Le Ramin-e

Le Ramin-e
Via Isonzo 64, Torino
Tel. 011 3804067
Orario: Lunedì – Sabato: 12:00-14:30, 19:30-22:00
Chiuso per riposo settimanale: sabato a mezzogiorno e domenica

 
VOTO FINALE: 7+
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piccola e accogliente osteria nel defilato Borgo San Paolo, con un bel bancone all’ingresso e dieci/dodici tavoli, mattoni a vista e paioli in rame alle pareti (le ramine, appunto) a scaldare l’atmosfera. Molto gettonato: meglio prenotare.

CUCINA [VOTO: 8 ½ ]

Il voto sarebbe 9, se le porzioni non fossero avare. Dopo 18 anni al Malan Locanda del Postale di San Germano Chisone, lo chef Steven delizia Torino con la sua cucina che sposa alla perfezione tradizione piemontese e creatività. Il menu, non molto ampio, cambia ogni quindici giorni proponendo prodotti stagionali e non è mai banale. Qualche esempio? Trota e zucchine in carpione, insalata di girasoli con quaglie, uova e polenta croccante, tortino di primule con fonduta di toma dolce della Val Chisone, gnocchi di patate e ortiche con asparagi, piselli e paglierina di Cercenasco, filetto di salmerino alle mandorle con duchessa di patate, rotolo di coniglio al caffè, faraona al marsala e verdure. E, udite udite amanti degli invertebrati, le lumache al burro ed erbe! Anche i dolci parlano piemunteis: dalla classica torta Zurigo di Pinerolo alla bavarese al genepi, dal tortino di mele piemontesi con crema al gratin di fragole e zabaglione al moscato. Ricco tagliere di formaggi con selezione di piccoli produttori locali.

STAFF [VOTO: 6]

Il vero punto debole delle Ramine è lo staff: lento nel servizio e poco incline al sorriso. Non si può dire che sia scortese, ma l’empatia con il cliente è un’altra cosa.

PREZZI [VOTO: 7]

A fronte della elevata qualità, i prezzi possono dirsi onesti. Il menu degustazione da 28 euro comprende in genere un paio di antipasti, un primo, un secondo e il dolce. Scegliendo dalla carta, antipasti a 9,50 euro, primi a 8,50, secondi a 13. Sopra la media i dolci (6 euro). Da provare il menu prandiale a 12 euro.

PIATTO FORTE

Lo zabaione freddo con i frutti di bosco è pura libidine.

PIATTO DEBOLE

Il contorno di funghi non è all’altezza della carne con cui sono serviti.

TOILETTE [VOTO: 5]

Tanto è gradevole la sala, quanto è squallido il bagno.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La perfezione è a portata di mano: basterebbe aggiungere una buona dose di generosità nelle porzioni e nel calore umano.

Enoteca Parlapà

Enoteca Parlapà
Corso Principe Eugenio 17, Torino
Tel. 011 436 5899
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 6 ½



ATMOSFERA [VOTO: 8]

A un isolato da piazza Statuto, il Parlapà (in piemontese: ma non mi dire!) è luminoso, caldo, accogliente, con tanti tavoli e sedie multicolori. Bella esposizione di vini alle pareti e in vetrina. E una chicca nel seminterrato: una vera cantina a vista con temperatura controllata.

CUCINA [VOTO: 7]

Astemi e vegani stiano alla larga. Al Parlapà si va per il vino e per la carne. Punto e basta. Tutto il resto è puro contorno. La cucina è di impronta piemontese, la presentazione curata, la ricerca di ingredienti di qualità si avverte in ogni piatto, anche se la preparazione non sempre è all’altezza e le porzioni sono poco generose. Tra gli antipasti spiccano le bistecchine in carpione, davvero ottime, accanto a classici come i peperoni con bagna caoda, l’insalata russa, gli sformatini di verdure, le acciughe al verde, la salsiccia fresca. I tentativi di originalità nei primi talvolta deludono: gli gnocchetti di ricotta gorgonzola e salsiccia sono troppo salati, nelle fettuccine il guanciale copre totalmente il gusto dei fiori di zucchine. I secondi sono un trionfo di macelleria: battuta al coltello, roastbeef, grissinopoli di vitello o di coniglio, tagliata, costata di fassone, arrosto di vitello all’Arneis. Discorso a parte merita il vitello tonnato, preparato alla vecchia maniera (senza maionese): apprezzabile la scelta, ma la salsa risulta allappante. Tra i dolci si segnala un delizioso zabaione freddo. Inutile dire che il pezzo forte è la carta dei vini, completa e vasta (ha più pagine del Decamerone). Notevole anche la scelta di distillati.

