Durante un incontro presso Coldiretti su “Frutta e legalità – Operazione verità” il presidente dell’ente ha presentato i 10 punti fondamentali ed urgenti da realizzare per la frutticoltura piemontese che vive un momento di difficoltà.
“Oltre ai tempi di pagamento estremamente dilatati e ai prezzi che non arrivano a coprire i costi di produzione, gli agricoltori devono sottostare a comportamenti messi in atto dai pochi soggetti che governano la filiera, detenendo l’81% del valore della produzione. – Spiega Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara – Vco. – Nonostante tutti i problemi deli ultimi anni, nella nostra zona molti giovani si stanno riavvicinando alla frutticultura. Il loro entusiasmo rischia però di spegnersi presto, perché si trovano ad affrontare non solo malattie e cambiamento climatico, ma anche difficoltà nell’export e nella vendita. Anche per le province di Novara e Vco sono importanti le 10 priorità illustrate oggi. Daremo tutto il nostro supporto affinché le Istituzioni preposte diano concrete risposte e segnali immediati rispetto a quanto abbiamo chiesto per sostenere la nostra frutticoltura che riveste un ruolo importante nello scenario economico del territorio”.
Ecco nel dettaglio il decalogo di Coldiretti: 10 proposte urgenti per la frutticoltura piemontese. Nel dettaglio Coldiretti propone di:
1) Attivare immediatamente un Osservatorio regionale su prezzi e dinamiche della filiera della frutta piemontese
Regione Piemonte ha aderito da tempo alla Fondazione “Osservatorio Agromafie”. E’ quindi strategico investire su un Osservatorio Regionale, avvalendosi della Fondazione per il coordinamento delle attività con il coinvolgimento di tutte le Forze dell’Ordine, che già collaborano attivamente con il Comitato Scientifico presieduto da Giancarlo Caselli.
2) Bloccare i fondi pubblici per le imprese della filiera che attuano pratiche commerciali sleali
Tutte le risorse del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) relative agli investimenti (materiali o immateriali) nella filiera frutticola devono essere focalizzate sulle imprese che si impegnano ad acquistare prodotto piemontese ed a remunerarlo con prezzi superiori ai costi di produzione
3) Lanciare una campagna di promozione per sostenere il consumo della frutta piemontese
promuovendone la qualità e la sicurezza alimentare, anche attraverso iniziative che coinvolgano le scuole e la ristorazione pubblica.
4) Vietare la cessione dei prodotti agricoli con prezzi inferiori ai costi di produzione
La conversione in legge del decreto emergenze già contiene la definizione di pratica commerciale sleale oltre all’incarico ad ISMEA per la rilevazione dei costi di produzione. Occorre rendere quanto prima operativa la norma, rafforzandola con l’attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali. La definizione di una nuova legge sui reati agroalimentari – annunciata dal Ministro Bonafede, con richiesta di collaborazione dell’Osservatorio Agromafie presieduto da Giancarlo Caselli – è utile per sancire un principio di corresponsabilità di tutti gli attori della filiera, nella repressione di queste pratiche di vero e proprio sfruttamento ai danni delle imprese frutticole e dei loro lavoratori.
5) Fermare le aste a doppio ribasso che provocano pesanti distorsioni e speculazioni lungo la filiera aggravando gli squilibri della distribuzione del valore.
Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione. Serve quindi una approvazione definitiva della proposta di legge, appena approvata alla Camera.
6) Prevedere l’etichettatura obbligatoria per l’ortofrutta trasformata
Come previsto dalla conversione in legge del DL Semplificazioni, occorre predisporre al più presto i decreti attuativi di MIPAAFT E MISE per succhi di frutta, confetture, conserve di frutta o verdura.
7) Rimuovere il segreto di Stato sulle importazioni
È necessario rendere pubblici i dati sui flussi commerciali delle importazioni di frutta, per individuare più facilmente frodi sull’etichettatura di origine obbligatoria per il prodotto fresco.
8) Eliminare le differenze normative e di mercato all’interno della Comunità Europea
Dal costo del lavoro alle normative della sicurezza sui lavoratori, dai prodotti fitosanitari vietati in Italia e consentiti in altri Paesi UE, dobbiamo evitare la concorrenza sleale e garantire il massimo livello di sicurezza ai cittadini.
9) Bloccare l’import dei prodotti extraeuropei trattati con pesticidi vietati in Italia e raccolti con forme diffuse di sfruttamento dei lavoratori
E’ urgente aumentare i controlli sull’ortofrutta importata e bloccare tutti i prodotti trattati con fitosanitari vietati in Italia e/o ottenuti mediante il pesante e diffuso sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente. Serve anche un sistema doganale e fitosanitario che “filtri” l’ingresso delle merci, di qualsiasi tipo, per evitare nuove emergenze come quelle occorse con la cimice asiatica, la cinipide del castagno, la drosophila suzukii, e altri insetti che hanno colpito le nostre campagne in questi anni.
10) Aprire nuovi sbocchi di mercato a livello internazionale
Bisogna recuperare i danni dell’embargo russo ed aprire nuovi spazi commerciali per i nostri prodotti. Serve anche pretendere effettiva reciprocità superando le barriere non tariffarie che bloccano l’export dei nostri prodotti, anche in Paesi che invece importano liberamente in Italia (es: pere e mele con la Cina). Inoltre serve una concreta assistenza legale per le nostre imprese nei Paesi esteri.