A Torino il Convegno “Quale Magia per l’uomo del XXI secolo?”

Yume Srl, casa editrice e centro studi, è l’organizzatrice del 3°  convegno dal titolo “MAGIA E STORIA. Terzo convegno sul pensiero magico contemporaneo”, che avrà luogo in data 12 novembre 2016 presso il Pacific Hotemagial Fortino, Strada del Fortino 34/36 Torino, dalle ore 10 alle ore 18. 

Dopo il successo degli scorsi anni, torna un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di magia, e per coloro che sono interessati a scoprire le diverse sfaccettature che questo termine, spesso utilizzato a sproposito, ha assunto nella cultura contemporanea, oltre che gli inusitati modi con cui è ancora presente nella nostra quotidianità. 

Grazie agli interventi di esperti del settore si parlerà di scienza, storia e tradizione, si sfateranno miti, per scoprire che quello che rimane è ancora più interessante! 

Per confondere i nostri sensi e ricordarci che nulla è mai come appare, a grande richiesta sarà presente l’illusionista MARCO BELLANTUONO con un estratto dal suo ultimo spettacolo. 

La partecipazione al convegno è libera previa adesione e gratuita. 

La prenotazione può essere effettuata via mail all’indirizzo [email protected] o al numero di telefono 0110143030.

SABATO 12 NOVEMBRE
DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 17:00 Pacific Hotel Fortino, Strada del Fortino 36, Torino 

PROGRAMMA:

MATTINO
Apertura del convegno
ore 10:00 Katia Bernacci, Leggere di magia. Esoterismo, mistero e occulto nell’editoria moderna.
ore 10:30 Massimo Centini, Magia, scienza e religione: il senso di una suddivisione.
ore 11:00 Danilo Arona, Melissa e le sue sorelle. Da fantasma della mente a fatto di cronaca.
ore 11:30 Alessandro Defilippi, La paura e l’inconscio: l’incrinatura del fantastico.
Pausa Pranzo dalle ore 13:00 alle ore 14:00

POMERIGGIO

ore 14:00 Marco Bellantuono La magia nello spettacolo, tra illusione e realtà.
ore 15:00 Salvatore Rapacciulo, La percezione dell’illusionismo nella società contemporanea.
ore 15:30 Giancarlo Guerreri, Attualità del linguaggio magico-esoterico di Dante.
ore 16:00 Franco Pezzini Cinquanta sfumature di occulto. Magia & segreto nell’immaginario di genere contemporaneo.
ore 16:30 Fabrizio Manticelli, Il Graal nella cultura contemporanea tra mito e mass media.

Chiusura del Convegno


GLI ORGANIZZATORI 

Yume Srl è una casa editrice torinese specializzata in storia, antropologia e cultura in genere. Yume si fa portavoce della tradizione della grande editoria piemontese pubblicando autori esperti e conosciuti, come Massimo Centini, Franco Cardini, Renzo Rossotti, Antonio Lombatti e proponendo testi di qualità con argomenti approfonditi e curiosi che spaziano dall’angolazione scientifica a quella divulgativa. 35 i libri in catalogo, 10 in uscita entro la primavera. YUME è anche servizi a tutto tondo nel campo dell’editoria, centro studi e organizzazioni eventi. Il convegno sul pensiero magico contemporaneo è stato strutturato con la consulenza della associazione e centro studi Accademia Vis Vitalis di Torino. Con il Patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.

I RELATORI 

Danilo Arona, giornalista, saggista e romanziere. Al suo attivo una quarantina di libri, tra i quali i saggi Satana ti vuole (Corbaccio), Vien di notte l’uomo nero (Falsopiano), Tutte storie (Costa & Nolan), Possessione mediatica (Marco Tropea), L’ombra del dio alato (Kipple) e Gli uccelli di Alfred Hitchcock (Un mondo a parte).

Marco Bellantuono, affermato illusionista e mentalista, autore e protagonista dello spettacolo di mentalismo Al di là del vero e del falso, che ha riscosso notevole successo in numerosi teatri nazionali, proporrà un viaggio ragionato attraverso i classici dell’arte illusionistica, proponendo alcuni degli archetipi emotivi che da millenni i maghi utilizzano. L‟occasione per assistere a giochi di prestigio ed esperimenti mentali: le “magie” della psicologia che trasformano un trucco in un capolavoro, un’illusione in un’impossibile realtà.

Katia Bernacci, direttrice editoriale della casa editrice Yume di Torino. Autrice e ricercatrice, ha pubblicato “Sindone destinazione Torino, viaggio al centro del mistero” e “Torino rosso porpora, il thriller”.

Massimo Centini, laureato in Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha lavorato a contratto con Università e Musei italiani e stranieri.  Tra le attività più recenti: a contratto nella sezione “Arte etnografica” del Museo di Scienze Naturali di Bergamo; ha insegnato Antropologia Culturale all’Istituto di design di Bolzano. Docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino, insegna “Storia della criminologia” ai corsi organizzati da MUA – Movimento Universitario Altoatesino – di Bolzano.

Alessandro Defilippi, medico, psicologo analista e scrittore, è socio dell‟Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica e dell‟International Association of Analitycal Psychology. Di formazione junghiana, si occupa di psicoterapia, individuale e di gruppo, e di formazione. È autore di numerosi articoli specialistici e di nove libri di narrativa. Collabora con Tuttolibri, supplemento culturale de “La Stampa”. 