STAFF [VOTO: 6]

Cordialità forzata, un filo di supponenza, preparazione sui vini, qualche lentezza di troppo nel servizio.

PREZZI [VOTO: 5]

Prezzi medio-alti. Con un buon vino, si arriva in fretta a 45 euro a testa. Per saziare occhi e palato si consiglia il misto (15 euro) o il tris di antipasti (12 euro). Antipasti singoli a 8 euro, primi tra i 10 e i 12 euro, secondi tra i 10 e i 20, costata di fassone a parte (30 euro). Dolci a 5 euro.

PIATTO FORTE

Il misto di antipasti, delizia per occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

La tarte tatin ha un bell’aspetto ma le mele non sono caramellate a sufficienza.

TOILETTE [VOTO: 7]

Pulita e in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Riordinare il menu: le portate e i relativi prezzi risultano poco chiari.

Osteria del F.I.A.T.

Osteria del F.I.A.T.
Via Biglieri 2, Torino
Tel. 011 6962651


VOTO FINALE: 6/7


ATMOSFERA [VOTO: 7]

F.I.A.T. sta per Fate in Fretta a Tavola ma tutto, in questa graziosa Osteria nata ai bordi di periferia, rimanda all’omonima dirimpettaia che un tempo sfornava automobili. La 500 fa capolino ovunque: sulle tovaglie di carta, sulle pareti, nel menu (la specialità della casa si chiama così, non a caso). Contribuiscono all’allegro caos del locale una miriade di oggetti assemblati a caso: vecchi manifesti pubblicitari, souvenir di Torino 2006, macchine per cucire, telefoni, l’insegna Sali e Tabacchi. Simpatiche le T-shirt dell’Osteria e i biglietti da visita con lecca-lecca incorporato.

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina dai sapori anni Ottanta per un pasto dignitoso, senza pretese, dalla qualità ballerina. Il menu propone esattamente quello che ti aspetti dalla classica osteria: salumi, formaggi, bruschette, insalate, primi e secondi veraci, dolci tradizionali. Immancabili la pasta al pomodoro, la pasta e fagioli, gli sfiziosi spaghetti ajo, ojo e peperoncino impreziositi da pangrattato e pomodoro fresco. In più, alcuni primi di pasta fresca (tagliatelle, gnocchi, agnolottini del plin, trofie, ravioli di magro). Anche tra i secondi poche sorprese (filetto o sottofiletto ai ferri, filetto ai funghi porcini, tagliata di vitello). A questi si aggiungono di volta in volta i piatti del giorno. Nella lista dei dessert tutti i classici: bonet, tiramisu (buono), sorbetti, gelati e affogati. Su tutti, la loro esclusiva: la torta 500.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

Staff gentile ed efficiente, servizio standard.

PREZZI [VOTO: 7]

Il menu completo a prezzo speciale (16 euro) comprende un primo, un secondo con contorno e un dessert. Scegliendo dalla carta, ce n’è per tutte le tasche: gli antipasti oscillano dai 3 agli 11 euro, i primi dai 4 ai 9 euro, i secondi dai 7 ai 20 euro. Dessert tra i 4 e i 5 euro.

PIATTO FORTE

Per gli amanti del cioccolato, imperdibile la torta 500, lontanissima parente della più famosa torta 900.

PIATTO DEBOLE

Le melanzane grigliate sono condite con una ghiotta salsa verde anti-vampiri, ma le fettine sono sottili al limite della trasparenza. Due le strade: fette più spesse o porzioni più generose.

TOILETTE [VOTO: 6]

Pulito, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Abolire la panna dai primi piatti.

