiglia a Liverpool, ed è subito un successo, ogni giorno nel laboratorio e col cliente.

 

Mancuso e la Sicilia, dopo anni di soddisfazioni vi fanno ritorno per aprire un Laboratorio di gelati di grande successo. Nel 1980 Salvatore, Antonio e Rosario con la stessa dedizione del padre raggiungono i vertici nell’eccellenza di produrre gelati, dosando perfettamente artigianalità innovazione e tradizione.

Tutto ciò ha reso possibile che nel 2020 Mancuso gelati, apre un angolo di paradiso per i golosi, la prima gelateria a Milano, gusti selezionati sono i tratti distintivi dei prodotti Mancuso. Il gelato mantecato al momento, i cannoli dalle cialde croccanti riempiti a vista, i pasticcini di mandorla e pistacchio morbidi e fragranti, rarità da reperire a Milano.

 

L’attenzione alla purezza dei prodotti la si può assaggiare nei gusti; mandorla, pistacchio, arancia, limone, mandarino, tutto coltivato nelle loro campagne in Sicilia. Un tributo va certamente al gelato alle nocciole del Piemonte, mele del Trentino, che spingono a privilegiare i prodotti del territorio italiano.

L’assaggio che non mente:

Il pistacchio salato è unico nel suo genere, perche? Un’eccellenza che ha al suo interno il 100% del pistacchio salato siciliano, ha un retrogusto delicato, corposo, ha davvero il gusto del pistacchio al naturale.

L’assaggio che non mente:

Gusto fragola di Marsala, purea di fragola, acqua e zucchero. Non lo chiamerei solo sorbetto alla fragola di Marsala, la sua morbidezza data dalla mantecatura  è il risultato sul quale le piccolissime note di rosso affiorano prepotenti al palato,  sono i semini dell’eccellenza.

 

 

 

 

 

Un mix di altissima qualità che non ha bisogno di moltissimi gusti per diventare la gelateria del cuore. Classici artigianali dove c’è molto di più. A voi la prova.

 

 
Indirizo: Via Gaetano de Castillia, 20, 20124 Milano MI
Orari: 11,30/ 23:30

 

Ristorante Comi 107: Disciplina e Sapori

Comi 107 è un intimo ristorante a Como dove potrete passare una serata all’insegna del gusto e della giusta atmosfera romantica. Lo Chef Federico Comi vi stupirà con i suoi piatti.

Comi 107, semplicemente un new entry per cene affascinati, presentiamolo; è un progetto ideato da Tiani Taurisano e Federico Comi, un progetto di famiglia nato e pensato per far sì di accogliere il cliente in un luogo semplice ma ricercato, quella ricercatezza che si racchiude in diversi dettagli che non sono scontati, ma rivelano una cura paziente e precisa, sia in cucina, pezzo forte e motore pulsante, che in sala, dove la padrona di casa lo è davvero, quindi l’ospite è sacro.

 

 

Doppio raviolo merluzzo e panna acida, verdure primaverili, zucchina alla scapece e shiso

 

La location è minimal con pochi coperti, il tutto è animato da un entusiasmo pittoresco, l’ambiente viene vestito da una carrellata di quadri sotto la collaborazione di una piccola galleria d’arte

“Cucina Contemporanea”, questa è la filosofia che segue lo chef in cucina, riproponendo pietanze di mare italiane, con inaspettate influenze messicane, mescolate alle sue origini francesi.

 

 

La qualità e la ricchezza delle sue ricette richiamano il mare e l’energia che il sole dà alla terra per far crescere i suoi frutti, che si sposano con i prodotti e le tradizioni di diversi luoghi. Via libera! Ci accomodiamo per appagare le nostre aspettative. L’imprintig è dato da buona parte dalla  cucina mediterranea come si può gustare in diverse proposte; Linguine “Gerardo di nola” aglio, olio e peperoncino, vongole sgusciate, olio verde e limone. L’innovazione e la contaminazione spicca ad esempio nel polpo croccante, patata americana, bacon d’oca e ciliegie confit, i ricordi di infanzia dall’immancabile pasta fresca e dall’amatissimo e spesso presente foie gras proposto in molte sfaccettature.

 

Calamaro ripieno, cicoria stufata, mousse di bufala e pane alla cannella

 

Per un primo piatto travolgente troviamo: Risotto acqua di pomodoro, gambero rosso, burrata leggermente affumicata, un riso carnaroli dai sapori chiari, le sfere di essenza di nduja svolgono un’azione di sprit piccante che apre le papille a degustare qualsiasi altro piatto. In questo piatto emerge un sapore contrastante molto delicato, preparato con ingredienti che si aprono in bocca. Assolutamente da non perdere per chi ama i risotti!