Guerreri Giancarlo, biologo, scrittore, sceneggiatore e commediografo. Ha sempre aspirato a conciliare gli argomenti di natura biologica con quelli di matrice metafisica, considerandoli aspetti complementari di una medesima realtà. Nei suoi romanzi, Il Profumo di Kether (2010), La Danza dei Tarocchi (2012), Il Segreto di Welma Fox (2011) Il Cristallo dai Mille Volti (2012), Guerreri tratta gli argomenti della regressione ipnotica, dei tarocchi e dell’esoterismo.  Ha partecipato al film Il Mistero di Dante, del regista Louis Nero, da cui è ispirato l’omonimo saggio: Note liberamente tratte dal film Il Mistero di Dante (2014). In veste di consulente e co-sceneggiatore ha partecipato alla realizzazione del film The Broken Key, sempre del regista Louis Nero. La Sfera di Cristallo è la sua prima opera teatrale, rappresentata al Teatro Gobetti di Torino nel 2016.

Fabrizio Manticelli, scrittore, architetto ed esperto di simbolismo, indaga sulle implicazioni simboliche nel campo dell’esoterismo e della geometria sacra, con particolare riferimento al pitagorismo. Tra le sue pubblicazioni citiamo: Alla ricerca della biblioteca misteriosa di Staffarda (2010), scritto con lo sotto lo pseudonimo di Guillaume de la Tour; I misteri della triplice cinta (2014); I volti della magiaviaggio in una credenza immortale (2014).

Franco Pezzini, laureato in Diritto Canonico con la tesi Esorcismo e magia nel Diritto della Chiesa, è studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare attenzione agli aspetti mitico-religiosi e al Fantastico. Tra i fondatori della rivista ‘L’Opera al Rosso’, è membro del Comitato editoriale de ‘L’Indice dei libri del mese’, della Redazione di ‘Carmillaonline. Letteratura, immaginario e cultura di opposizione’, e collabora alle pagine culturali di ‘Avvenire’ e alla rivista online ‘LN  librinuovi.net’. Ha pubblicato le monografie Cercando Carmilla. La leggenda della donna vampira (Ananke, 2000); con Arianna Conti, Le vampire. Crimini e misfatti delle succhiasangue da Carmilla a Van Helsing (Castelvecchi, 2005); con Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo (Gargoyle Books, 2008) e Peter & Chris. I Dioscuri della notte (Gargoyle Books, 2010); oltre a saggi e articoli in antologie e riviste di vario genere. È Vicepresidente del Comitato Scientifico di Autunnonero, Festival Internazionale di Folklore e Cultura Horror, e cofondatore del tavolo di scrittori e ricercatori Libera Università dell’Immaginario, con cui tiene da anni corsi monografici. ‘Giap’, il sito dei Wu Ming, lo definisce “massimo esperto italiano di letteratura fantastica-horror vittoriana”.

Salvatore Rapacciuolo, prestigiatore, presidente del Club Magico Bartolomeo Bosco di Torino. Studioso dell’arte magica, della sua storia, delle sue tecniche e del loro stretto rapporto con la psiche, Rapacciuolo sviluppa la sua passione in molte direzioni: lo spettacolo magico, la pubblicazione di saggi e dispense e l’insegnamento dell’arte magica intesa come disciplina illusionistica. Approdato allo studio della prestigiazione a 22 anni, Rapacciuolo si è formato dapprima al Club Lombardo Arte Magica, sotto la guida di Vanni Bossi, eminente esperto internazionale di tecnica illusionistica e storia della magia. Nel 2003, trasferitosi a Torino, diventa membro del Club Magico Bartolomeo Bosco, dove inizia quasi subito la sua attività didattica formando numerosi maghi torinesi. Presto diviene responsabile della didattica del club e nel 2012 presidente. Sotto la sua guida il Club si rinnova ed incrementa le attività, ritrovando nuova linfa e nuovi stimoli di crescita. In questo periodo Rapacciuolo scrive lezioni di magia con carte, monete e altri attrezzi, cura l’edizione e la pubblicazione di molte altre opere didattiche e compila un vasto compendio di magia (più di 800 pagine illustrate) ad uso dei principianti, comprendente la storia della magia, la cultura magica ed i giochi di prestigio senza destrezza. Nonostante i numerosi impegni determinati dal ruolo di presidente, Rapacciuolo prosegue la sua carriera artistica creando diversi spettacoli da sala e numerosi giochi di prestigio e di mentalismo. Si esibisce con lo pseudonimo di Berok ed il suo caratteristico pizzo a forma di Asso di Picche. Affascinato dalla figura di Bartolomeo Bosco, eminente prestigiatore torinese del primo Ottocento da cui il suo club prende il nome, Rapacciuolo compie approfondite ricerche sulla sua biografia che sorreggono una sue serie di scritti e la realizzazione di una conferenza-spettacolo per omaggiare e mantenere viva la memoria del prestigiatore sabaudo. In essa ripropone numeri magici classici dell’epoca fra i quali spicca il gioco dei bussolotti, cavallo di battaglia di Bartolomeo Bosco, in cui Rapacciuolo si è specializzato.

Maggiori informazioni sul sito Yumebook.it

Concerto Chopin VS Liszt alla Cappella dei Mercanti di Torino

Proseguono i concerti alla  Cappella dei Mercanti di Torino, Mirabile Galleria di Opere d’Arte per questo fu dichiarata dal Ministero della Pubblica Istruzione “Monumento d’alto livello artistico”.