Le Putrelle

Le Putrelle
Via Valperga Caluso, 11 – Torino
Tel. 011 6599630
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 7+
ATMOSFERA [VOTO: 8]

Ai margini della movida di San Salvario, una trattoria intima, con luci basse, candele sui tavoli, tovaglie a quadretti, alle pareti grandi lavagne con il menu del giorno e immagini della Tour Eiffel in costruzione, una botte gigante all’ingresso, la credenza della nonna in un angolo. Ideale per una cena romantica o per una serata di confidenze tra amici. D’estate, piccolo dehors nel cortile. Armarsi di pazienza per il parcheggio.

CUCINA [VOTO: 7]

La cucina delle Putrelle convince. Nel menu, non troppo elaborato, prevalgono i piatti della tradizione piemontese, a cominciare dagli antipasti: tomini e acciughe al verde, tonno di coniglio grigio di Carmagnola, battuta di carne cruda, vitello tonnato alla maniera antica, flan di stagione con fonduta. Non manca qualche guizzo di fantasia, come l’appetitosa tarte tatin di patate e stracciatella, il lonzino marinato e la carne cruda in tre varianti: acciughe, nocciole, stracciatella. Tra i primi, da provare i tajarin al ragù di coniglio e verdure, così come gli anoli ripieni di borragine con erbette fini e polvere di guanciale. Anche i secondi sanno di Piemonte: tagliata di fassone, gran tonnato con misticanza, capocollo di maiale in salsa di senape e mele. Tra i dolci, nota di merito per il tiramisù servito in tazza e per la tarte tatin. Barbera sfuso di tutto rispetto, ottimo il laurello (amaro a base di alloro) offerto a fine pasto.

STAFF [VOTO: 7]

La qualità del servizio varia a seconda delle serate: a volte è attento e veloce, altre (soprattutto se il locale è pieno) diventa affannoso e lento, ma le ragazze che si alternano ai tavoli sono cortesi e sorridenti.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto equilibrato. Con un antipasto, un primo, un dolce e vino sfuso si resta sotto i 25 euro. Il menu degustazione a 19,50 comprende tris di antipasti, primo e secondo del giorno (bevande escluse). I piatti misti, ottima soluzione per assaggiare il meglio degli antipasti, si aggirano attorno ai 10 euro. Il prezzo dei dolci (4 euro) è uno dei più onesti in zona San Salvario, dove locali più pretenziosi fanno pagare un banale tiramisù anche 6 o 7 euro.

PIATTO FORTE

L’insalata russa è fresca, croccante, con una maionese delicata e gustosa. Una delle migliori in città.

PIATTO DEBOLE

Per poter apprezzare un piatto sperimentale come la tarte tatin di patate la porzione dovrebbe essere più generosa.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, graziosa, un tuffo nel colore bordeaux.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Un piccolo sforzo organizzativo per evitare che, nonostante il locale semivuoto, alcuni dei piatti proposti nel menu del giorno non siano più disponibili già a inizio serata.

La Cucina di Lido Baggiani

La Cucina di Lido
Corso Novara 35, Torino
Tel. 011 2075527 – 349 0858594
Chiuso la domenica e il lunedì

 
VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Se Lido fosse a San Salvario, avrebbe la coda fuori dal locale. Invece è in terra di frontiera e per provare la sua valida cucina devi proprio andare a cercarlo. L’atmosfera anonima e l’età media da Villa Arzilla non aiutano. Qui si viene per mangiare (bene) e conversare in tranquillità, non per far colpo sulla nuova fiamma. Oltre alla sala principale, il locale comprende una spoglia stanzetta in fondo alla cucina, che può affascinare chi vuole vedere lo chef all’opera, e un dehors estivo animato da un folcloristico viavai.

CUCINA [VOTO: 7 ½ ]