 

E’ questa la tavola che ti aspetti? Le proposte gastronomiche di Federico Comi promettono una passione gourmet in fase crescente. L’impressione è quella che gli effetti speciali non li ha ancora mostrati tutti qui a Como; quindi attenti teniamolo d’occhio, che l’attenzione si concentri alla sua tavola; Comi 107

COMI107

via Borgo Vico, 107 Como

www.comi107.com

+39 031 2495982

Aperto Martedì 19:30 – 22:30 / da mercoledì a domenica 12:30 – 14:30 / 19:30 –

A Tavola Con La Storia; I Ristoranti Più Antichi D’Italia

Le tavole più longeve del nostro paese sono delle vere e proprie istituzioni del gusto, molte cose della tradizione della nostra cucina è cosa nota in tutto il mondo. Ma quando le tradizioni si uniscono alla storia da diversi secoli ci troviamo di fronte una forma d’arte, l’arte di osterie e ristoranti in centinaia di anni di attività, che hanno visto scorrere tra le loro mura avvenimenti e cambiamenti significativi.

 

 

Ne Raccontiamo alcuni fra i più interesanti, dal più vecchio al più giovane. Buona lettura!

 

Antica Locanda Mincio

L’antica Locanda Mincio – Valeggio sul Mincio 1407 (VR)

Un tuffo nel passato, va a lui il primato del ristorante più antico d’Italia. Si narra che sotto le fondamenta giacciono i resti della “thaberna templare”. La sala è arredata con grandi dipinti alle pareti e un soffitto a cassettoni. Grandi le specialità del territorio, accompagnate da una selezionata carta dei vini, (in Veneto si beve bene). I piatti che vantano la tradizione sono: cotechino con le verze; sfilacci di cavallo con julienne di insalatina e Grana Padano; tortelli di zucca; ravioli di anatra e tartufo nero; faraona al forno.

 

Museumstube Bagni Egart Onkel Taa

Ristorante Museumstube Bagni Egart Onkel Taa – Parcines (BZ) 1430

E’ un locale senza uguali, ai tempi del regno Lombardo Veneto l’imperatore Francesco Giuseppe lo frequentava con Sissi. Ai Muri e travi della locanda centinaia di antichi oggetti della valle. Le venti golose ricette a base di lumache sono le specialità della casa, ma rappresentano una parte modesta di una carta vasta e ricca di singolari contaminazioni fra culture del cibo assai lontane, fra Vienna e Bangkok.

 

Antica Osteria La Rampina – S. Giuliano Milanese (MI) 1500

Si presenta come un solenne casale del Cinquecento, la storia lo premia come la migliore cucina lombarda. Si racconta che il generale Radetzky, allora in fuga da Milano durante i moti delle Cinque Giornate fece accampare l’esercito proprio davanti al cortile de La Rampina. Il Maestro Gualtiero Marchesi era consueto a recarsi a cena.Oggi tra le proposte tradizionali lombarde, troviamo una solida guida Lino Gagliardi, insieme al figlio Luca Gagliardi che implementa una innovazione semplice, che esalta la tradizione.

 

Corona

Ristorante Corona – S. Sebastiano Curone (AL) 1702

Si trova nel centro storico di San Sebastiano, di proprietà della famiglia Fontana, è stata Matilde per decenni la padrona di casa, oggi è la figlia Marta a portare avanti la tradizione. Vanta tra i suoi frequentatori D’Annunzio, il generale Cadorna, l’editore Ricordi e il ciclista Fausto Coppi. Ha tavola potrete gustare; il vitello tonnato, la frittatta alla ricotta, le torte di verdure con le erbe del nostro orto, i fiori di zucchina in pastella, le insalate di funghi freschi, la terrina di toma al tartufo nero, il patè di tre fegati.

 

 

Dal Cambio Torino

Dal Cambio – Torino 1757

E’ il più celebre dei ristoranti della città, la sua lunga tradizione lo precede, i suoi ambienti sono un esempio di prestigio. Dalle sue sale sono passati famosi personaggi provenienti da ogni dove. Fin dal Risorgimento è stato frequentato da politici e aristocratici, deve la sua fama alle assidue visite di Camillo Benso di Cavour. La cucina è firmata da Baronetto, ed è un esempio della tradizione regionale del Piemonte in versione tempi moderni. Troveremo quindi gli agnolotti alla piemontese, il vitello tonnato, gli gnocchi di patate e trippa di Moncalieri, l’agnello farcito alla piemontese, il riso Cavour, ossia bollito con riso venere fritto, sugo d’arrosto, uova e pomodori confit.

 

 


Ristorante Erasmo

Ristorante Erasmo – Ponte a Moriano (LU) 1760     

La famiglia Marcucci è molto orgogliosa di essere considerata un pezzo di storia della zona. Dal 1760, questo locale in via Nazionale a Ponte a Moriano, rappresenta una tappa imprescindibile per chi vuole conoscere a fondo la cucina toscana e lucchese. I piatti tipici sono, il farro e i salumi della Garfagnana, i tortelli e la pasta fatti a mano, la farinata di verdure, il pollo al mattone, le trote del Serchio, gli squisiti fritti di pollo, agnello, funghi porcini cucinati alla griglia, fritti, in casseruola o crudi in insalata.