Sabato 5 novembre 2016 ore 17.00
Chopin VS Liszt
musiche di F. Chopin e F. Liszt
Cappella dei Mercanti Via G. Garibaldi, 25 – Torino
Ingresso libero 

Tutti i concerti svolti presso la Cappella dei Mercanti saranno preceduti alle ore 16,30 da una visita guidata gratuita.

Piano in primopianoPiano in Primopiano è una rassegna che prevede otto concerti dedicati al pianoforte sia come strumento solista che in forma cameristica. I concerti sono tenuti da artisti di
chiara fama e da giovani musicisti emergenti.

La rassegna, completamente
dedicata al periodo romantico prevede l’esecuzione di pagine di importanti
compositori dell’epoca come F. Liszt, J. Brahms, L. Van Beethoven, R. Schumann, F.
Schubert. F. Chopin.

I programmi sono molto piacevoli e di facile ascolto con l’intento di raggiungere e avvicinare anche l’interesse di un pubblico meno abituato alle frequentazioni concertistiche, scopo principale dell’Associazione. Per meglio entrare nello spirito dell’epoca romantica è stato scelto per l’occasione il prestigioso pianoforte a coda Steingraeber & Soehne sordino Margulis fornito dalla Ditta Pianoforti Bergamini. Questo strumento è dotato del sordino, che veniva usato nel romanticismo proprio per dare maggior risalto ai “pianissimo”. Scomparso, nei pianoforti a coda, da più di un secolo è oggi riproposto dalla Ditta Steingraeber & Soehne da cui prende il nome e, ad oggi, ne esistono solo tre esemplari in Europa. Il pianoforte che potrete ascoltare in “Piano in Primopiano” è l’unico in Italia. Gli incontri musicali si svolgeranno presso la prestigiosa Cappella dei Mercanti dichiarata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1910 Monumento di alto livello artistico.

Il prossimo concerto della rassegna Piano in Primopiano si svolgerà  Domenica 13 novembre 2016 alle ore 17.00 con un Omaggio a J. Brahms
Nicole Brandolino, mezzosoprano
Giacomo Fuga, pianoforte
Enrico Carraro, viola
Cappella dei Mercanti
Via G. Garibaldi, 25

La pagina completa dei concerti

 

Concerto alla Cappella dei Mercanti sabato 29 ottobre 2016

Torinomusica 2016 – 2017 è alla sua III Edizione ed offre al pubblico concerti prevalentemente di repertorio cameristico con una ricca varietà di proposte così da mantenere sempre alto l’interesse del nostro affezionato pubblico. Gli incontri saranno svolti a Torino prevalentemente presso la Cappella dei Mercanti, sede stabile e principale, Chiesa di San Rocco, Chiesa di San Domenico e presso la Biblioteca Civica A. Della Corte all’interno della Villa Tesoriera.

L’Associazione ha inoltre intrecciato collaborazioni con altre associazioni in Italia, garantendo ai nostri musicisti associati concerti in altre location come a Masserano (BI), Venezia, Firenze, Siena e Sapri (SA).

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La Cappella dei Mercanti
è una Mirabile Galleria di Opere d’Arte per questo fu dichiarata dal Ministero della Pubblica Istruzione “Monumento d’alto livello artistico”.

torino_musica_cappella_mercanti_2016Per maggiormente far conoscere queste bellezze, tutti i concerti svolti presso la Cappella dei
Mercanti saranno preceduti alle ore 16,30 da una visita guidata gratuita.


CONCERTO DI INAUGURAZIONE

Sabato 29 ottobre 2016 ore 17.00
OMAGGIO A FRANZ LISZT ED ALLA SUA CERCHIA
I grandi maestri del Rinascimento Italiano nella musica di Liszt e nelle Vite del Vasari – Cappella dei Mercanti, via Garibaldi 25 Torino 

Ingresso libero 

PRESENTAZIONE

Con la biografia di Michelangelo il Vasari crea il mito dell’artista demiurgo, che tanto successo avrà nel Romanticismo e che sarà utilizzato per descrivere il genio di Beethoven e l’agire stesso dell’artista romantico. Di qui nasce l’idea di intrecciare la lettura delle “ Vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architettori” con le pagine di Liszt ispirate alle opere di Michelangelo, Raffaello e Buffalmacco. Sono compresi brani di raro ascolto come l’”Inno del Papa” e “Alla Cappella Sistina”.

Legge Licia Di Pillo, al pianoforte Massimiliano Génot.

