#springalive: una rondine fa primavera a Torino

Stamattina è ufficialmente primavera: sono tornate le rondini a Torino. Mi hanno avvisato le micie: guardavano su concentratissime emettendo un versetto tra l’affaticato e il goduto. Ho guardato in alto: le piccole rondini nere garrivano volteggiando contro un cielo grigio, tutt’altro che primaverile.
E intanto ecco le prime foglioline verde tenero della rosa rampicante giapponese; un delicatissimo profumo dai petali del ciliegio nano; i germogli appuntiti e delicati del glicine con i suoi rami contorti.
Come ogni anno l’ho segnalato su Spring Alive! Infatti, il sito www.springalive.net – un progetto della LIPU – permette l’inserimento dei dati dell’avvistamento di tutti i pennuti ‘portatori di primavera’ ed è un rito che ogni anno coinvolge migliaia di utenti del web in tutta Europa: nel 2012 furono 173mila segnalazioni in Europa, di cui 50 mila in Italia.
Mi raccomando, guardate anche voi in su e siate i prossimi a postare la primavera!

 

Vinum vita est – da Torino arriva a Vinitaly il rosso doc della Regina

Amo il vino in tutte le sue declinazioni. Il mio favorito rimane il rosso piemontese, ma non disdegno il bianco (anche di altre regioni) quando si tratta di un sapore che sa narrare un territorio, un’emanazione della terra, dell’acqua e dell’aria racchiuso in un dato perimetro. Non è un’adesione alla politica della denominazione ‘al centimetro’, ma semplicemente l’ammettere che ogni terra è diversa e può esprimersi attraverso bouquet e  gusti necessariamente differenti.

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Stazioni, treni e uccelli giardinieri: la nuova Porta Susa

Avete mai preso Italo? Ed ancora, vi siete addentrati nella nuova Porta Susa ancora in fieri? Per me, che ero abituata al sapore d’antan della vecchia stazione un po’ scrostata al fondo di via Cernaia, è stato uno strano effetto. Io amo le stazioni dei treni, il viaggiare lento nei paesaggi che permette di intravedere posti dove normalmente non si andrebbe, dove puoi leggere e scrivere senza avere la nausea o annoiarti del continuum di nuvole o acqua. Mi piace attraversare sui binari periferie di casermoni, giardini spelacchiati, campi infiniti delimitati dalle file dei gelsi, poi le colline, il mare con i cespugli di agavi, le montagne rosa e le finestre illuminate dove s’indovina la vita imperscrutabile – per esempio – dei borghi della Val Bormida. Che ne sappiamo noi della Val Bormida, ecco? Delle esistenze di lampade accese sulle cene di sconosciuti. (Ricordate Battiato? Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/le luci fanno ricordare /le meccaniche celesti…)

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Al Jazz Club con l’abito rosso

Prendi un sabato sera, un abito rosso, un rossetto rosso e del vino rigorosamente rosso e piemontese. Prendi delle amiche di cui una con i capelli rossi, l’altra con le calze a pois rossi e l’ultima – infine – con il cappotto rosso. Mescola gli ingredienti e vai a ballare il sabato sera al Jazz Club. E vedrai che succede!

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Profumo di cedri tra brecce di luce

Scendere nel laboratorio di Marco Stefanelli è compiere un viaggio nei sensi, nella luce e nel buio, nelle emozioni e negli intenti. Un percorso che si potrebbe dire metaforico, se si tiene conto che io sono entrata un pomeriggio in cui era già sceso un buio blu e The Boxer Design – questo il nome della fucina creativa – era vuoto.
Una casa antica su Via Maria Vittoria, scendere le scale buie, aprire porte pesanti. L’emozione era quella di aver accesso al laboratorio di Efesto, ovvero penetrare in un luogo dove nasce qualcosa, il miracolo della vita si ripete ad libitum, si costruisce la luce e si lavora la materia. Che strana sensazione, quella del luogo sacro. Si rimane  in attesa, ci si guarda intorno per capire. L’arte è una cosa strana. Si può anche non riuscirne a comprendere certe esternazioni e in quel caso si crea il disagio, quindi quando si incontrano cose nuove è sempre curioso scoprire l’effetto che ci faranno. Sono come degli appuntamenti al buio, per me.

