Ristorante Monti

Ristorante Monti

Via Lombriasco 4, Torino

Tel. 011 433 2210

Chiuso il lunedì

Prenotabile su The Fork

VOTO FINALE: 7 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 7 1/2]

Nell’era dei dilettanti allo sbaraglio, finalmente a Torino un ristoratore di esperienza. Sulle ceneri del francese La Louche, a un isolato da piazza Adriano, è nato da pochi mesi l’elegante e raffinato Monti, un’oasi di pace fuori dai soliti giri. Tre salette raccolte, arredate con gusto, regalano la giusta intimità. Adatto per cene romantiche o per far bella figura con un ospite.

CUCINA [VOTO: 7 1/2]

Per essere uno che ha iniziato nella cucina di una birreria, ne ha fatta di strada lo Chef Giuseppe! L’arte messa da parte negli anni è oggi al servizio della tradizione gastronomica piemontese. Per il Monti ha studiato un menu che affianca alle ricette più conosciute quelle ormai dimenticate, magari svecchiate con nuove tecniche di cottura e abbinamenti insoliti, sempre nel rispetto della stagionalità delle materie prime. Non mancano il vitello tonnato, gli agnolotti, il fritto misto piemontese (anche in versione vegetariana), i tajarin, il fassone con panatura di grissini, ma fanno capolino anche piatti che in pochi ormai osano proporre: la finanziera, le lumache, i ravioli ripieni di animelle di vitello, le grive di Langa (fegato e polpa di maiale), il cirighet (uovo pochet con salsa di peperoni, acciughe e capperi). La pasta e gli gnocchi sono fatti in casa (e si sente), così come i dolci. Lo Chef lavora per sottrazione. Ne scaturiscono sapori lievi, che talvolta faticano ad imporsi. Delicata è la salsa del vitello, delicati i ravioli del plin al tovagliolo, fin troppo delicati i fagottini di magro alla camomilla. Gli amanti della carne cruda non possono perdere la battuta di fassone, condita egregiamente con sale nero e zeste di limone. Gran finale con la carta dei dolci: pesche con amaretti e cioccolato, crepe souzette, tarte tatin, bonet alle pesche. Applausi a scena aperta per la zuppa di tiramisù. Nello zabajone, invece, andrebbe ridotta la dose di zucchero. Buona selezione di vini. Entrée e aperitivo offerti dalla casa.

STAFF [VOTO: 7 1/2]

Il servizio, composto e attento, è affidato alla moglie dello Chef. Lui, persona affabile e appassionata, riesce a tenere il tempo nonostante in cucina faccia quasi tutto da solo. E a fine serata fa capolino in sala per due chiacchiere con gli ospiti.

PREZZI [VOTO: 6/7]

Conto non adatto a tutte le tasche. Per una cena soddisfacente si sfiorano i 50 euro a testa.

PIATTO FORTE

La zuppa di tiramisù con riduzione di caffè, crema pastorizzata al mascarpone e savoiardi tostati è un meraviglioso gioco di consistenze e sapori. Mai più senza.

PIATTO DEBOLE

Il vitello tonnato ha un pregio – la carne tenera e cotta alla perfezione – e un difetto – la salsa un po’ lenta e poco tonnata.

TOILETTE [VOTO: 8]

Enorme, in ordine, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Una limatina ai prezzi.

Ballatoio – bistrot di ringhiera

Ballatoio – bistrot di ringhiera

Via Principe Amedeo 22c – Torino

Tel: +39 011 1964 0771 +39 333 7159015 – +39 334 9911299

Orario: da martedì a domenica 12 – 15 / 20 – 22. Lunedì chiuso.

 

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Grazie al passaparola, questo piccolo bistrot nel cuore di Torino si sta conquistando un’affezionata clientela. Inconfondibile grazie alle due enormi posate sulla facciata, nasce sulle ceneri di un ex negozio di famiglia che il titolare ha trasformato in grazioso ristorantino per pranzi poco impegnativi e cene romantiche. L’ambiente, ispirato alle case di ringhiera, è informale e accogliente. Domina il locale un balconcino con i panni stesi e i vasi di edera. Anche la grafica del menu richiama le tipiche finestre da ballatoio: applausi.

CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

La delusione è dietro l’angolo quando le aspettative sono troppo alte. Del Ballatoio si dice un gran bene e, difatti, tutto è mediamente buono, ben preparato e presentato con cura. Una volta provata, però, la sua cucina non lascia quel ricordo che spinge a tornare. La carta, piuttosto limitata, viene descritta come “un soave mix di tradizione piemontese e innovazione”: ci trovi i flan di topinambur con crema di blu, il tonno di gallina, le tagliatelle con ragù di salsiccia e broccoletti, lo stinco di maiale al forno, ma anche la millefoglie di zucchine e melanzane, le pennette con zabaione di pecorino e verdure, i bocconcini di pollo al curry e cocco, persino la buridda genovese. Tra i piatti migliori senza dubbio i gamberi arrostiti con crema di fagioli borlotti, la tartare di cruda di fassone, lo strudel di broccoli e caprino con verdure e riso integrale. Non convincono del tutto, invece, gli agnolotti di magro con fonduta di toma. Nella scarsa lista dei dolci emerge la tarte tatin, ben caramellata, super sottile (forse troppo) e servita senza panna o gelato. Sfiziosi i biscotti serviti con il Passito di Caluso. In alternativa, i classici bunet e panna cotta.

STAFF [VOTO: 6/7]

Personale gentile, servizio talvolta distratto.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto onesto: antipasti 6/8 euro, primi 7/8, secondi 7/11, dolci 3/5.

PIATTO FORTE

Ecco. Il problema del Ballatoio, almeno per ora, è l’assenza di un cavallo di battaglia.

PIATTO DEBOLE

Sulla carta, gli spaghetti alle vongole e crema di cime di rapa sono una bomba. Sul palato, invece, risultano un po’ slegati e accompagnati da quella fastidiosa sabbietta che rovina l’esperienza.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, ordinata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Questa volta è una supplica, più che un consiglio: nei mesi freddi accendete i termosifoni, per favore, e non fateci cenare battendo i denti!

Ristoro 28/3

Ristoro 28/3

Via A. Pigafetta, 56 – Torino

Tel. 011 508 6066

Chiuso sabato a pranzo e domenica

VOTO FINALE: 7 ½

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Non un vero ristorante, ma una gastronomia con tavoli e sedie. Così si definiscono al Ristoro Ventottomarzo, locale caldo, raffinato e rilassante in piena Crocetta. Colori tenui, musica jazz in sottofondo, divanetti e cuscini, il bancone bar rivestito di tappeti persiani, un grande specchio a dominare la sala da pranzo. La frequentazione e i prezzi risentono del quartiere in cui si trova. La trovata del menu scritto a matita su pagine di quaderno è simpatica ma cheap, non in tono con l’atmosfera.

CUCINA [VOTO: 8]

La cucina del Ristoro è curata, ben eseguita, basata su materie prime di qualità. Non a caso è frequentata da chef di fama come Vissani, habitué del locale. Il menu accompagna i piatti della tradizione piemontese (battuta, vitello tonnato, insalata russa, grissinopoli, tagliata di fassone) a proposte alternative come il polpo croccante su passata di fave, risotto con animelle, i ravioli con scamorza affumicata, radicchio e parmigiano croccante, gli gnocchi con gorgonzola, pere e noci, la zuppa di cannellini e cavolo nero, il guazzetto di moscardini con polentine. Non manca mai il pescato del giorno o qualche puntata fuori porta come il risotto alla milanese con ossobuco e le succose costine di agnello a scottadito. Quando è stagione, trionfo di carciofi in tutte le salse: fritti, in insalata con parmigiano, spadellati, con i gamberi, con le tagliatelle. L’attesa (brevissima) del primo piatto è allietata da un piccolo amuse bouche. La carta dei dolci gioca sulla tradizione: tiramisù, bonet, tarte tatin di pere, panna cotta, semifreddo alle castagne, meringa con panna e fragole.

STAFF [VOTO: 7]

Personale gentile e discreto, servizio veloce, persino troppo. Apprezzata la disponibilità a personalizzare i piatti secondo le esigenze dei clienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Rapporto qualità prezzo discreto, spesa media 40 euro.

PIATTO FORTE

I carciofi fritti sono squisiti e leggeri. Vorresti non finissero mai.

