La Maison di Chez Rinoò

La Maison di Chez Rinoò     
Via San Francesco Da Paola, 9 TORINO
Telefono: 011 8125125
Aperto sempre a pranzo, a cena giovedì, venerdì e sabato

 
VOTO FINALE: 6/7

 
 
 
 
ATMOSFERA  [VOTO: 9]

Un pranzo da Chez Rinoo è un’esperienza di vita. Uno psicodramma collettivo. Un esperimento sociologico. Al centro di tutto, lei: Brunilde, la titolare, un donnino biondo che sembra uscito da un film di Almodovar e che, dietro l’atteggiamento rude e scontroso, nasconde un’insospettata simpatia. Il posto è piccolo e accogliente, i tavoli minuscoli e attaccati uno all’altro. Chi non teme il freddo, può pranzare nel dehors su via San Francesco. Una volta entrati, dovrete completamente abbandonarvi a Brunilde: sarà lei a decidere dove vi siederete e dove appenderete borse e cappotti. E sarà sempre lei a elencarvi a voce il menu. Guai a distrarsi o fare troppe domande. Basta saperlo e stare al gioco. Qui vale la regola: il cliente non ha MAI ragione. Suggerimento: studiate il menu prima di entrare, lo trovate su una lavagnetta accanto alla porta d’ingresso. Arrivando a tavola già preparati, eviterete i maltrattamenti di Brunilde. Dopodiché, sedetevi e gustatevi lo spettacolo. La signora snob che pensava di essere entrata al Cambio e si guarda intorno schifata. Lo studente timido che non osa contraddire Brunilde per paura di essere rimproverato. La ragazzina spocchiosa che replica con acidità. La coppietta che sperava in un pranzo romantico e non si capacita di essere finita in una gabbia di matti. La turista francese che si alza e se ne va perché non capisce il divertente slang piemontese-franco-inglese di Brunilde. La sedicente giornalista della Stampa che minaccia di scrivere un articolo diffamatorio e che, con i suoi due amici, va via senza pagare il conto da 54 euro, commettendo un furto sotto gli occhi esterrefatti degli altri clienti e della stessa Brunilde. Insomma, più divertente di un cinepanettone. Anche per il cameratismo che si crea con i clienti dei tavoli vicini, purché siano persone pazienti e dotate di sense of humour.

CUCINA  [VOTO: 8]

In linea di massima la cucina è sempre di buona qualità, se si considerano i prezzi contenuti. Sovente si comincia con uno stuzzichino offerto dalla casa: pane tostato con olio e una gustosa salsina verde che farebbe scappare Dracula. In genere la scelta è tra 5 o 6 primi (orecchiette o tagliolini con broccoli e pecorino, alla bolognese, con salsiccia, con ragù di fegatini o cinghiale…) e 5 o 6 secondi (stinco di maiale, agnello al forno, scaloppine, involtini di pollo, merluzzo in umido, salmone alla griglia…). Fondamentale lasciare sempre un posto per una fetta di torta: qui i dolci sono una garanzia di bontà e freschezza. Per finire, ai più mansueti verranno offerti i potenti zuccherini sotto spirito di Brunilde: un’autentica fiammata in gola.

STAFF [VOTO: 6]

Su Brunilde non serve aggiungere altro. E’ lei a far abbassare o alzare la media, a seconda dell’umore del giorno. I giovani e gentili camerieri, con l’aria stropicciata di chi ha fatto le 6 di mattina in discoteca, rimangono assolutamente impassibili di fronte ai plateali rimproveri della titolare. Non si può non simpatizzare con loro, nonostante le imprecisioni nel servizio.

PREZZI  [VOTO: 9]

Col menu fisso da 10 euro, a pranzo mangi un primo, un secondo e un contorno. La rissa è inclusa nel prezzo.

PIATTO FORTE  

Le famose torte di Brunilde realizzate con la pasta sablé: paradisiaca quella alla crema di marroni e panna, ma anche il tiramisù in crosta, la torta con polpa di arancia, bucce caramellate e cioccolato, o la fragolosa, con una  meravigliosa crema di yogurt alle fragole.

PIATTO DEBOLE

I paccheri cacio e pepe annegati nell’olio e sepolti sotto una spolverata di pecorino “nun se possono vedé”. Felice di Testaccio, il mago romano del cacio e pepe, si rivolterebbe nel forno.

TOILETTE  [VOTO: 3]

Praticamente inesistente. Un metro quadro, forse anche meno, e senza chiave. Ma discretamente pulito.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non è un ragù per vecchi. E nemmeno per deboli di stomaco. In realtà sarebbe da segnalare tra i piatti forti, per quanto è buono, ma il ragù di cinghiale della Maison richiede imponenti dosi di Citrosodina. In generale, i condimenti sono talvolta troppo pesanti. Sperimentare ingredienti alternativi?