Onore al merito di Lido Baggiani. La sua cucina è genuina, senza fronzoli, fatta di materie prime fresche assemblate con cura. La carta degli antipasti si divide equamente tra terra e mare: il polpo con le patate (tenerissimo, ghiotto, da non perdere) o la battuta di vitello, la tartare di tonno o il vitello tonnato (fatto come Dio comanda, con la carne ancora rosa e una salsa che richiede accurata scarpetta), le sarde in saor (digeribili nonostante la cipolla) o il flan di carciofi con fonduta. Sia tra i primi che tra i secondi prevale il pesce, a parte eccezioni come gli gnocchi al castelmagno o la tagliata di vitello: gustosi i tagliolini al ragù di pesce (forse solo un po’ troppo pepati) così come i ravioli di pescato e lo gnocco al ragù bianco di pesce. A seguire, filetto di dentice in crosta di pistacchio, bocconcini di pescatrice gratinati, cacciucco alla livornese, frittura di calamari, tagliata di tonno (ben condita e così tenera che si taglia con un grissino, lei sì, altro che il suo rivale in scatola). Tra i dolci fatti in casa eccellono il gelato alla crema di marroni e la fantasia millefoglie in coppa a base di crema e fragole. Non mancano i classici come il creme caramel, la tarte tatin (ottima, anche se servita senza panna né gelato) o la torta pere e cioccolato. Ottimi i grissini stirati a mano da Lido.

STAFF [VOTO: 6]

Servizio altalenante spesso affidato ad un solo cameriere che si aggira per la sala con aria smarrita. Ci pensa Lido a scaldare l’atmosfera passando di tanto in tanto tra i tavoli per due chiacchiere con i clienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Con un antipasto, un piatto principale, un dolce e un quarto di vino sfuso si arriva a 30 euro. Onesto, se si considerano i prezzi spropositati di altri ristoranti torinesi che si piccano di essere i migliori in fatto di pesce.

PIATTO FORTE

Il gelato alla crema di marroni è una delizia che trovi solo da Lido. Guai a non provarla!

PIATTO DEBOLE

I ravioli di pescato, se pur con un ripieno eccellente, dovrebbero essere tenuti più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In perfetto ordine, pulita, spaziosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Calibrare i tempi in cucina: succede sovente che il cameriere si presenti con il primo mentre stai ancora gustando l’antipasto. Relax!

Ristorante Pizzeria Peppino

Ristorante Pizzeria da Peppino
Via Mercanti, 7 H – Torino
Tel. 011 530570
Aperto tutti i giorni dalle 12,00 alle 14,30 e dalle 19,00 alle 22,30
Chiuso la Domenica

VOTO FINALE: 6+
ATMOSFERA [VOTO: 6]

Silenzioso come un concerto dei Metallica, intimo come una stazione della metro all’ora di punta, quello di Peppino è un locale pacchiano animato da una squadra di donne di temperamento. Grazie al menu fisso e al conto leggerissimo, attira frotte di turisti, manovali in tenuta da lavoro, impiegati in pausa pranzo, coppie agghindate per lo struscio in centro. Non pensate di andare a far salotto: Peppino è un’esperienza mordi e fuggi. Piacevole, col bel tempo, il dehor su via Mercanti.

CUCINA [VOTO: 6]

Con quei prezzi e quel continuo via vai di avventori non ci si può certo aspettare una cucina da stelle Michelin. Peppino va bene per chi ha fretta e non ha tante pretese, ma non si accontenta di un triste tramezzino da bar. Nel menu, sia quello fisso che quello alla carta, si trova di tutto: pizza al tegamino o al mattone, farinata, primi tradizionali (rigatoni al pesto o al ragù, trofie al pomodoro, gnocchi alla bava, penne all’arrabbiata, spaghetti aglio olio e peperoncino), secondi piatti di carne e di pesce (cotoletta alla milanese, scaloppine, costine ala cacciatora, arrosticini alla griglia, sogliola dorata, salmone ai ferri). I contorni sono trascurabili. Dolci nella media.

STAFF [VOTO: 6]

La velocità del servizio è impressionante. Le cameriere alternano modi cortesi e bruschi sfrecciando tra i tavoli senza darsi (e darti) pace.

PREZZI [VOTO: 7]

Un pasto completo più economico di questo, in centro, non esiste. Il menu a prezzo fisso da € 8,50, proposto tutti i giorni tranne il sabato sera e festivi, comprende primo, secondo, contorno, acqua o vino e coperto.

PIATTO FORTE

I secondi, soprattutto di pesce, sono solitamente più convincenti dei primi.

PIATTO DEBOLE

Sarà per i ritmi serrati, ma in cucina scivolano spesso sulla pasta: o è troppo salata, o è troppo cotta, o è poco amalgamata al condimento.

TOILETTE [VOTO: 6]

Piccola, nel seminterrato, con poco ricircolo d’aria, ma tutto sommato decorosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche coperto in meno rilasserebbe l’atmosfera e consentirebbe a chi sta in cucina di dare la meritata attenzione ai piatti.