PIATTO DEBOLE

La salsa del vitello tonnato è un ibrido non convincente tra la versione alla vecchia maniera e quella a base di maionese.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno essenziale con due note di colore: il kilim che incornicia lo specchio e la bilancia vintage. Piacevole la scelta delle salviettine per le mani in tessuto.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Take it easy. Non siamo in mensa, un piatto via l’altro. Una ragionevole pausa tra le portate dà respiro sia ai clienti che alla brigata di cucina.

 

Ristorante MangiaTò

MangiaTò

Corso Regina Margherita, 63/c

Tel. 011 511 10 12

Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Piccolo ristorante con un’unica sala, pochi coperti e un mini dehors estivo sul controviale di corso Regina Margherita. L’atmosfera non concede nulla alle tendenze del momento, ma si presta ad una serata intima fuori dai soliti giri della movida torinese. Arredi anonimi, tendine misere, pareti tricolori (beige, verde e arancio), controsoffitto da ristorante cinese, cucina a vista, areazione e clima migliorabili. Si consiglia di prenotare.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina casereccia di stampo piemontese con guizzi di rivisitazione provenienti dal resto d’Italia e dal mondo. La materia prima è legata alle stagioni e, se pur in porzioni misurate, tutto è gustoso e curato. La specialità della casa sono gli squisiti garganelli con salsiccia aromatizzati al tartufo, serviti in un cestino di parmigiano. Altre proposte da acquolina in bocca? Cestino di sfoglia con porri e tuorlo d’uovo, flan di zucca con fonduta e amaretti, tagliatelle al pesto di agrumi e mandorle, gnocchi con cozze e broccoli, tartare di formaggio con pomodoro fresco, crema catalana alla banana, polentina con crema pasticcera e cioccolato. I più abitudinari si consoleranno con i classici: vitello tonnato (alla vecchia maniera, senza maionese), insalata di gallinella, lingua al verde, ravioli al sugo d’arrosto, tagliata di fassone. I vegetariani non disperino: non mancano mai ricette pensate per loro, come il seitan scottato con dadolata di melanzane o il cous cous di verdure.

STAFF [VOTO: 7]

A gestire il MangiaTò sono solo in due: uno in cucina, l’altro in sala. Quest’ultimo, un ragazzo molto gentile e preparato, ha il vezzo di elencare e descrivere i piatti uno ad uno anziché lasciare sul tavolo un più funzionale menu. Lo sforzo di entrambi è apprezzabile, ma i due fattori concomitanti (lo chef solo ai fornelli e le portate decantate) producono l’effetto di allungare i tempi, a locale pieno.

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi fissi suddivisi per categorie: antipasti 6 euro, primi 8 e secondi 12. Conto adeguato alla qualità.

PIATTO FORTE

Nonostante la panna, che farebbe inorridire più di uno chef stellato, i garganelli salsiccia e tartufo si fanno apprezzare.

PIATTO DEBOLE

I ravioli di zucca non difettano in sapore, ma risultano troppo asciutti.

TOILETTE [VOTO: 6]

Piccola e disadorna, benché pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Andare a memoria sulle proposte del giorno può mandare in confusione. Vedere alla voce Staff e dotarsi di menù.

Il Chiosco dello Zoo

Il Chiosco dello Zoo

Via Bava 30/G – Torino

Tel. 346 7470782

Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 7 ½ ]

In piena Vanchiglia, un luminoso ristorante di pesce da una trentina di coperti, tirato a lucido (altro che chiosco!) e arredato con sobrietà. Unici vezzi, un paio di biciclette in esposizione, una zona relax con sofà, grandi tubi d’aspirazione a vista. Il pavimento in porfido, di grande impatto, dà la sensazione di cenare all’aperto (e infatti raffredda un po’ l’atmosfera).  La bellissima cucina a vista consente di curiosare e carpire i trucchi del mestiere. Cosa c’entra tutto questo con lo Zoo? È una lunga storia, domandare allo Chef.