 

 

Antica Osteria Del Bai

Antica Osteria Del Bai – Genova 1799

La trattoria ha praticamente la stessa età dell’Italia unificata e conserva molti tratti dell’epoca originaria con l’edificio in pietra di robusta solidità. La cucina genovese, sia di terra che di mare, è situata nel quartiere di San Desiderio, la trattoria offre piatti tipici genovesi, come i funghi porcini fritti, il fritto misto di verdure e carne alla genovese (con cervella a richiesta).

 

 

Hotel Ristorante Grotta Azzurra

Hotel Ristorante Granaro Del Monte Grotta Azzurra – Norcia (PG) 1850

I piatti tipici di Norcia, salumi e formaggi, funghi e tartufi, farro e lenticchie d’Appennino, paste caserecce e carni d’ogni tipo, trote, beccacce e cinghiali, un repertorio che di tutto rispetto. Il ristorante apre le sue porte nel 1850, sotto il nome della stessa locanda,  Grotta Azzurra, meta dei  mercanti del sud Italia che si recavano verso nord  sceglievano la sosta a Norcia per le sue squisitezze prima di affrontare l’appennino.

 

 

Ristorante La Matriciana

Ristorante La Matriciana – Roma 1870

Cenacolo di artisti nel dopo-spettacolo, ha messo a tavola i più bei nomi della lirica, come Mario Del Monaco, Maria Callas, Carla Fracci, il regista Zeffirelli. I sapori forti della tradizione romana sono qui inconfondibili, conserva  tutto lo stile, vetrine, persino la cabina telefonica degli anni Trenta del Novecento. “Stracciatella alla romana in brodo di gallina, Bucatini alla Matriciana, Rigatoni alla carbonara, Spaghetti con vongole veraci, Risotto alla crema di scampi, Trippa alla romana con pecorino e menta, Abbacchio al forno con patate, sono i cavalli di battaglia.

 

Il Filippino- Lipari Isole

Il Filippino- Lipari Isole Eolie 1910

Nelle sorprendenti isole Eolie, si conta uno dei ristoranti più antichi del Paese, il Filippino a Lipari, nasce nel 1910, quando, gestito dal leggendario Filippo Bernardi, si chiamava “Belvedere” ed era una modesta trattoria con piatti a base di pescato. Nel secondo dopoguerra, il ristorante cambia nome e diventa un punto di riferimento culinario. Sono gli anni del neorealismo (e dei film “Vulcano”, 1950, con Anna Magnani, e “Stromboli, terra di Dio”, con Ingrid Bergman e diretto da Rossellini). C’è anche una leggenda secondo cui il pittore Monet per pagare un conto lasciò in pegno un suo quadro. Le specialità sono legate alla cucina di mare a base di pesce fresco.

Vuoi Cenare Con Me? In Quale Regione

I Piatti Simbolo Della cucina Italiana Per Regione

I piatti tipici italiani sono fatti di lunghe tradizioni, e sapori che fanno storia, proprio come le regioni a cui appartengono, preziose ricette per cui l’Italia è considerata uno dei paesi in assoluto dove la gastronomia è eccellente. Certamente i prodotti tipici e le loro peculiarità hanno una fondamentale importanza nella preparazione delle pietanze che poi fanno le differenze.

 

In questo articolo sulle ricette regionali ho messo insieme una ricetta per regione che più la rappresenta, capisaldi del panorama gastronomico italiano anche internazionali, l’Italia ha talmente tanti piatti da offrirvi che la scelta è stata ardua, scopriamola insieme.

Quando si Parla del Piemonte è inevitabile non pensare alla cucina opulenta, e allo stesso tempo alla cucina popolana, alcuni piatti comunemente rappresentano più di altri la cucina piemontese, e altri invece meno noti ma altrettanto squisiti da ottenere un totale apprezzamento.

Piemonte FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE

Fricassà mëscià è il nome in dialetto piemontese, un piatto senz’altro della tradizione  regionale popolare, veniva fatto quando ancora si macellavano gli animali in casa per non sprecare le frattaglie. Viene realizzato con fegato, polmone, cervella, animelle, filoni, fettina di vitello, salsiccia, semolino dolce, semolino al cioccolato, amaretto e mela. Viene servito con delle carote saltate in padella nella ricetta tradizionale e da verdure miste nella versione attuale. Un piatto che rappresenta a pieno la tradizione. Va assaggiato almeno una volta nella vita!