Piano in PrimoPiano è una rassegna che prevede n. 8 concerti dedicati al pianoforte sia come strumento solista che in forma cameristica con altri strumenti e voce. I concerti saranno tenuti sia da artisti di chiara fama sia da giovani musicisti emergenti. Il programma sarà tendenzialmente dedicato al periodo romantico dove si potranno ascoltare tra i più importanti compositori dell’epoca come F. Liszt, J. Brahms, L. Van Beethoven, R. Schumann, F. Schubert. F. Chopin. I programmi saranno molto piacevoli e di facile ascolto con l’intento di raggiungere e avvicinare anche l’interesse di un pubblico meno abituato alle frequentazioni concertistiche, scopo principale dell’Associazione. Per meglio entrare nello spirito dell’epoca romantica è stato scelto per l’occasione il prestigioso pianoforte a coda Steingraeber & Soehne sordino Margulis che ci sarà fornito dalla Ditta Pianoforti Bergamini nostra “Patner” in questo progetto. Questo strumento è dotato del sordino, che veniva usato nel romanticismo proprio per dare maggior risalto ai “pianissimo”. Scomparso, nei pianoforti a coda, da più di un secolo è oggi riproposto dalla Ditta Steingraeber & Soehne da cui prende il nome, e ad oggi ne esistono solo n. 3 esemplari in Europa e quello che sarà utilizzato per la rassegna è l’unico in Italia. Gli incontri musicali si svolgeranno presso la prestigiosa Cappella dei Mercanti dichiarata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1910 Monumento di alto livello artistico

Licia Di Pillo, voce recitante

Ha seguito il corso di dizione, espressione vocale, recitazione al microfono e doppiaggio con Ivo De Palma. Ha partecipato a stage teatrali con la Compagnia Cuocolo-Bosetti e con il performer Max Bottino approfondendo l’uso della voce con il metodo funzionale di canto del Lichtenberger Institut. Incuriosita e stimolata dai legami tra le varie forme d’arte ha partecipato a reading e spettacoli teatrali contraddistinti dall’approfondimento del rapporto tra parola e suono. Tra le collaborazioni più recenti si ricordano “Lezioni di Piano – The Piano” lettura – concerto a due voci e pianoforte tratta dal film di Jane Campion al Museo Borgogna di Vercelli; “Suona Suona, Rimbaud!” presso la Fondazione Merz di Torino con la prima esecuzione assoluta del melologo “Vertige” di Davide Carmarino (voce e pianoforte), “Liszt, l’ultimo incontro” all’interno della rassegna “Liszt, Roma, Sgambati … e altro” di Villa D’Este a Tivoli, per voce e pianoforte; “The Hours”, una lettura-concerto a due voci e pianoforte su testi di Virginia Woolf e colonna sonora di Philip Glass, tratta dall’omonimo film.

Massimiliano Génot, pianoforte

Massimiliano Génot nasce a Pinerolo dove inizia gli studi musicali: a sedici anni si diploma in pianoforte e poi in composizione presso il Conservatorio di Torino insieme agli studi classici. Si perfeziona con Aldo Ciccolini presso l’ Accademia Perosi di Biella e con Maria Tipo al Conservatoire de Genève dove ottiene il Premier Prix de Virtuosité avec distinction. Conclude i suoi studi all’ Accademia di Imola con Lazar Berman e Piero Rattalino. Debutta nel 1991 con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, nel 1994 viene premiato al Concorso Busoni di Bolzano, al Rina Sala Gallo di Monza, ed al Mavi Marcoz di S. Vincent. In precedenza aveva vinto la selezione del Ministero degli Esteri per concerti all’ estero. Come solista con l’ orchestra si ricordano l’esecuzione del Concerto K 271 di Mozart con l’Orchestra del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, del Concerto per pf. di Giuseppe Verdi con L’ Orchestra Toscanini di Parma, del Secondo Concerto di Chopin con L’ Orchestra Sinfonica Sicilianae con la Savaria Orchestra, del Totentanz di Liszt con l’ Orchestra Bruni di Cuneo, del Concerto in sol di Ravel con la Sinfonica Nazionale dell’Ecuador. Tra le istituzioni che lo hanno invitato figurano: il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Bologna, L’ Opera di Roma, l’ Accademia di Francia e l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, Villa Pignatelli di Napoli, il Gasteig di Monaco, il Museo Wagner di Bayreuth, dove ha inciso un cd sul pianoforte appartenuto al compositore, il Museo Chopin di Varsavia, La Musikhalle di Amburgo. Ha inciso in prima assoluta la Scuola della Velocità di Carl Czerny secondo i metronomi originali, l’opera pianistica del compositore torinese Leone Sinigaglia, i suoi Lieder, l’opera per violino e pf. con la sorella Alessandra e con il soprano Anja Kampe. Scrive di pianoforte per il mensile Musica. I suoi brani pianistici sono editi da Sconfinarte. Insegna attualmente tecniche pianistiche presso il Conservatorio“ Verdi” di Torino. È stato Visiting Professor presso il Conservatorio Reale di Bruxelles, a Danzica, Poznam ed Istanbul e presso L’ Oficina de Musica di Curitiba in Brasile. E’ stato direttore artistico dell’ Associazione per la Riscoperta del Patrimonio Musicale Piemontese e coordinatore di rassegne quali Franz Liszt: un musicista per l’ Europa ed il convegno Pianofuturo: innovazione e didattica. Per la sua recente interpretazione del Secondo Concerto per pf. ed orchestra di Rachmaninov ha ricevuto il Premio Federico Ghedini della Fondazione Delfino. Ha inaugurato nell’agosto del 2016, l’ Art City Center di Jinan in Cina con un concerto all’ aperto seguito da migliaia di persone e trasmesso dalla televisione cinese.

Info: Musicaviva Associazione Musicale

Sede Legale Via G.Induno 20/A 10137 Torino
Tel – Fax +39 3392739888
e-mail: [email protected]
sito: www.associazionemusicaviva.it

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Concerto Cororchestra Vianney alla Cappella dei Mercanti

Il RAC e l’Interact Torino Nord Est prendono parte a un evento presso il monumento artistico nazionale del 1600 recentemente restaurato ad opera della Compagnia di San Paolo.