CUCINA [VOTO: 8]

Al Chiosco va in scena un vero e proprio “one man show”. In cucina Alberto fa tutto da solo con un autocontrollo invidiabile, riuscendo anche a trovare il tempo per dare il benvenuto, scambiare due parole, illustrare il menu degustazione del giorno, consigliare i vini. Il cliente, magari spiazzato dalla formula a sorpresa, non deve far altro che domare l’ansia e abbandonarsi alle cure dello Chef, ai sapori raffinati dei suoi piatti, alle sue presentazioni fantasiose. Si comincia con un paio di antipasti: che sia il polpo con nocciole e confettura di fichi oppure l’aguglia alla eoliana, o ancora il pesce spada tonnato o il polpo ubriaco con polenta, il risultato non cambia: promosso! Poi è la volta del primo: la spaghettata cacio, pepe e alici è pura gioia, i tonnarelli con bottarga e alici conquistano una forchettata dopo l’altra. Con il secondo – tonno scottato servito con insalatina o con composta di mele cotogne – lo Chef rischia di meno ma conferma le sue qualità. Scivolone sul dessert: i cannoli siciliani, unica proposta della serata, non sono di produzione propria.

STAFF [VOTO: 8]

Qualche lentezza nel servizio non è niente se si conta che ai fornelli c’è un solo uomo. La ragazza in sala sa affrontare la timidezza con il sorriso ed è gentile e premurosa.

PREZZI [VOTO: 7 ½ ]

Il menu con due contorni, primo e secondo vale tutti i suoi 25 euro. A questi vanno aggiunti i vini (in assenza di una carta, vengono elencate a voce due fasce di prezzi: 15/20 euro) e il dessert.

PIATTO FORTE

L’idea di “tonnare” il pesce spada vince facile.

PIATTO DEBOLE

Il tonno scottato fatica a trovare il giusto accompagnamento: l’insalata è eccessivamente salata, la composta di mele cotogne è quasi insapore.

TOILETTE [VOTO: 8]

Antibagno stiloso e bagno minimal. Ordine e pulizia ovunque.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non uno ma due: applicarsi di più sui dolci e attrezzarsi per il pagamento con carta e bancomat.

Ristorante La Piola

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La Piola di Piazza Rebaudengo

Ristorante La Piola

Piazza Conti di Rebaudengo, 7 – Torino

Tel. 011 2050315 – 393 4723384

 

VOTO FINALE: 6 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 6 ½ ]

Oh basta là! Chi l’avrebbe mai detto che un anonimo porticato di piazza Rebaudengo, a cinque minuti dall’imbocco dell’autostrada per Milano, potesse ospitare un ristorantino che su Tripadvisor vanta un gradimento da far morire d’invidia il Cambio? Ma, soprattutto, chi avrebbe mai pensato di trovare un angolo di Piemonte verace in un quartiere multietnico? Il locale si sviluppa su due livelli più seminterrato, i colori sono forti, gli arredi retrò, ma l’insieme risulta discretamente gradevole.

CUCINA [VOTO: 6/7]

Menu “gnanca a parlene”. Arrivi, ti siedi e, tempo trenta secondi, il titolare fa sfilare sotto il tuo naso gli antipasti della casa. L’impronta è piemontese, come per il resto delle portate. La qualità non manca, la creatività andrebbe invece coltivata: in una tranquilla serata estiva, la proposta più ardita è l’aspic (a dirla tutta, sarebbe ardita se indossassimo ancora le felpe della Best Company o i jeans Americanino). Il resto scorre via tra una frittata di zucchine e un’insalata di prosciutto e sedano, tra un tomino con salsa di acciughe e i peperoni scottati. Tutto buono, per carità, ma non al punto da lasciare il segno. I due primi del giorno (trofie al pesto con fagiolini e patate e tajarin con acciughe, pomodorini e capperi) sono abbondanti e ben cucinati. Anche i dolci sono due di numero (bavarese e torta al cocco). Caffè preparato con la classica Moka. Buon barbera della casa.

STAFF [VOTO: 7]

Preparatevi ad un “one man show” e portatevi un vocabolario piemontese-italiano. Munsiù Mario (un simpatico ragazzone originario di Fossano) gestisce la piola con piglio e affabilità. E parla (parecchio) quasi sempre in dialetto.

PREZZI [VOTO: 6]

In assenza di una carta, i prezzi sono una sorpresa. 25 euro a testa per una degustazione di antipasti, un primo e un barbera della casa? “Esageruma nen” (per dirla alla Mario).