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Memento audere semper (Ricordati di osare sempre) – Lifestyle 2013

Memento audere semper (Ricordati di osare sempre*). Cito Gabriele D’Annunzio non a caso, poichè non sono una sua fan sfegatata, ma in questo post si parla di concludere l’anno, di fare il solito momento di riflessione e di bilancio su cosa è stato e cosa sarà il passaggio dal 2012 al 2013. Sarà utile? Non lo so per altri, a me aiuta a far chiarezza. Propositi di lifestyle olistico.

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Christmas market! I mercatini di Natale a Torino

Sono tornati i mercatini di Natale a Borgo Dora: Torino si illumina d’incanto! Andate alla sera a Porta Palazzo e perdetevi tra le casette di legno, annusante l’odore di vin brulè e cioccolata fra le bancarelle, comprate mieli di montagna, infusi riscaldanti e birre introvabili. Poi entrate al Cortile del Maglio e vagate tra incensi, atelier e temporary shop…

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Movida casalinga invernale – Prima parte

Perchè d’inverno tutto è concesso, anche la movida dalla cucina al divano.

Miei cari appassionati di movida con i tacchi, oggi farò un outing.
No, non si tratta di smentire l’amore per il tacco che dà il titolo a questo blog (anzi, sono addirittura reduce da una folle corsa sotto la pioggia in una stazioncina sperduta della Capitale,  con il tacco addosso, non proprio 12, ma sempre tacco era) qui si tratta di parlare della movida e dell’inverno. Perchè quella che viene chiamata ‘movida’ si pensa – erroneamente – sia da esercitarsi solo fuori di casa e dopo il calar delle tenebre. Sì: ci si immagina la movida sempre ambientata in locali straripanti di gente, stroboscopiche luci, roboante musica, il gelo appena ci si sposta dall’area dei funghi riscaldanti, folli danze da baccanti fino a tardi eccetera. Stare fuori, insomma.
A me piace stare fuori, ma, ammetto, trovo che anche viversi la casa abbia il suo aspetto glamour.
E’ movida anch’essa.

Cosa mi piace delle serate invernali della movida casalinga? Mmmmmh, la lista è davvero lunga. A cominciare dal mettersi un plaidino addosso e acciambellarsi come fanno le mie gatte sul divano, riempirsi tutto intorno di libri acquistati nel tempo – e non ancora letti – avendo la sensazione che potrò saltare qua e là tra le pagine e scegliere in che vita/luogo/tempo  posso perdermi sotto la luce della mia abat-jour, in compagnia di un the caldo o – ancor meglio – un bicchiere di vino corposo del Piemonte.

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I colorati mercati di Torino

Adoro i mercati rionali di Torino, questa goduriosa usanza tipicamente francese delle bancarelle che, in tutti i quartieri, tutti i giorni della settimana, si palesano in città; nessuna zona esclusa, dalle più chicchettose a quelle popolari e veraci, ognuno di essi ha le sue caratteristiche originali e differenti, che lo distinguono e lo rendono unico rispetto agli altri.

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The Others – quando scoprire l’arte è un’arte

The Others è la parte del progetto artistico di questo autunno torinese (fatto di Paratissima, Artissima, Artò e quant’altro) che mi è piaciuto di più. Perchè è stato realmente innovativo, a cominciare dalla location.

Un progetto espositivo dedicato all’arte contemporanea emergente e ‘senza padrini’ inserito tra i muri di mattoni delle carceri Le Nuove a Torino, che tanto hanno visto e tanto avrebbero da narrare già di per sè ed ora si aprono per narrare altre vicende, lontane – ma non troppo – da quel mondo che vi era racchiuso.

La serata che ho dedicato alla mia visita di The Others profumava di pioggia, di foglie fradicie, di terra silente ma intensa. Una di quelle sere d’autunno che sanno di vino e luci calde delle cucine, di stufa e bucce di mandarini. Entrare nel giardino de Le Nuove è stata – strano ma vero!- un’accoglienza piacevole: le ortensie illuminate di sbieco, i tavolini di legno nel prato dove la gente, nonostante tutto, restava a sedere per godersi la serata anche in cappotto e sciarpa, il passaggio sotto gli archi, le farinate calde. Un’atmosfera lievemente bohèmienne: giusto l’aria frizzante e di creazione, non troppo alternativa nè troppo fighetteria… insomma, quello che vorrei fosse la caratteristica di tanti luoghi da frequentare. Affascinante senza strafare. Leggi tutto “The Others – quando scoprire l’arte è un’arte”