Emilia Romagna LASAGNE ALLA BOLOGNESE

Lasagna alla bolognese, un classico entrato in tutte le case degli italiani. “La lasagna al forno”, conosciuta anche con questo appellativo, è un piatto tipico della cucina emiliana, una pietanza piena di sapore, preparata con ingredienti freschi e di ottima qualità quali la carne che deve essere rigorosamente mista, la polpa di pomodoro, e le lasagne vere e proprie con la sfoglia porosa, adatta ad assorbire il condimento e trattenere una consistenza perfetta. Irresistibile, no?

Lazio CARBONARA  

La Capitale italiana ci offre un piatto degno di fama internazionale, la carbonara! Uova e guanciale rosolato sono gli ingredienti per eccellenza, assieme a formaggio pecorino e pepe. E’ apprezzatissima dagli italiani e in egual misura dagli stranieri.

 

La Genovese

Campania LA GENOVESE

Se volete rispettare le tradizioni, il sugo alla Genovese è un vanto per la tradizione napoletana che insieme al suo fratello ragù è uno dei piatti iconici della cucina italiana che non ha rivali al mondo. Il sugo alla genovese è un ragù bianco, con l’aggiunta di tante cipolle. Viene preparato al mattino presto perché richiede un tempo di cottura di  4-5 ore. Il risultato? è insuperabile, dovete assaggiarlo!

Puglia ORECCHIETTE E RAPE

Chi non ha fatto il bis finendo il primo piatto. Si tratta di un piatto che ci dona tanta bontà, una ricetta squisitamente semplice, le rape vengono abbinate con una pasta fatta a mano dalla forma di  piccole orecchie, da qui il nome “orecchiette”. Senza ombra di dubbio è il primo simbolo dei piatti pugliesi.

Sicilia ARANCINI/E

In Sicilia gli arancini o arancine, dipende dalla città cambia in maschile o in femminile, comunque sono dei must: piramidi o palle di riso, sono  farciti generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cotto e mozzarella. Ovviamente non mancano le miriadi di varianti. Quindi a voi la scelta di provarli in tutti i gusti.

Abbruzzo ARROSTICINI

Gli arrosticini abruzzesi sono un secondo molto amato a base di carne di pecora! La carne viene tagliata in piccoli pezzi e poi cotta arrosto, per questo si chiamano “arrosticini”. La tradizione vuole che questo piatto sia stato inventato negli anni ’30 del 1900 da due pastori. Uno spiedino chiama l’altro.

Liguria TROFIE CON PESTO ALLA GENOVESE

Quando si dice Liguria si dice pesto, Genova in particolare è molto famosa per la  sua preparazione. Basilico, pinoli, olio e aglio per preparare la deliziosa salsina. Da provare con le trofie, una pasta fresca tipica di queste zone che è arrotolata e per questo ricorda un po’ un cavatappi. Un primo piatto con i fiocchi, si ma di gusto!

Valle d’Aosta POLENTA CONCIA

Questo piatto nasce dall’unione di due prodotti tipici di quelle zone: polenta e fontina! La polenta, unita alla fontina (un tipo di formaggio), diventa perfetta per scaldarsi nelle lunghe e frette notti alpine.

Veneto RISI E BISI

Era un piatto tradizionale della Serenissima Repubblica di Venezia, che veniva preparato e offerto al Doge in occasione della festa di San Marco, il 25 aprile. E una pietanza tra il risotto e la minestra. Gli ingredienti principali? Come dice il nome stesso, riso e  piselli. Delizioso è dir poco.

Trentino Alto Adige CANEDERLI

Nel Trentino i canederli sono il piatto più richiesto, il nome deriva dal tedesco, dalla Baviera in particolare, dove si chiamano Knödel. Sono delle piccole palline fatte con pane impastato con ingredienti diversi da zona a zona, ma di solito speck, formaggio, latte ed erba cipollina. Una vera piccola bomba di delizia.

Sardegna PANE FRATTAU

Il pane Carasau, che bella invenzione! Fette croccanti del pane Carasau (pane tipico sardo) sono alternate con strati di sugo di pomodoro e formaggio pecorino. Alla fine si mette un uovo cotto in brodo di pecora. Poi potete gustarlo accompagnato da i vostri.

 

Lasagne e ceci

Basilicata LAGANE E CECI

Si tratta di una ricetta antica, tramandata di generazione in generazione. Le lasagne sono un tipo di pasta fresca come delle tagliatelle ma molto più larghe, di circa 2 3 cm. Unite ai ceci e alla passata di pomodoro. Nelle serate invernali riscaldano anche l’anima.

Friuli Venezia Giulia FRICO

Il frico è una specie di frittata a base di formaggio, patate e burro. Era il piatto tipico di boscaioli e contadini, i quali lo portavano con sé quando andavano a lavorare nei campi. Ancora una volta un piatto povero centro della ricchezza del gusto della cucina italiana. Nella semplicità di questo piatto si nasconde la bontà ricca.