PIATTO FORTE

I tajarin sono fatti a mano dalla mamma del titolare e si sente. In più, sono ben conditi.

PIATTO DEBOLE

I dessert meriterebbero maggiore varietà e fantasia.

TOILETTE [VOTO: 5]

Bagno piuttosto grezzo con servizi alla turca. Sapone per le mani non pervenuto.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Anche scritto a mano su una carta da formaggio, il menu con portate e prezzi non dovrebbe mancare mai.

Ristorante Consorzio

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Ristorante Consorzio

Ristorante Consorzio

Via Monte di Pietà, 23

10122 Torino

Tel. 011 2767661

Chiuso sabato a pranzo e la domenica

 

VOTO FINALE: 7 ½

ATMOSFERA [VOTO: 7 ½ ]

Il Consorzio a Torino è ormai un’istituzione e chi vuol essere à la page non può esimersi dal frequentarlo. La sua fama ha oltrepassato i confini piemontesi e le sue qualità sono state celebrate da riviste blasonate e recensori sopraffini. L’ambiente è informale, genere rustico-fighetto, ma molto accogliente: due sale dai colori caldi, pareti e sedie scrostati, pavimento in finto ciottolato, tovaglie a righe bianche e rosse. Prenotare per tempo e armarsi di santa pazienza per il parcheggio (siamo in pieno centro, tra piazza Castello e il Quadrilatero).

CUCINA [VOTO: 8 ½ ]

Al Consorzio non si può proprio rimproverare nulla, se non qualche ritrosia nelle porzioni. Sono bravi. E hanno scelto una formula vincente, supportata dalla qualità dei presidi Slowfood: la cucina piemontese rivisitata con estro e, talvolta, coraggio. Perché ci vuole coraggio a proporre con qualche sapiente variazione i piatti poveri di un tempo, quando non si buttava via niente, nemmeno le interiora degli animali. Ecco, allora, accanto ai classici come le Acciughe (con la A maiuscola) e la Cruda (da non perdere!), piatti insoliti come il capunet con midollo affumicato, il polpo alla griglia e cervella, l’animella con le mandorle, il brodo di gallina con tartufo nero e rosso d’uovo. Nemmeno i primi deludono per fantasia negli accostamenti e cura nella preparazione:  gnocchi con fontina e pere, ravioli di finanziera, risotto ai profumi d’acciuga con purea di cipolle e chips di rapa rossa, raviolo aperto con pernice, capesante e scorza bianca. E poi lo strepitoso agnolotto “gobbo”, da non intendere come juventino ma come specialità astigiana con ripieno di suino, vitello e coniglio. La carta dei secondi alterna piatti più scontati (il brasato di fassone al Ruché, il maialino con millefoglie di patate e cipollotti, la costata di bue) ad altri meno convenzionali come il pollo tonchese croccante o il piccione (gulp!) ripieno di foie gras al Porto. Per chiudere in bellezza, una selezione di dolci dalle descrizioni intriganti: pan brioche caramellato con gelato al latte bruciato, tris di panne cotte, bombette di cioccolato, zabaione e crema, crema di mascarpone con savoiardi, bavarese di (aprite bene le orecchie!) finocchio, gelato alla mela, sedano e finocchini dell’astigiano, “Bicerin” (cioccolata, caffè e crema di latte), pera arrostita con toffee, calvados, biscotto alle mandorle e gelato al fieno. Carta dei vini ricca con integrazione di birre e distillati.

STAFF [VOTO: 6/7 ]

Agli esordi lo staff era molto cerimonioso e attento. Oggi (colpa del successo, che fa montare la testa?) è gentile a fasi alterne, discretamente premuroso, talvolta lento.

PREZZI [VOTO: 7]

Il conto è leggermente più salato che altrove ma, diciamolo, anche l’asticella della qualità è più alta che altrove. Antipasti 9/13, primi 11/15, secondi 14/18, dolci 6/8.

PIATTO FORTE

A furor di popolo, l’uovo croccante servito con spinaci, fonduta di cheddar e pancetta croccante.

PIATTO DEBOLE

Non pervenuto.