Da Cianci Piola Caffe

Da Cianci Piola Caffe
Largo 4 Marzo 9/b, 10122
Tel. 388 8767003

 
VOTO FINALE: 7+

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Atmosfera rilassata, pop, spartana, in uno degli angoli più suggestivi di Torino, a due passi dal Duomo. Sempre affollata e rumorosa, Cianci attira il turista in infradito e il fighetto con le Hogan, la comitiva di universitari dal rutto libero e la coppietta. Chi cerca intimità e servizio impeccabile si diriga altrove. Il locale è un buco con arredi rustici e una Mole Antonelliana capovolta appesa al soffitto. D’inverno i tavolini debordano su una veranda riscaldata con stufe a fungo, mentre d’estate si allargano fino ad occupare una larga fetta della piazza. Si consiglia la prenotazione, sempre che qualcuno risponda al telefono. Altrimenti, prepararsi a una lunga anticamera.

CUCINA [VOTO: 7]

Nonostante i ritmi forsennati, la cucina riesce a sfornare a getto continuo piatti invitanti, senza orpelli ma realizzati con ingredienti di qualità. Il menu di impronta piemontese è limitato a pochi piatti. Gli antipasti sono un must: tomini, acciughe al verde, vitello tonnato, flan di verdure, carne cruda, gâteau di patate, giardiniera di verdure e altre prelibatezze locali. Per il primo, la scelta è in genere tra i tajarin e le chicche, da condire con i sughi del giorno (salsiccia zucca e radicchio, ciapinabò porri e gorgonzola, ragù di agnello…). Nelle serate più fredde non manca la pasta e fagioli. Chi preferisce il secondo trova proposte veraci come il coniglio o l’agnello con le patate, la trippa con i ceci, lo stracotto con purea. Per finire in dolcezza, si consigliano la sostanziosa coppa con ricotta mantecata, nocciola, uvetta e cioccolato o la fresca coppa Cianci a base di panna, cioccolato e biscotto, con le fragole d’estate e con il torroncino d’inverno. Non male anche i classici (tiramisù, bonet, panna cotta, bavarese).

STAFF [VOTO: 5]

Servizio sciatto e distratto, affidato a personale giovane non sempre all’altezza di gestire l’allegro caos che regna nel locale. I clienti vengono talvolta trattati in maniera sbrigativa o addirittura rimbalzati senza tante scuse. Da Cianci sanno di poterselo permettere: per ogni cliente perso, ce ne sono altri dieci in coda. È la loro fortuna, ma anche il loro limite.

PREZZI [VOTO: 9]

Il posto ideale per soddisfare il palato con un budget ridotto. Con un antipasto misto, un piatto principale, un dolce, acqua e vino sfuso, si resta sotto i 20 euro a testa. Nel centro storico, un rapporto qualità-prezzo tra i migliori.

PIATTO FORTE

Il mix di antipasti è una girandola di sapori locali da non perdere.

PIATTO DEBOLE

Chi ama il tiramisù con il biscotto ben imbevuto di caffè, qui rimarrà deluso.

TOILETTE [VOTO: 6]

Disordinata ma dignitosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Una maggiore cura del cliente, a cominciare dal momento della prenotazione.

Trattoria d’Agata

Trattoria d’Agata
Corso XI Febbraio 6/B
Tel. 011 5214745 – 328 2616354
Orario: dalle 20 alle 23. La domenica aperti anche a pranzo dalle 12 alle 15
Chiuso il lunedì

 
VOTO FINALE: 6/7
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piacevole oasi di pace a due passi da Porta Palazzo. Le due sale con le volte in mattoni a vista sono curate e accoglienti, con luci basse e pochi tavoli sistemati a distanza tale da garantire intimità. Nonostante le tovaglie di carta e i bicchieri Ikea, l’atmosfera è formale, più da ristorante che da trattoria.