Alle ore 16.00 si terrà il concerto della Cororchestra Vianney di Torino, con possibiltà di visite guidate alla Cappella ed alle opere contenute all’interno.
Seguirà aperitivo nei medesimi locali.

Durante l’intera iniziativa verranno esposte le tele ad opera dell’artista Andrea Sbrà Perego, già partner del nostro Club, il quale ha scelto di collaborare con noi durante l’intero A.R. donando parte del ricavato dalla vendita delle sue opere al nostro Service.

Non mancate… Sarà un’occasione unica per conoscere una delle bellezze nascoste e prestigiose della nostra Torino!

R.S.V.P.: [email protected] entro il 14/10 o tramite #rotarapp.
La sola prenotazione su fb non sarà considerata valida.
Coloro, o i rispettivi Club di appartenenza, che non disdiranno la propria prenotazione entro il 14/10 dovranno versare interamente la quota di partecipazione.

COSTI:
solo concerto: offerta libera durante il concerto
– Concerto+aperitivo: 20€
– Solo Aperitivo: 15€

Il service ricavato dall’evento verrà interamente devoluto dal Club alle zone del centro Italia colpite dal sisma negli scorsi mesi

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La notte degli archivi: il 16 settembre apriranno le porte al pubblico

“La Notte degli Archivi” è un’iniziativa nata per far scoprire al pubblico un patrimonio poco conosciuto: gli archivi storici.
Sarà un’opportunità unica, un viaggio nella memoria storica alla scoperta di un tesoro inestimabile che identifica il nostro passato: materiale multimedialeiconograficodocumentaleoggetti di cultostorie di successobozzetti, che rappresentano un’epoca e a volte uno stile di vita.
Per la prima volta in Italia, si potrà vivere e conoscere il mondo degli archivi spesso pensato come una grande quantità di schedari accatastati in scaffali impolverati e non come fonte di ricchezza culturale e storica.
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notte_archivi_torinoLa prima edizione de La Notte degli Archivi (www.lanottedegliarchivi.it) si svolgerà a Torino, città in cui nasce il progetto.
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“La Notte degli Archivi” affiderà a un gruppo di scrittori il compito di raccontare frammenti dei patrimoni custoditi in città, guidando il pubblico attraverso le raccolte di immagini, filmati, documenti e stampe conservate da alcuni dei soggetti coinvolti nell’iniziativa, in modo da sperimentare una forma di narrazione avvincente da replicare nelle prossime edizioni.
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Questa notte-evento sarà dunque il primo capitolo di un racconto condiviso della storia di Torino riletta da punti di vista nuovi e differenti, in grado di arricchire la memoria collettiva rievocando emozioni, curiosità e passioni.
L’iniziativa è unica nel suo genere e mai sperimentata prima, che nasce con l’intenzione di estendersi ad altre città d’Italia ed Europa.
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Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, oltre al supporto dei seguenti partner istituzionali:
Regione Piemonte
Direzione Generale Archivi
Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta
Università degli Studi di Torino
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Chieri riscopre i suoi monumenti grazie a Pokémon Go

Pokémon Go è l’app del momento, amata da milioni di giocatori e odiata da altrettante persone. Un’unica cosa mette d’accordo tutti: l’app fa uscire di casa le persone e le fa girare per le città. In molti casi le persone scoprono nuovi posti e luoghi della loro città proprio grazie a questa app.

L’Associazione culturale Carreum Potentia di Chieri (TO), organizza una visita guidata ad alcuni monumenti chieresi  che sono presenti in questo gioco. L’associazione, che fra i suoi scopi ha quello di favorire la conoscenza, la valorizzazione, la salvaguardia del patrimonio artistico architettonico del chierese e delle zone limitrofe e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla conoscenza della storia della città e del suo territorio, ha scelto di sfruttare la fama di Pokémon Go per far conoscere le bellezze artistiche chieresi.

Intervistato in merito, Vincenzo Tedesco, presidente di Carreum Potentia, ha dichiarato: “abbiamo scelto di proporre questa iniziativa dopo che abbiamo notato che il Duomo di Chieri, più correttamente denominato Collegiata di Santa Maria della Scala, era una Palestra Pokémon, dove i giocatori vanno a far combattere i loro pokémon. Da lì ci siamo guardati in giro e abbiamo notato che molti dei luoghi che illustriamo ai visitatori in occasione dei Monumenti Aperti e delle altre attività, sono coinvolti in qualità di Pokéstop o di Palestre. Abbiamo selezionato alcuni monumenti e abbiamo creato un piccolo percorso, per allenatori di pokémon e semplici appassionati di storia e arte”.

L’appuntamento è domenica 31 luglio ore 16:30 davanti al Duomo di Chieri. È possibile trovare tutte le informazioni relative all’evento all’indirizzo internet http://www.carreumpotentia.it/carreum-go/ e sull’evento Facebook presente al link https://www.facebook.com/events/104855336624271/

 

Foto e arte di Stefano Airaghi: artista novarese

Stefano Airaghi abita a Trecate, cittadina al confine tra Piemonte e Lombardia e  collabora  con la sezione fotografica di un avviato studio  di architettura, che si trova nel cuore di Novara, vicino al Broletto e alla Cattedrale, due dei luoghi più significativi da un punto di vista  storico-culturale per i novaresi.

