Piemonte al Microscopio

iStarter, ecco il nuovo incubatore torinese

Sono già 34 le startup che hanno fatto domanda per essere ospitate nella nuova struttura realizzata da un gruppo di giovani angel  – articolo a cura di Silvio Gulizia

L’attenzione sempre maggiore al panorama delle startup italiane sta portando al nascere non solo di decine di nuove imprese, ma anche di strutture e fondi per aiutarle e finanziarle. Una di queste è iStarter, incubatore torinese che fra le altre cose si distingue per essere stato lanciato da un gruppo di giovani business angel.

Sono una cinquantina e hanno un’età media di 32 anni. Fra di loro ci sono persone come Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, Anna Gatti, Ceo di Soshoma e board member di Buongiorno, Fernando Napolitano, Ceo di Italian Business & Investment Initiative e board member di Enel, e Nicola Garelli, project leader al Boston Consulting Group e fondatore del gruppo di cui è anche presidente.

Si tratta di angel e persone impiegate in grandi aziende o amministratori di gruppi in sette settori: beni industriali, macchinari industriali, dispositivi biomedicali, Internet, tlc e media, aerospaziale ed energie rinnovabili. Nelle scorse settimane iStarter ha avviato una call for ideas che chiuderà il 25 ottobre: nel successivo fine settimana verranno valutate tutte le proposte (già 34 quelle registrate) fra cui ne verranno selezionate cinque. Queste verranno incubate a Torino nei nuovi locali acquisiti dal gruppo che ha anche una sede a Londra e presenze attive a San Francisco, New York e Shanghai.

Il nucleo centrale degli angel ha iniziato a operare in privato nel 2007. “Nello scorso febbraio una decina di noi ha avviato una riflessione per capire quale poteva esser

e il mercato in cui investire per i prossimi tre o quattro anni – ci ha spiegato Garelli – Avevamo già fatto investimenti sulle startup e volevamo posizionarci in questo settore. Quindi abbiamo consultato amici fra i venture capitalist italiani e anglosassoni. Abbiamo realizzato che la gestione dell’investimento di capitale e lo sviluppo dell’idea devono restare separati, perché la prima richiede persone che sappiamo gestire un portafoglio. Occuparsi solo dello sviluppo invece ci permette di mantenere alta la focalizzazione e di trasmettere il massimo valore all’imprenditore”.

iStarter, una Spa con 500mila euro di capitale, in sostanza si occupa di offrire formazione orizzontale (sui temi legati al mondo startup) e verticale (sul progetto imprenditoriale della singola realtà) e chiede in cambio una percentuale variabile solo se riesce a far finanziare il progetto tramite gli eventi di networking che riesce a organizzare e le proprie conoscenze. “In linea di massima puntiamo a seed da 200 o 300mila euro e prendiamo un 10% in contanti e un 5% in stock option”. In caso la startup non trovi un finanziamento, l’imprenditore non paga assolutamente nulla.

L’obiettivo di iStarter è diventare parte integrante della comunità torinese e del Nord-ovest offrendo sostegno ai nuovi imprenditori. “Vogliamo diventare un attore di riferimento all’intersezione tra università, industria, enti locali e comunità finan

ziaria”. All’interno dell’incubatore non ci sarà solo spazio per sviluppare le idee degli startupper, ma a questi potrebbero essere affidati anche progetti originati da partner corporate di iStarter.

 

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