TOILETTE [VOTO: 7]

Ordinata e in stile meno tradizionale del locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Basta con le mattonelle di ardesia utilizzate al posto dei piatti. Sono tanto belle a vedersi, ma assai scomode sia per i commensali che per i camerieri, che non sanno mai da che parte sollevarle.

Ristorante Al Campidoglio

campidoglioRistorante Al Campidoglio
Via Rocciamelone, 17 – Torino
Tel. 011.69.81.973
Chiuso sabato a pranzo e lunedì sera

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]
Nel delizioso e pacifico Borgo Campidoglio, il ristorante omonimo passa quasi inosservato, tanto è discreto nel proporsi. Anche all’interno l’atmosfera è piuttosto anonima: arredi essenziali e datati (a parte qualche bella immagine di Torino), pareti giallognole, pavimento in cotto. L’assenza di personalità lo rende simile a tanti altri, e quindi facilmente dimenticabile. Si consiglia passeggiata post-prandiale per i viottoli del quartiere per godere del Museo d’Arte Urbana, insediamento artistico permanente all’aperto.

CUCINA [VOTO: 7]
La cucina è di quelle che, se affinate, possono dare belle soddisfazioni. Pochi fronzoli, sapori schietti, porzioni giuste. Il menu passa con disinvoltura dalla terra al mare: tagliata di fassone e spiedino di gamberi, scottadito d’agnello e merluzzo al pistacchio, cavatelli con verdure e orecchiette con le vongole. Alcuni piatti passano felicemente l’esame (le penne al salmone, l’insalata tiepida di polipo, i cestinetti di parmigiano con carciofi e pistacchi, i ravioli di baccalà con vellutata di zucchine e broccoli), altri richiedono un ripasso (le penne con peperoni e pancetta sono ben emulsionate ma non lasciano il segno; la scottata di tonno andrebbe tolta dalla piastra molto prima, la sovracoscia di pollo al forno è troppo asciutta). I dolci sono tutti promossi al primo scrutinio: a primeggiare, il tiramisù con amaretti di Mombaruzzo e la delicata sfoglia con chantilly e crema di marroni.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]
Lo staff è molto cortese e, soprattutto a pranzo, corre tanto (forse troppo), cadendo vittima di distrazioni che si potrebbero facilmente evitare. Un esempio? Esaurite le patate, in cucina decidono di cambiarci il contorno senza avvisarci e ci rifilano i fagiolini. E se non ci piacessero?

PREZZI [VOTO: 7]
La formula del pranzo a 7 euro con primo, secondo e contorno è quasi imbattibile. La sera, menu degustazione terra a 22 euro, mare a 25. Alla carta, antipasti 8/11 euro, primi 7/10, secondi 9/13, dolci 4/5.

PIATTO FORTE

La rilettura del tiramisù in versione amaretti strappa la lode.

PIATTO DEBOLE

Se il pangasio in Italia non gode di buona fama, ci sarà un motivo. Perché proporlo?

TOILETTE [VOTO: 6]

Anonima ma pulita e in ordine, come il resto del locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Le cene con coupon (Glamoo ecc) fanno subito “cheap”. Evitare.

Lo Stonnato

stonnatoLo Stonnato
Via Baretti, 10 – Torino
Tel. 011 263 1440
Aperto tutti i giorni

VOTO FINALE: 6/7

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Un locale come Lo Stonnato non sfigurerebbe a Brooklyn o nel Meatpacking District di Manhattan. Toni delicati, arredi minimalisti, sapore vintage. Una bellissima cucina a vista accoglie subito all’ingresso, di fronte al banco reception. Una sala principale con le piastrelline bianche da pescheria, grandi specchi e luci basse, regala un’atmosfera intima e rarefatta. Una scenografica sala conviviale lunga e stretta, con scaffali che espongono solo sacchetti di carta da pane, predispone ad allegre cene con gli amici. Un piccolo dehors invita a lunghe notti estive di alcol e leggerezza.