Nasce a Trecate nel 1982: la sua famiglia è impegnata a contribuire alla crescita sociale della comunità trecatese. La madre in particolare opera per l’educazione dei bambini, che frequentano le strutture parrocchiali. Questo impegno materno sicuramente lo influenza e genera in lui una sensibilità sociale, che inciderà sul suo impegno professionale.

Dopo aver conseguito il diploma di perito aereonautico e dopo qualche esperienza lavorativa con alcuni operatori turistici, sempre ovviamente con la macchina fotografica, che è diventato ormai strumento inseparabile, si dedica in modo consistente alla sua vocazione: la fotografia, partecipando anche a master formativi a Milano, conseguendo l’attestato di fotografo e grafico pubblicitario. Da questo momento il suo destino professionale è segnato e soprattutto incomincia a svilupparsi la sua attività artistica. Come fotografo cura molti interessanti servizi. Visionando i suoi scatti si nota la capacità di Airaghi a interpretare i soggetti del suo obiettivo. Direi che l’elemento essenziale, e sicuramente più efficace del suo lavoro di fotografo, è di capire il messaggio, che deriva dall’ oggetto, che viene da lui fotografato.

caravaggio-airaghiUn esempio per tutti: ha immortalato con la sua macchina di recente alcuni quadri del Caravaggio, pittore che dedica una particolare attenzione alla luce. Nelle fotografie di Airaghi questa attenzione del pittore alla luce compare in tutto il suo intrinseco significato.

Ha sempre viva inoltre la passione di trasmettere la sua arte e di far crescere questa cultura negli altri. Consapevole e convinto assertore dell’importanza di educare all’arte fin dall’infanzia  ha tenuto e tiene corsi di fotografia nelle scuole elementari di Trecate e ha svolto docenza al Convitto Nazionale Carlo Albero di Novara. Interrogato su questa sua inclinazione ha voluto ribadire che avverte dentro  una spiccata passione per trasmettere agli altri i valori artistici, quei valori artistici cioè che lo spingono all’ azione creativa.

La dimensione internazionale

Airaghi è un professionista che si sente cittadino del mondo e soprattutto avverte la feconda bellezza dei rapporti internazionali, in quanto è convinto che la cultura non conosce confini, in modo particolare in questi tempi, quando gli stati hanno una forte tentazione a creare barriere. Non a caso collabora, anche grazie al GAI (Giovani Artisti Italiani), organismo al quale aderisce, con la fondazione Benthekhaan, un ente ebraico, la cui sede si trova in Polonia, realizzando con la collaborazione di tre fotografi torinesi, un reportage sulla ricerca delle tracce ebraiche dopo la notte dei cristalli del 1939. Il lavoro è stato apprezzato ed ha avuto un sostanziale e positivo accoglimento da parte di studiosi e critici. Questi lavori gli hanno permesso di farsi conoscere in diverse realtà culturali europee e soprattutto  hanno garantito alla sua preparazione culturale quella dimensione europea, della quale molti artisti e professionisti sono carenti.

La dimensione sociale

Parlare di Stefano Airaghi come professionista senza fare riferimento al suo impegno sociale si corre il rischio di offrire un quadro incompleto della sua personalità. Nell’estate dell’anno scorso infatti Airaghi  è stato ad Haiti ospite di “Hayti Now Corp ong”, una organizzazione umanitaria fondata da un trecatese, Alex Lizzappi, che ha come fine , tra gli altri, quello di donare libri ai bambini di Haiti per metterli in condizione di studiare e costruirsi un mondo migliore. L’obiettivo della sua missione è stato collaborare per far uscire dalla miseria quella popolazione.

Foto di Stefano Airaghi: lo sguardo dei bambini di Haiti
Foto di Stefano Airaghi: lo sguardo dei bambini di haiti

Stefano Airaghi con la sua macchina fotografica ha documentato la povertà del territorio centro-americano. È tornato in Italia molto colpito dalla povertà incontrata. Mi ha impressionato una frase da lui pronunciata in un incontro culturale organizzato per socializzare la sua esperienza: ”Ad Haiti non puoi guardare negli occhi un bambino per più di tre secondi, senza rimanere incastrato e volerlo aiutare”. La conseguenza è stata una sola: ha fatto un album di foto ed ora promuove tante iniziative a favore dei bambini poveri di Haiti, che ha personalmente conosciuto.

Alla luce di tutto questo credo si possa con molta serenità dire che Stefano Airaghi  ha colto fino in fondo la dimensione sociale della sua arte e della sua professione.

Franco Peretti
Docente Università Popolare degli Studi – Milano

Simone mariani: da bartender a foodblogger con “tagliatella tonic”

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“Un cocktail come armonia di sapori e bellezza di colori sapientemente bilanciati insieme, che aiutano ad arrivare al Piacere
“.  
Se ci fosse la definizione per l’arte del barista perfetto questa, per Simone Mariani, autore del blog “tagliatellatonic” sarebbe la migliore.

Diplomato bartender alla scuola di formazione “Planet One”, plurifinalista nazionale di Competizioni per Barman (Absolut Talent Show, Beefeater Gin Competition, Havana Club Competiton, Campari Competition), medaglia di bronzo al Campionato Italiano Barman e professionisti (Perugia 2011), selezionato al Mondiale “Cherry Hearing Award 2014”.