CUCINA [VOTO: 7]

Una cucina onesta e sincera. Carta esclusivamente a base di pesce e limitata a pochi piatti, di ispirazione sicula con incursioni in altre regioni di mare. Tra gli antipasti si distinguono gli ottimi bocconcini di baccalà impanati e le deliziose polpette di palamita. In alternativa, insalata polpo, finocchi e pistacchi, cozze ripiene, cannolicchi al gratin, carpaccio di spada, couscous gamberi e melanzane. I primi possono spaziare dai ghiotti paccheri con spada agli spaghetti con gamberi e bottarga. Tra i secondi, la ‘mpanata di calamari e gamberi, l’involtino di branzino alla siciliana, o l’imperdibile tagliata di tonno alla piastra con confettura di cipolle rosse. I dolci della casa sono tutti meritevoli. Su tutti, la tarte tatin estiva (con le pesche), il croccante con zabajone e il tris di cannolini siciliani.

STAFF [VOTO: 7]

Personale molto cortese e discreto, sempre disponibile a raccontare i piatti e consigliare i vini, prodigo nel rifornire continuamente acqua e pane. Talvolta il meccanismo del servizio si inceppa e i tempi di attesa si allungano.

PREZZI [VOTO: 6]

Per un cena a base di pesce, i prezzi sono tutto sommato ragionevoli (siamo sui 30-35 euro a testa, se non si eccede col vino). Antipasti tra i 9 e i 13 euro, primi a 11 euro, secondi a 16, dolci a 6 euro. In alternativa, il menu degustazione da 45 euro (tre antipasti, primo, secondo, dolce, zibibbo, caffè). Acqua, pane e bruschettine a volontà, offerti dalla casa.

PIATTO FORTE

Le polpette di palamita o di tonno sono un piacere che non vorresti finisse mai, sia nella versione in umido che nella versione in carpione, servita a temperatura ambiente.

PIATTO DEBOLE

Attenzione alla cottura della pasta! Le pappardelle, proposte alla calabrese con polpo e olive nere, sono gustose ma andrebbero tenute molto più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In ordine, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Brrrrr! Un paio di stufe in più, d’inverno.

Osteria Bistrot del Castello

Osteria Bistrot del Castello
Via G. Grandi, 30 – Rivoli (To)
Tel: 011-9587648 – 338.9684742 – 334.5865886
Da giugno a settembre chiuso la domenica; da ottobre a maggio aperto anche domenica a pranzo

 
VOTO FINALE: 6+

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

In un vicolo ai piedi del Castello di Rivoli, un bistrot tranquillo, grazioso, elegante, con arredi classici e qualche guizzo di originalità, come il pianoforte bianco incastonato nel soffitto. L’età media è da circolo di bocce, ma può essere un’ideale rifugio anche per giovani coppie in cerca di intimità. Unica nota stonata, il profumo che permea il locale, non proveniente dalla cucina, come ci si aspetterebbe, ma da un erogatore di essenze: totalmente fuori luogo.

CUCINA [VOTO: 6]

La cucina del Bistrot non decolla mai. Le portate, presentate con cura, promettono molto bene, ma non lasciano traccia in fatto di sapori e sensazioni. Il menu spazia dalla terra al mare, con abbinamenti anche originali sulla carta (la carbonara con gli asparagi, la battuta di fassone con le puntarelle di catalogna…). Tra gli antipasti, una ricca insalata di gamberi e carciofi freschi con scaglie di parmigiano condita con limone e un flan di ricotta e radicchio, entrambi gradevoli ma non al punto da strappare l’applauso. Il risotto al lampone e passito di Pantelleria è molto invitante, ma il riso è quasi scotto e privo di un elemento di acidità: il risultato finale ricorda uno yogurt alla frutta. I tonnarelli alle vongole sono impreziositi da un delicato pesto alle cime di rapa, ma anche qui manca qualcosa che solletichi le papille. Con il dolce si recupera: la tarte tatin alle pere è succulenta, in versione con pasta sfoglia anziché brisé. Deludente il dolcetto delle Langhe che accompagna il pasto. Piacevole l’idea del pane carasau all’olio e pepe offerto a inizio pasto. Il pane, presentato in varie forme e contenuti (anche al cioccolato), è fatto in casa.

STAFF [VOTO: 7]

Il titolare, solo a gestire la sala, è serio e professionale. I tempi si allungano un po’, ma la cortesia compensa.

PREZZI [VOTO: 5]

35 euro a testa per un antipasto, un primo, un dolce e mezza bottiglia di vino risultano eccessivi a fronte di una cucina che non convince.