Calabria FILEI ALLA ‘NDUJA

Per gli amanti del very hot questa tipica pasta calabrese unita alla ‘nduja, è una panacea.  E’ un salame molto particolare perché si può spalmare, ovviamente astenersi per chi ha le papille sensibili è molto piccante!

Lombardia RISOTTO ALLA MILANESE

Colore dorato e un sapore che conquista, dato anche dallo zafferano che gli conferisce per l’appunto il suo noto colore. La ricetta risale al ‘500, un pittore che amava particolarmente il colore dello zafferano, al matrimonio della figlia del suo capo suggerì al cuoco per aggiungere dello zafferano al risotto con burro che sarebbe stato servito al banchetto. Il risultato?  Ancora oggi fa scalpore.

Marche OLIVE ASCOLANE

Ripiene di carne e poi fritte, questa è la parola magica. Questo piatto risale all’Ottocento, quando i cuochi delle famiglie nobili hanno inventato questo ripieno per consumare le notevoli quantità di carne che avevano a loro disposizione.

Toscana PANZANELLA

La panzanella è un piatto estivo che non ha bisogno di cottura e che anche Boccaccio menzionava come “pan lavato”. Infatti si tratta di pane raffermo 2 ammorbidito con acqua a cui si aggiungono i gusti e i colori di cipolla rossa, basilico, olio d’oliva e aceto!

Umbria SALSICCIA DI NORCIA  

Un territorio ricco di montagne dove la pastorizia fa miracoli gastronomici, è qui che è nata la famosissima e super deliziosa salsiccia di Norcia. Provare, provare, provare!

Molise COMPOSTA MOLISANA  

Nel Molise la composta molisana è un piatto davvero fresca e godereccio. Molto colorato ed estivo! È fondamentalmente una specie di insalata, con pomodori, peperoni, cetrioli, capperi e uova sode. Essa si completa con i tipici taralli molisani. Di certo una insalata ricca in tutti i sensi.

I formaggi Piemontesi a cui non si può rinunciare

Per quanto riguarda le eccellenze casearie di certo il Piemonte ricopre un ruolo di primo piano nella produzione dei formaggi. Toma, Bra, Castelmagno, Paglierina, Maccagno e Montebore sono i primi dell’indice dei formaggi piemontesi da assaporare, esistono bontà millenarie che raccontano storie grandi e infiniti sapori  

Merita senza alcun dubbio un breve viaggio alla scoperta di prodotti eccezionali.

Pasta dura o molle, freschi o stagionati. La varietà dei formaggi piemontesi è davvero lunga, tanto che si contano più di 30 prodotti caseari della regione. Di questi, ben 9 sono stati considerati meritevoli di fregiarsi del marchio DOP. Abbiamo selezionato la nostra personale lista dei formaggi piemontesi a cui non si può rinunciare. Ecco quali sono i formaggi degni di nota, e i più pregiati da degustare come non ci fosse un domani.

 

Bra Morbido

Il Bra

Uno dei formaggi più deliziosi e noti in Italia, prende il nome dalla cittadina, Bra, in provincia di Cuneo dove viene prodotto. Ne esistono due versioni, duro e tenero, inoltre hanno un metodo di produzione leggermente differente, soprattutto una diversa stagionatura, circa 45 giorni per il tipo Tenero, arriva invece a 180 giorni per quello Duro. Il Bra duro si presenta con una crosta dura, una pasta di color giallo paglierino e un aroma molto saporita, il secondo ha invece una pasta tenera, un colore che sfocia sul bianco e un gusto più delicato.

 

Raschera

La Raschera

Presidio Slow Food, è un formaggio che ha origine dai pascoli di alpeggio attorno alle Alpi Marittime e nelle circostanti Valli monregalesi in Provincia di Cuneo. La pasta è semidura di latte vaccino, viene stagionato almeno 30 giorni, il sapore è moderatamente piccante, per via delle sue goderecce caratteristiche è largamente apprezzato anche come ingrediente in cucina. Il formaggio ha origine alla fine del 1400, allora esisteva un contratto d’affitto in cui si pretendeva dai pastori della zona di Pamparato un pagamento con le forme di Raschera.

 

Robiola

La Robiola di Roccaverano

La Robiola di Roccaverano Dop è una variante della classica Robiola delle Langhe, viene prodotta con latte crudo scremato misto (caprino al 50%, vaccino e ovino) ed è l’unica disponibile in inverno. Ha bisogno di almeno tre giorni di stagionatura fino oltre i trenta. La pasta ha un color avorio, il sapore è leggermente acidulo. La mostarda d’uva (chiamata cougnà nel Cuneese) è l’accompagnamento per eccellenza.