Ti definisci “barteder”, cosa significa? 

Il bartender, per definizione, è colui che svolge il lavoro “morbido” dietro al banco bar. Deriva dalla parola inglese “tender” che significa morbido. Per lavoro morbido, intendo un lavoro scorrevole, fatto di gestualità dinamica e tecniche efficienti, anche per quanto riguarda la ritualità visiva nella costruzione del drink.
Questo vocabolo fu coniato nella fine degli anni 90 dopo l’esplosione dell’ American Bartending school, che poneva al centro della sua formazione il flair, il cosiddetto “tirare per aria le bottiglie”: pietra miliare di tutti i bartender è il film “cocktail” con Tom Cruise.
Ultimamente preferisco comunque essere chiamato barman, poichè di questi ultimi, ce ne sono rimasti davvero pochi.

Come  la tua passione per questo lavoro? 

La  passione per i drink nasce per caso, dietro al bancone di un bar di provincia. Se vogliamo ripercorrere il mio storico diciamo che all’inizio la passione si è manifestata più come una attitudine e una sensibilità al drink, e al contatto con il pubblico, poichè non ne ero minimamente a conoscenza. Da piccolo volevo fare il dottore e poi il giornalista, ma non mi sarei mai aspettato che fare delle punture a delle mele e/o scrivere bei temi al liceo, potesse essere raccolto in un’unica professione.

La domanda è scontata: qual è il cocktail che preferisci?

Uno di cui ne vado veramente fiero è il mio Gin tonic “zafferano e liquirizia” con spolverata di curcuma in superficie, abbinato ad una tartare di ricciola e mango fresco tagliato a Julienne, ad esempio.

Come nasce l’idea di un blog?

Tagliatella Tonic” penso sia un nome azzeccato. Italianizzato al punto giusto e folle quanto basta, poichè nessuno prima d’ora si è mai azzardato ad abbinare ad un piatto di tagliatelle fatte in casa, un gin tonic.
insomma,ho preso i due poli opposti ma sempre validi della cucina, sia dietro al banco che tra i fornelli.
Per saperne di più leggete la presentazione del mio blog.

Cosa bolle in pentola?

In questo periodo non sto tanto a pensare al futuro. Questo non significa che io non abbia ambizioni, anzi. Ma cerco di vivere la mia professionalità e la mia crescita personale giorno per giorno, questo anche grazie alla curiosità che mi spinge sempre a fare ricerca e a migliorarmi. Una cosa è certa, vorrei poter collaborare in un futuro non per niente prossimo con uno chef di fama internazionale, magari scrivendo di lui o per lui, abbinando alle sue creazioni i miei drink.

Blog: http://tagliatellatonic.blogspot.it

Twitter: @tagliatonic

Facebook: https://www.facebook.com/Tagliatella-Tonic-1830943910465962/

 

 

Il Premio Internazionale Standout Woman all’artista Bonaria Manca

Nella meravigliosa cornice di Tuscania, antica cittadina etrusca immersa nella Maremma laziale, la Consigliera di Parità della provincia di Brescia, Anna Maria Gandolfi insieme a Daniela Sanguanini, componente del comitato di valutazione, alla presenza del Sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci, hanno consegnato il premio Internazionale Standout Woman Award – edizione 2016 – a Bonaria Manca, un’artista che ha dipinto la sua vita attraverso una forma d’arte unica nel suo genere. Una donna fiera , che ha affrontato le difficoltà della vita a testa alta.

Stefano Pigolotti vicino all'opera dell'artista
Stefano Pigolotti vicino all’opera dell’artista

L’arte di Bonaria non è nuova nel bresciano infatti, nel 2014 l’imprenditore Stefano Pigolotti, seguendone la vita e le opere, decise di sostenere questa straordinaria artista.

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“L’arte di Bonaria è incomparabile, figlia di una forza d’animo degna di una donna fiera, coraggiosa, innovativa e non conformista“ dichiara il Dott. Pigolotti che ha visitato Bonaria Manca nella sua casa museo abbracciando la filosofia di vita, la dignità e il coraggio di questa donna straordinaria.
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È nella sensibilità di capire l’anima dell’imprenditore, miscelata alla grande competenza professionale, che si può individuare un punto di contatto con la delicatezza interpretativa di Bonaria abbinata alla fiera determinazione che connotano l’artista sarda.
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“L’incontro con Bonaria” continua Pigolotti “è stato denso di emozioni, magico direi. Scambiare qualche battuta e condividere le sue illuminazioni artistiche è stato un privilegio. Un regalo che ha ispirato, e ulteriormente motivato, il mio percorso professionale al servizio dell’imprenditoria italiana”L’avvicinamento del mondo delle imprese a quello dell’arte è sicuramente una sfida molto complicata, ma riuscire a vincerla innescherebbe una formula magica che permetterebbe di aumentare, tramite il fascino artistico, il benessere aziendale di ogni impresa generando maggiori performaces” 

Enrico Ballani: professione architetto paesaggista

L’architetto paesaggista è colui si occupa della progettazione di ambienti esterni, unendo competenze tecniche e creatività per valorizzare le potenzialità degli spazi esterni.

Architettura del paesaggio, un settore ancora poco conosciuto in Italia… Qual è la situazione attuale?