PIATTO FORTE

La tarte tatin in versione pasta sfoglia, servita con panna montata, invita al bis.

PIATTO DEBOLE

Ampi margini di miglioramento sul risotto.

TOILETTE [VOTO: 8]

Raffinata, pulita, con il tocco di classe degli asciugamani in spugna monouso.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La definizione “osteria” è fuorviante per il cliente, che si aspetta una cucina verace e low-cost. Perché avere paura della parola “ristorante”?

Osteria La Cena coi Fiocchi

Osteria La Cena coi Fiocchi
Via Spano, 16
Tel. 011 3187993
Chiuso la domenica
 
VOTO FINALE: 7/8
ATMOSFERA [VOTO: 8]
Il gioiellino che non ti aspetti in una zona periferica della città (Stadio Olimpico). Un’unica sala calda e accogliente, molto curata, dominata dai colori giallo e azzurro, dove niente è lasciato al caso. Sui tavoli allestiti con gusto, belle stoviglie, piantine di spezie e cestini di pane nero e bianco fatto in casa.
CUCINA [VOTO: 7]  
Cucina di sostanza, semplice ma non banale, preparata e presentata con sapienza e servita in porzioni molto generose. Un matrimonio ben riuscito tra Piemonte e Sicilia. Ecco, allora, il vitello tonnato accanto alla spadellata di calamari e mazzancolle, il carpione alla piemontese accanto alle delicate sarde a beccafico (accompagnate da una lussuriosa caponata di melanzane), il flan di porri con fonduta accanto al pesce sciabola al forno. La specialità della casa è la pasta con le sarde, imperdibile, ma il ricco menu propone anche spaghetti alle vongole, strozzapreti astice e aragosta, un buon risotto alla pescatora, gnocchi al ragù di salmone, i classici agnolotti al sugo d’arrosto. Tanto pesce anche tra i secondi: su tutti, uno scenografico fritto misto di baccalà, calamari, gamberi e carciofi. I carnivori trovano le costolette di agnello alla milanese o la tagliata di manzo accanto a proposte più insolite come il camoscio con polenta, le lumache alla parigina con cosce di rana fritte, la trippa alla fiorentina. Contorno ideale, l’insalata di finocchi, arance e cipolla rossa. Anche i dessert sono coi fiocchi: il top è la cassata siciliana, accanto a classici come il bonet e la torta alle mele e ad esperimenti come il tiramisù al mandarino. Su tutti domina lo zabajone caldo preparato al momento, direttamente a tavola, con frusta e paiolo di rame: superlativo! Da tenere d’occhio le serate a tema, come quelle sul salmone selvaggio del Canada o sul bollito misto. Ottimo vino della casa. Menu specifici per vegetariani e intolleranti al glutine.
STAFF [VOTO: 9]
Parole d’ordine: rigore e cortesia. Siamo lontani anni luce dai ristoratori improvvisati delle zone trendy. Questa è gente che conosce il proprio mestiere e lo fa con passione. Agli occhi attenti della titolare non sfugge nulla. La cura del cliente è maniacale e i giovani camerieri sono controllati a vista e ripresi immediatamente in caso di trascurabili défaillance. Tante, piccole inattese coccole: la focaccia fatta in casa e un assaggio di salame offerti prima dell’antipasto, l’invito ad una seconda porzione di zabajone, lo zibibbo a fine pasto e, al commiato, l’omaggio di una piccola pianta agli uomini e di fiori alle donne. Dove si è visto mai?
PREZZI [VOTO: 7]
I prezzi leggermente più alti della media sono a

mpiamente compensati dalla qualità dei piatti e dalle porzioni decisamente abbondanti.

PIATTO FORTE
La cassata siciliana con ricotta di pecora, in versione senza pasta di mandorla e quindi meno stucchevole: da leccarsi i baffi.
PIATTO DEBOLE
Il vitello tonnato segue alla lettera la ricetta classica, ma il risultato è da pranzo di nozze.
TOILETTE [VOTO: 9]
Profumata, pulita e curata. Collutorio e spazzolini monouso a disposizione dei clienti.
CONSIGLIO NON RICHIESTO

Se tenessero aperto la domenica sera, rasenterebbero la perfezione.