 

Castelmagno-alpeggio

 

Il Castelmagno

E’ contrassegnato da un marchio che ricorda una croce occitana, ha un sapore forte, che si addolcisce se va accompagnato con mieli o confetture. E’ prodotto tutto l’anno in tre minuscoli comuni della Val Grana, in provincia di Cuneo; Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana. Si adopera latte vaccino scremato crudo, la pasta è semidura paglierina e granulosa, con erborinatura blu-verdastra dopo la stagionatura, che avviene all’interno di grotte naturali di tufo, che gli conferiscono la famosa aroma  intensa.

 

Montebore

Il Montebore

Un formaggio quasi perduto. Il Montebore era prodotto e gustato già nel XII secolo, fonti storiche narrano che nel 1489 venne servito al pranzo di nozze tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona.

Agli inizi degli anni Ottanta rischia l’estinzione quando le montagne dell’Appennino si spopolano. Il ritorno si deve a a Slow Food e a Maurizio Fava, che contatta Carolina Bracco, l’ultima donna che sapeva produrlo. Grazie a loro riparte a fine anni Novanta, e  oggi è disponibile grazie al lavoro della Cooperativa Vallenostra.

Si produce a Mongiardino Ligure, e in Val Borbera territorio alessandrino. Il Montebore è una sovrapposizione di tre o cinque strati di formaggio che si fondono l’un con l’altro. Viene realizzato con latte misto crudo, la pasta è morbida di colore bianco. Si può consumare fresco, oppure dopo una stagionatura che dura fino a quattro mesi.

 

La Toma Dop

E’ il tipico formaggio piemontese, prodotto con latte vaccino, presenta caratteristiche gustative diverse a seconda se si tratta della produzione tradizionale ottenuta a partire dal latte intero o della variante semigrassa ottenuta con latte scremato. Nel primo caso la crosta è elastica e liscia con un color bruno rossiccio, dipende dalla stagionatura, mentre la pasta ha un colore giallo paglierino, il sapore ha una aroma delicata dolce e gradevole. Nella variante semigrassa la crosta è poco elastica, ha un colore paglierino carico al bruno rossiccio, il sapore è intenso ed armonico, di aroma fragrante che diviene più caratteristico con la stagionatura. E’ l’unico formaggio DOP la cui produzione si estende in tutto il territorio regionale in quanto la zona di provenienza del latte, di trasformazione, stagionatura ed elaborazione del formaggio Toma Piemontese comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Cuneo, Torino, Biella, Vercelli, Novara e Verbania e alcuni comuni in provincia di Asti.

 

Il grande patrimonio dei formaggi piemontese deve la sua varietà ai tantissimi allevamenti di piccole e medie dimensioni, la loro bontà era apprezzata sino dal tempo dei Romani che viene documentata da numerose fonti. Nelle zone collinari, prealpine e alpine della regione si riproducono e pascolano diverse razze, la maggior parte autoctone di mucche, ovini e caprini. E’ proprio grazie alle radici storiche e di origine di molte produzioni, oggi si susseguono alle diverse generazioni che portano avanti le tradizioni secolari, i formaggi piemontesi sono alcuni dei segni distintivi che esprimono il territorio Piemontese.

Sposarsi In Sicilia: La Plage Resort Wedding Awards 2020

Il primo passo nell’organizzazione di un matrimonio è scegliere la location, il luogo dove si terrà il ricevimento (o persino la cerimonia). Una scelta impegnativa perché vanno tenute in considerazione tantissimi dettagli. La favola tutta italiana esiste, le bellezze che ci portiamo a spasso per il Bel Paese sono molteplici immagini che lasciano nel cuore un tuffo perenne. Oggi vi parliamo della mia terra perché è qui che tanti si vengono pronunciati, mi rendo conto che sposarsi in Sicilia è uno dei sogni di tante coppie provenienti dal tutto il mondo.

 

Gli usi e i costumi dell’isola conservano le tradizioni antiche, cultura e tanta arte che ispira ogni anima, la bellezza degli abiti ricercati, i silenzi scelti di chi incontri, e i sorrisi aperti, giocano un ruolo importante nella scelta di sposarsi a Taormina.

 

 

 

Taormina è famosa in tutto il mondo, sia per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi panorami, per i suoi colori, il mare turchese, ma anche per la sua fama come luogo dei desideri per celebrare un matrimonio, il “mito del si per sempre”, e per la sua irrefrenabile “dolce vita”.

Se siete alla ricerca a Taormina di un posto di una bellezza soave, dove la tradizione si fonde con il fashion style la Plage Resort è il posto giusto, una delle mete più glamour della Sicilia, che regala panorami mozzafiato e tramonti romanticissimi.

 

 

 

Il resort è adagiato sul mare, nella suggestiva cornice della riserva naturale dell’Isola Bella, gode di una posizione unica e vista mozzafiato, i bungalow dotati di  giardino ospitano le camere che sono state progettate per avere un impatto minimo sulla natura circostante della Riserva Naturale di Isola Bella e sono arredati in stile contemporaneo con tutti i comfort per gli ospiti, e certamente per accogliere i futuri sposi.