Enrico Ballani
Enrico Ballani

La figura professionale dell’architetto paesaggista è ancora poco conosciuta sul territorio italiano. Basta pensare che se chiedessimo ad una persona qualsiasi “a chi si rivolgerebbe per migliorare l’aspetto del proprio giardino?”, la risposta sarebbe sicuramente, il vivaista o il giardiniere. Sicuramente queste figure professionali sapranno riqualificare la vegetazione del giardino, ma non terranno conto dell’ambiente privato o pubblico in cui si trova l’area la riorganizzare e che cosa vi è nei dintorni. La progettazione di un’area non è solo vegetazione, e il buon risultato si ha con il giusto equilibrio di materiali e colori che si uniscono al contesto.

L’Italia in questo campo dimostra di non essere al passo con il resto d’Europa e del mondo, sia che parliamo di verde privato che di verde pubblico. È comunque più facile sentirne parlare nel privato, in quanto, sembra da qualche anno cresciuto l’interesse delle persone nei confronti di professionisti come l’architetto, l’interior design, l’arredatore.

Come si diventa architetto paesaggista?

A oggi sono ancora poche le università Italiane che insegnano questa professione: Firenze, Genova, Torino, Napoli. Io ho scelto di frequentare a Firenze anche per la profonda tradizione artistica insita nella città.

Ma per diventare architetti paesaggisti è sicuramente indispensabile avere una buona immaginazione e tanta creatività, che permettano di vedere il progetto finito già nel momento in cui si ispeziona il sito per la prima volta.

Senza dubbio la formazione superiore all’istituto agrario, e la laurea in Riassetto del Territorio e tutela del paesaggio, hanno facilitato la mia conoscenza delle piante, del loro mantenimento, oltre che del loro utilizzo.

Sono in molti a chiedersi il modo in cui nasce il progetto di un terrazzo o di un giardino. Quali sono i suoi punti di riferimento iniziali?

Il progetto nasce dall’analisi, l’osservazione e la conoscenza del sito. Tutte queste nozioni di base vengono poi elaborate dall’architetto paesaggista con la sua creatività e la conoscenza dei nuovi materiali in commercio. Si creano delle proposte che vengono fatte visionare dal cliente, che potrà indirizzare in altro modo o essere concorde con l’architetto. Naturalmente si cerca sempre di trovare la soluzione migliore per il cliente, ma spesso mi trovo nella posizione di poter consigliare il cliente in modo da utilizzare prodotti e arredi di nuova generazione e soprattutto materiali di lunga durata che avranno un deperimento minimo nel corso del tempo e manterranno il progetto pulito e ordinato a lungo.

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Tanto in città quanto in campagna si vedono sempre più spesso giardini meravigliosi strutturati. Ma chi è il committente-tipo di un paesaggista?

Il committente tipo è colui che riconosce la posizione professionale dell’architetto paesaggista e sa cosa sta cercando, ovvero sa come utilizzerà l’area che ci si presta a riorganizzare, e che giorno dopo giorno se ne prenderà cura. È inoltre colui che si fida dei consigli dell’architetto paesaggista e si confronta con lui per arrivare al risultato migliore. È colui che sa che il giardino non termina nel momento in cui viene consegnato il progetto, ma che lo aiuterà a mantenersi nel tempo. Il giardino, infatti inizierà a vivere nel momento della consegna dei lavori.

È possibile oggi realizzare un terrazzo o un giardino a bassa manutenzione , che richieda poca attenzione da parte del proprietario e che, ad esempio, possa vivere con un minimo di acqua, o che si illumini di notte con poca energia elettrica. Per dirlo con una sola parola: è possibile progettare un terrazzo o un giardino “sostenibili”?

Si è possibile. Oggi in commercio possiamo trovare materiali innovativi e piante autoctone che ne permettono la realizzazione. Legni trattati per esterni, materiali composti in WPC (wood plastic composite), plastiche lavorate che diventano tessuti, metalli e resine per la formazione di sedute, vasche, ecc.. Anche se non dobbiamo dimenticare che un minimo sforzo per la cura del nostro giardino o del nostro terrazzo, dovremmo sempre farlo. Non esiste nessun area verde, se pur sostenibile che non necessiti, anche se magari in minima parte di manutenzione e cura.

Quali sono le novità più interessanti del settore?

Le novità sono i materiale che ogni giorno vengo creati o riproposti come elementi di valore che arricchiscono il progetto stesso. Ma la cosa più caratteristica del momento è l’utilizzo di pareti e tetti verdi che possono trasformare gli spazi in modo più naturale. Trasmettono un maggior senso armonico e distolgono l’attenzione dallo stress quotidiano.

Per concludere, con quanto l’amore per il giardino, per il paesaggio e per la sua professione ha arricchito la sua vita?

L’amore per questo lavoro lo trasmetto al committente ogni qualvolta mi trovo davanti la possibilità di cominciare un lavoro. Sicuramente il fatto di essere cresciuto in campagna ha segnato profondamente il mio amore per la natura e mi ha portato a guardarla con occhi diversi. Gli occhi di chi guarda con la conoscenza e lo studio dalla sua parte, per essere sempre pronti a rinnovarsi, innovarsi e cercare nuove prospettive. I miei studi sono stati una conseguenza prevedibile del modo in cui ho trascorso la mia infanzia, e sicuramente la creatività dei miei genitori ha inconsciamente posto le basi per la mia attività professionale.

Intervista svolta nell’ambito del corso di Interior Design dell’Accademia Telematica Europea