CUCINA [VOTO: 6]

Lo Stonnato nasce con l’intento di riprendere le tradizioni ittiche italiane. Si va dall’impepata di cozze alle fritture di alici e calamari, dalla pasta con le sarde agli gnocchi con ragù di tonno e caciocavallo, dalle polpette di gamberi alla piovra scottata, dai carpacci di spada e salmone alla tagliata di tonno. Poi, però, gli Stonnati cercano di acchiappare anche il pubblico dei “gggiovani” che pascolano a qualunque ora per San Salvario. Così, accanto alle proposte di mare, spuntano le focacce, la farinate e le pizze al padellino realizzate con una ricetta a metà strada tra la pizza al tegamino ligure e quella di scuola napoletana. Il risultato, come sempre accade quando la cucina tenta troppe strade, è molto altalenante. Alcuni piatti sono da promuovere (le pizze, le orecchiette con broccoli e vongole, la torta di nocciole con nutella), altri sono promettenti (la farinata con le sarde è davvero sfiziosa ma ci viene servita mezza bruciacchiata), altri ancora non arrivano alla sufficienza (la frittura di calamari è insipida e acquosa).

STAFF [VOTO: 6]

Il servizio è efficiente ma il personale, giovane e molto informale, dà l’idea di trovarsi lì per caso. Non guasterebbe un pizzico di professionalità in più (e addomi più coperti).

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi per tutte le tasche. Pizze al padellino dai 6 agli 8 euro. Cozze, fritture e tartare dai 6 ai 10. Primi e secondi dai 6 ai 16 euro.

PIATTO FORTE

Le orecchiette con vongole, broccoli e pomodori secchi sono ricche e ben cucinate.

PIATTO DEBOLE

Il calamaro è infingardo, si sa. Per rendere la frittura croccante e gustosa urge correggere il tiro.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno in ordine, dall’aria volutamente demodé.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Pochi (piatti) ma buoni.

Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande

20150106_195440Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande
Via San Francesco da Paola, 4 – Torino
Tel. 011 8124621
Orario: mar-sab 10.30-01.00 (di notte), dom 10.30-15.30
Chiuso domenica sera e lunedì tutto il giorno

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 8]

A pochi metri dalla centralissima via Po, il Vitello (così lo chiamano gli habitués) è un ristorantino intimo e accogliente, arredato con gusto, dall’atmosfera informale e rilassante. Per l’estate, piccolo dehors su via San Francesco da Paola. Si consiglia la prenotazione.

CUCINA [VOTO: 7 1/2]

Menù con pochi piatti di ispirazione piemontese e qualche contaminazione proveniente dal mare. Si avverte la ricerca della materia prima di qualità nel rispetto del territorio e delle stagioni, la sapienza nella preparazione, l’attenzione al dettaglio. Non mancano i classici: carne cruda battuta al coltello, flan di topinambur, insalata di galletto e spinaci. Con il nome che portano, si giocano la reputazione con il vitello tonnato e vincono: la carne è tenera, rosa al punto giusto, e la salsa è di buon livello. I tajarin con i carciofi sono squisiti e cotti a puntino. Ottimi anche le tagliatelle con ragù di salsiccia di Bra e i plin al sugo d’arrosto. Gli gnocchi al gorgonzola, invece, guadagnerebbero punti se fossero un po’ più morbidi. Accanto ai secondi di carne (hamburger o tagliata di fassone, agnello al forno) fa bella figura il baccalà, molto delicato, servito con le coste. Dolci decisamente riusciti: su tutti, la tarte tatin, accompagnata da un bricco di panna liquida, e la crema di mascarpone con biscotto al cioccolato. Cantina ricca con centinaia di etichette: i clienti possono scendere a scegliere personalmente il vino da abbinare.

STAFF [VOTO: 8]

Il personale di sala è molto gentile e preparato, i tempi in cucina sono perfetti.

PREZZI [VOTO: 7]

La qualità potrebbe giustificarli, ma i prezzi risultano leggermente più alti rispetto a quelli di locali dello stesso calibro. Antipasti 10 euro, primi 12, secondi tra 14 e 16, dolci 5. Disponibile anche il menu degustazione a 35 euro con antipasto, primo, secondo, dolce, acqua e caffè.

PIATTO FORTE

Da leccarsi i baffi la crema al mascarpone con biscotto al cioccolato.

PIATTO DEBOLE

I tagliolini ai carciofi sono conditi egregiamente, ma con meno pepe potrebbero ambire alla perfezione.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, in ordine e profumata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Risolvere un problema comune a tanti locali: d’inverno la temperatura in sala è bassa e cenare con il brividino di freddo non è gradevole.