 

 

Duomo Di Taormina

 

 

 

La scelta della chiesa

Se scegliete la cerimonia religiosa sarà uno dei momenti più solenni, bisognerà quindi celebrarla in un posto speciale. Ecco il nostro suggerimento della chiesa giusta per le vostre nozze a Taormina. La Basilica Cattedrale – Parrocchia San Nicolò di Bari. Si trova nella centralissima Piazza Duomo di Taormina Taormina

 

 

Chef Simone Strano

 

Lo Chef

Simone Strano Executive chef. (Chef della Nazionale Cuochi Italiani e fondatore della scuola di cucina Chef con la Coppola.)

Intraprendente e giramondo. Un vulcano di energia al quale non è possibile resistere. È la forza motrice del gruppo.

Ama la condivisione e la “colleganza” perché è così che non si smette mai di imparare. Sempre rispettoso nel lavoro il suo motto è “Fatta salva la gerarchia, è fondamentale la sinergia“. Per i “fantastici quattro” basta solo uno sguardo!  

La sua materia prima: ogni prodotto della terra appena colto. Per Simone successo professionale vuol dire acquisire la migliore competenza nel proprio settore. Il percorso è lineare: si inizia dalle basi, anche dall’ignoranza, poi l’intraprendenza, il coraggio, e ancora il sacrificio, lo studio, la passione. Il suo grazie più grande? È per i suoi genitori.

 

Pasta di Mandorle

 

Taormina è uno dei borghi di maggior rilievo della regione siciliana, Taormina è stata una delle principali destinazioni turistiche dal XIX secolo in Europa.

Il giorno del matrimonio rappresenta il coronamento di un sogno per i futuri sposi che desiderano che sia tutto perfetto, qualunque forma scegliate, la location resterà uno dei più bei ricordi della vostro matrimonio

 

Per informazioni e prenotazioni: La Plage Resort, www.laplageresort.com

Via Nazionale 107a, 98039 Isola Bella, Taormina (ME)

Tel. (+39)0942 626095 – Fax: (+39)0942 626097

[email protected]

La Locanda Don Serafino: Gourmet Effect

La Sicilia è una terra fertile e ricca di sole, in cui arte e tradizioni si intrecciano. La cultura a tavola è radicata nelle mille sfumature di materie prime, la gente è fortemente legata ai sapori dando vita così nel susseguirsi dei secoli ad un panorama enogastronomico unico al mondo.

Tinte forti che evocano nella mente sapori lontani, tra passato presente e futuro. Tutto ha un significato, un linguaggio che ci rimanda alle radici della tradizione, e non è difficile capire perché è una terra amata per la sua capacità di essere semplicemente sincera.

Ricollegandosi al suo maestoso passato, abbiamo certamente come realtà una filiera gastronomica che oggi conquista i palati più raffinati, senza escludere i suoi sapori pungenti, allora viene naturale pensare ad una fusione con l’innovazione gourmet che permette agli chef di creare pietanze perfette, senza saturare la materia prima che è alla base, il perno portante del piatto. La semplicità rasenta la perfezione, quindi l’estro di uno chef è esaltare non elaborare.

 

Ragusa Ibla

Nella cornice barocca di una delle città più belle dell’entroterra, sorge “La Locanda Don Serafino”, guidata dallo chef siciliano Vicenzo Candiano, un luogo evocativo situato all’interno di un vecchio granaio scavato nella roccia dell’adiacente chiesa dei Miracoli. Varcando la porta si viene catapultati in un’atmosfera raffinata dai toni caldi e dalle luci accoglienti, la location è singolare, si è circondati letteralmente dalla pietra calcarea con le sue sfumature quasi corvine, difficile trovare un luogo simile.

 

Se l’eleganza è di casa, la stella Michelin che brilla per esaltare la cucina è l’esempio della tipicità dei piatti di Candiano. La parola amore esiste in cucina, così come ogni passione che muove la creazione, la ricerca, l’inclusione, proiettata nella semplicità che ne danno un valore aggiunto.

Abbiamo deciso di provare il menù degustazione Gran Chef per avere un quadro completo, così attraverso sperimentazione e radici abbiamo completato un’esperienza sensoriale del tutto avvolgente.

 

 

Carmelo Di Pasquale il talentuoso Sommelier, ci racconta le antiche maestrie e le storie singolari di note casate vinicole, non dimenticandosi mai il connubio fra cibo e vino. La cantina rasenta una ricerca quasi maniacale degna di una corte reale, più di mille etichette tra le più importanti di tutto il mondo, tra cui anche alcuni Champagne pregiati, complice qui uno dei titolari Giuseppe La Rosa, con la sua proverbiale passione.

 

 

 

I piatti più incisivi a nostro dire; Ostrica con sorbetto di mele e Calvados (abbinamento preciso), spaghetti freschi neri con ricci, ricotta e seppia. Essendo una ricci addicted ero già conquistata in partenza, ma l’assaggio vale 100 punti. Ala di razza arrosto, e peperoni in salsa di pane alla marinara e cavolo rapa ripassato, qui la ricerca di chi la sa lunga è conclamata, in quale altro ristorante avete provato questa pietanza? Io onestamente la razza non l’avevo mai assaggiata, molto poco usuale in cucina. Qui bravo doppiamente. Il sapore? Delicato con sfumature e consistenze ricche.

 

 

 

 

 

La pasticceria è audace e godereccia, come d’altronde ci si aspetta in Sicilia, tutta la linea viene supervisionata da Candiano, la Pesca Bellini rimane un grande signature della pasticceria, un gioco di consistenze tra pesche fresche, mousse di pesche e gelo di pesche con biscotti alla lavanda.

 

 

 

Pregi

    La location, sicuramente unica nel suo genere.

    Una cucina che convince senza forzature.

    Una carta dei vini che stupisce.

    Servizio attento e professionale a cura di Gabriele Meli.

Difetti

Il ristorante non è comodissimo da raggiungere a piedi, sopratutto se calzate un bel tacco dodici, vi

consiglio caldamente di recarvi in auto.

 

Locanda Don Serafino

Via Avvocato Giovanni Ottaviano, 13. Ragusa Ibla (Ragusa)

Tel. +39 0932 248778

[email protected]

 

La Ciau Restaurant Una Perla In Più Nelle Langhe Stellate Dell’alta Cucina

Nelle Langhe c’è un’eccellenza dove brilla una stella Michelin, grazie alla cucina di Maurilio Garola, fondatore della Ciau Restaurant a Tornavento, un’esperienza esclusiva in un luogo unico nel suo genere, panorama mozzafiato a perdita d’occhio sui vigneti delle Langhe, dove le Alpi si snodano incoronate da una moltitudine di scenari.

L’occhio trova sempre la sua parte in questa straordinaria location, un insieme che unisce e mette in prospettiva la bellezza del territorio patrimonio dell’umanità, e la cultura enogastronomica di una cucina selezionata dai grandi prodotti del territorio.

Chilometro zero e materie prime selezionatissime, la carne la fa da padrona regina di una filiera nota in tutto il mondo, ma anche il pesce e tutti gli altri prodotti sono rigorosamente piemontesi.

La location offre quattro belle camere anch’esse eleganti, curate e molto intime per offrire alla clientela la possibilità di godere più a lungo di questa Maison di alta cucina.

 

Il ristorante si presenta in tutta la sua raffinatezza, punto forte la terrazza con giardino per consumare un aperitivo in compagnia di un panorama mozzafiato. Il meraviglioso spazio esterno contribuisce a fare di questo ristorante un vero Relais per palati affini.

La Cantina de La Ciau del Tornavento è classificata tra le 88 più grandi del mondo con la prerogativa singolare di essere creata per il 70% da vini italiani. Soltanto di Barolo ci sono circa 1000 referenze. Il Sommelier Luca Ronchail è il curatore di tante meraviglie enologiche.

 

Un’altra chicca gastronomica è la stagionatura di salumi e formaggi, menzioniamo la Toma d’ la paja, la Robiola di Roccaverano, la Robiola di pecora, la Toma di Murazzano (di pecora), il Bra “ciuch” (stagionato sotto le vinacce di Barbera), il Gorgonzola dolce di Novara, la Toma Valdese, il Taleggio, la Toma di latte vaccino stagionata nelle spezie.

 

 

Due spazi dedicate alle cucine, quello per la pasticceria è separato dalla zona principale. A condurre l’orchestra insieme a Maurilio Garola c’è Marco Lombardo, e uno staff preciso e d efficiente. In sala troviamo Nadia Benech compagna di Garola, e perfetta padrona di casa.

Tra le tante lusinghe gastronomiche in tavola alla Ciau ci sono le frattaglie, tipiche ricette culturali del territorio, che sono identità culinarie del Piemonte, come il tartufo.

Questo luogo racconta in pieno la filosofia e lo stile di questo territorio, insieme alle sue produzioni enologiche, creando così un filo conduttore che avvicina sempre più un pubblico attento ed esigente proveniente da ogni parte del mondo, perché gli appassionati dell’alta cucina sono l’anello che completa gli amanti dei vini, e viceversa.

 

 

 

RISTORANTE LA CIAU DEL TORNAVENTO

 

Ristorante La Ciau del Tornavento

Piazza Baracco, 7

12050 Treiso (CN)

Tel. 0173.638333

http://www.laciaudeltornavento.it